Dopo l’incredibile gara-4 targata Rockets, i Los Angeles Lakers vincono gara 5 e si portano avanti 3-2 nell’avvicente serie contro Houston. Le critiche seguite a gara 4 giunte da mezzo mondo, hanno avuto l’effetto desiderato con una risposta più che convincente, difficile da dimenticare per i Rockets, colpiti e affondati nel fortino dello Staples.
Non deve essere piaciuto a nessuno, dunque, nello spogliatoio gialloviola, sentir evocare le Finals, i due sweep in scioltezza dei Cavaliers favoriti numero uno, in particolar modo ad un certo Bryant, che si sa, vive sull’onda delle critiche da una carriera e da cui sa trarre le forze per stupire giorno dopo giorno milioni di fans: risultato? 26 punti, con una facilità disarmante, simbolo delle grandi potenzialità di questa squadra che, seppur con qualche stop in più, si avvia verso la sfida finale restando il team da battere, con qualche maggiore motivazione della allegra banda di LeBron.
Poco da dire sulla gara, dal primo all’ultimo minuto comandata dai padroni di casa e chiusa con uno scarto incredibile, senza alcuna pietà degli avversari, ridotti all’osso dagli infortuni e già autori della partita della vita in Texas. Ne servirebbe un’altra uguale oggi; difficile, al momento impossibile.
[b]Cosa dire di più?[/b]
Da segnalare il risveglio della panchina lacustre, anche se i livelli visti lo scorso anno sono ben lontani e il livello per buona parte della gara è stato tutto a favore delle riserve, rilevante anche la prestazione di Bynum (14 punti + 6 rimblazi) che evita di ingrossare le cifre del duo Hayes-Landry, tralasciati dalla difesa nelle precedenti sfide e per finire il ritorno di Odom, che seppur dolorante si presenta in campo, allontanando, almeno per ora, l’incubo di un qualcosa di più serio dopo la dura botta subita Domenica sera. Al resto ci hanno pensato Kobe (26 punti in 30 minuti), Gasol (16+13) e Ariza, tutti e tre decisivi e grintosi come servivano, capaci di mandare i titoli di coda già nel secondo periodo e continuando il lavoro svolto anche nei primi minuti del secondo tempo per poi delegare il compito alla second unit. Male il solo Fisher, piuttosto cotto, ma pur sempre un arma dall’arco non indifferente, in grado di farsi valere nella postseason.
Dall’altra parte i Rockets, che in campo sono forse entrati a fare una comparsa nei primi minuti per poi sprofondare nel buio più profondo, senza mai trovare una luce, nenache nel garbage time, dove anzi LA ha continuato ad allungare il gap accumulato.
L’infortunio di Yao si è fatto decisamente sentire ed è bastato un guizzo di Bynum per mandare nel panico totale i due lunghi: la squadra texana sembra aver perso così l’unica guida sicura rimasta e la relativa perdita di fiducia nei propri mezzi si è tramutata nella più completa disfatta, che sembra ormai dire addio ai sogni di gloria tantio sperati dopo il 2-2 incredibilmente acciuffato.
Finisce 118-78 e stanotte si torna a Houston: a LA il compito di chiudere i conti e prepararsi alla non facile pratica Nuggets, ai texani quello di tirare fuori l’orgoglio rimasto e far sudare gli ospiti californani, se non quello di rimandare tutto allo Staples Center per game-7…
[b]MVP[/b]: [u]Andrew Bynum[/u], il giovane centro losangelino, grazie anche alla pochezza della frontline avversaria ha dato importanti segnali di risveglio, è apparso più lucido e convinto dando anche l’impressione che la sua condizione fisica sia in miglioramento: è ovvio che il test non sia stato dei più complessi, ma l’iniezione di fiducia che dovrebbe aver portato questa positiva prestazione potrebbe aver finalmente riconsegnato il vero #17 gialloviola.