Altro finale, altre emozioni, ma questa volta a spuntarla sono i Nuggets.
Una seconda sconfitta avrebbe concesso a LA di gestire al meglio la serie, andando in Colorado sul 2-0 con la ghiotta possibilità di tornare a casa sul 3-1 per chiudere i conti: Denver era dunque chiamata a vincere, la maniera però, per l’ennesima volta, regala un match all’ultimo respiro che infiamma ulteriormente una delle due Conference Finals, tra le più stupende viste negli ultimi anni.
La gara si apre con i padroni di casa che creano subito il primo break in loro favore con Bryant ed Ariza in luce, sul 31-23 si chiude il primo quarto ed al ritorno in campo sono sempre i gialloviola a partire più forte; Brown e Odom, i migliori dalla panchina, permettono il primo vero allungo ed il succesivo jumper di Kobe, appena tornato in campo, a 4.00 dal termine fa scivolare la squadra allenata da coach Karl sul -13, incapace di reagire se non col solo (e solito) Anthony (già 16 punti alla pausa lunga). Negli ultimi due minuti però, la furia offensiva losangelina si spegne collezionando infatti continui errori al tiro e banali falli di frustazione: ne approfittano così gli ospiti che, guidati da un maestoso Chauncey Billups (chiuderà con 27 punti e 4 assist), si riagganciano ai Lakers chiudendo il primo tempo in svantaggio di un solo punto, 54-55: cruciale è la giocata della stessa guardia ex Pistons che a 3 secondi dalla sirena su rimessa, lancia il pallone sulla schiena dell’innocente Bryant per avere una sponda e poter poi penetrare e segnare un semplice layup.
Terzo periodo con le due avversarie che giocano punto a punto, senza riuscire a scappare via più di qualche punticino: la bellissima schiacciata nel traffico di Trevor Ariza (migliore in campo dei suoi sopo il #24) segna l’inizio di un mini parziale (7-0) firmato proprio dall’ala ex-Magic, ma i Nuggets non si scompongono più di tanto e, con la tripla di Billups e i liberi finali di Melo, dopo il terzo fallo del Mamba, il tabellone recita nuovamente -1 Denver, 80-81.
Gli ultimi 12 minuti, come già in gara-1, diventano un inferno con ogni canestro che pesa come un macigno sul morale dell’altra squadra: Kobe ferma la fuga ospite con una tripla incredibile seguita, nel possesso successivo, da quella di Shannon Brown dall’angolino valida per ritornare a contatto; LAL sbaglia però troppo in lunetta e la seconda bomba del capitano losangelino (peraltro ancora in faccia a Melo) non basta ad impedire ai ragazzi di Karl di entrare nel minuto finale sul +2. KB24 segna ancora in jumper, ma un fortunoso layup di Martin dopo una rocambolesca azione offensiva e i liberi di Chauncey sembrano sentenziare la sconfitta: Gasol lascia però ancora una speranza ai 20.000 dello Staples e l’1/2 di Billups in lunetta consente a Jackson di preparare in timeout l’ultimo possesso, servendo una tripla per mandare il match agli overtime. Walton, incaricato per rimettere, non riesce a scaricare sul fuoriclasse di Lower Marion, riceve invece Fisher che con l’errore dall’angolo (tiro forzatissimo) chiude la gara sul punteggio di 106-103.
Il figlio del grande Bill si rende così nuovamente protagonista di uno dei più banali errori: era infatti succeso già in stagione che il #4 gialloviola non riuscisse a relegare il pallone a Bryant; in entrambi i casi però rimaneva un timeout da chiamare in modo da poter creare un nuovo gioco. I Lakers devono però rimurginare maggiormente i due minuti di tilt al termine della seconda frazione, quando da un buon vantaggio si è tornati ad una gara punto a punto: LA sembra dunque non aver ancora imparato la lezione dello scorso anno il che lascia molti punti interrogativi sul proseguo del cammino.
Ora la serie si sposta a Denver, dove nella nottata (ore 2.30 italiane) andrà in scena game-3: LA deve ribaltare il fattore campo e dimostrare di essere veramente una contender, i Nuggets possono invece sfruttare il fattore campo. Al Pepsi Center per ora non è passato ancora nessuno ai PO…
[u]George Karl:[/u] [i]Sarà una lunga serie questa, per noi era importantissimo vincere questa partita, principalmente sotto il punto di vista mentale.[/i]
[u]Kobe Bryant[/u] [i]Adesso bisogna andare a Denver, vediamo se siamo in grado di fare lo stesso. Non siamo solo per caso la squadra con il miglior record della lega in trasferta.[/i]