Giù il cappello.
I Celtics ridefiniscono il concetto di essere alla frutta, ed escono in sette partite al secondo turno dei PO.
Il panterone col numero 5 è sempre più elegante e sempre più inczato a bordo campo, a osservare la sua creatura, Ciccio Davis compiere un atto di eroismo dietro laltro, ma anche a cimentarsi nellimpresa impossibile di portare una massa pari a quella di un satellite di Giove dietro a Rashard Lewis, ovvero un 2 che si trova a giocare da 4 nel meraviglioso meccanismo predisposto da ottimismo VanGundy.
Il Lewis, tra laltro, giustifica finalmente lo stipendio importante che ha strappato con dei playoffs da stella, esibizione di coraggio, ma anche capacità di segnare in tanti modi diversi, dando allattacco bianco blu una pericolosità straripante.
VanGundy al solito si conferma gran maestro della lavagna, disegnando un attacco che, complice anche limpietoso paragone con lattacco asfittico dei Cs, ricorda per fluidità e ricchezza di opzioni quello dei Kings dei bei tempi che furono. Dove però si sfiora la perfezione è in difesa. Sfruttando il fatto di non avere nessuno da dover marcare con i suoi lunghi, SVG sguinzaglia dietro chiunque si avventuri in area un incredibile Howard a caccia di stoppate, che rende larea dei Magic una no fly zone per Pierce e Rondo.
Gli esterni invece difendono splendidamente annientando le uniche due punte rimaste ai bianco verdi (contando che Rondo visibilmente camminava, a seguito dellinfortunio alla caviglia): per quasi tutta la serie un perfetto JJ Redick viene trasformato in un segugio, capace di braccare Allen dietro ai blocchi e toglierlo dalla gara, mentre in gara 7, da sempre Pierce Time, SVG concede qualcosa in più al Candyman per concetrarsi su Psquare, con un raddoppio sistematico che appena il 34 mette palla a terra prevede larrivo di Alston a supporto del pur ottimo turco (e certo, direte voi, ha avuto anche una nomination per il primo quintetto difensivo).
Comunque, non ostante lassenza di Garnett, di Powe, le commozioni cerebrali di Scalabrine, la spalla da ricovero di Perkins, la caviglia di Rondo, la stanchezza di un Pierce che dopo una stagione a fare pentole e coperchi come ai bei vecchi tempi non ce la faceva più, 7 supplementari contro i troppo atletici Bulls, arrivano a giocarsi fino allultimo pallone di gara 7 contro dei Magic decisamente più forti, e solo un quarto quarto da campione dello zio Edo e una percentuale da playstation da 3 degli avversari (13 su 21!) li condannano alleliminazione.
Un’esibizione di attributi al limite degli atti osceni in luogo pubblico.
Trust the pass, e grazie di tutto.
PS: in gara 5 anche un avvistamento di Starbury, con 10 punti di personalità in uno dei (tanti) momenti disperati dei Cs. Lanno prossimo non sarà a Boston, ma forse il giocatore cè ancora.
Monumento, anche se un po più piccolo, ai Rockets. Per la prima volta da quando cè TMC si passa il primo turno, peccato che il pisolotto non giochi nemmeno un minuto. Il suo psicanalista diventerà un uomo molto ricco, ma temo che dovrà rinunciare a tutti i suoi hobbies e dedicarsi a tempo pieno al paziente.
Dove cè Yao cè infortunio, e anche questanno il cinese resta fedele alla tradizione, ma i compagni, grazie ad un colossale Scola e ad un insensato Brooks riescono a portare i vicecampioni a gara 7. Certo, dire che i sempre sospetti Lakers non abbiano avuto in questo un ruolo da protagonisti pare impossibile, ma comunque onore al merito.
Dallas ha avuto un sussulto facendoci credere che, in questanno in cui più nessuno credeva in loro potevano riprendere il discorso interrotto in gara 3 di finale, proprio con una vittoria convincente sugli Spurs e un Howard ritrovato. Come invece la serie successiva ha dolorosamente confermato, il successo dei Texani era da ascrivere soprattutto al capolinea fisico e tecnico dei nero argento, ora in una situazione poco invidiabile.
La dirigenza rilascia dichiarazioni secondo cui si continua con i big three, ma diciamo che non sempre gli Spurs ti dicono tutta la verità
Ginobili si è riconfermato indispensabile, ma anche incapace di giocare una stagione NBA intera (proporrei una squadra con TMC, Ginobili, Boozer, Chandler e Yao, se riescono ad avere almeno 1 di loro per ognuna delle 82 partite, li si manda di diritto in finale di conference), Duncan non sai come sta, perché non te lo dice, ma limpressione è che gli anni belli siano andati, e Parker, beh, lavete visto questanno: complici gli infortuni agli altri due, Popovich gli ha dato carta bianca; risultato: le sue statistiche sono esplose, e la squadra non è andata da nessuna parte.
Note amare anche per gli Hornets, bastonati dai Nuggets. Certo, lassenza di Chandler (e di qualsiasi bipede in grado di giocare sotto canestro) si è sentita, Paul non cera fisicamente, e West andava e veniva (oddio, poi cera anche Peja che andava e basta, ma questo è un altro discorso) non hanno aiutato. Limpressione però è che questo gruppo il massimo labbia già dato, e con giocatori sempre rotti e contratti proibitivi sia difficilmente recuperabile. Probabile che presto CP3 saluti tutti, e che i sorrisi spariscano dalla città di Katrina.
Altri disperati sono i Jazz (che io sapidamente avevo indicato a inizio stagione come probabili finalisti).
Oltre ai noti dissidi fra Sloan e il russo (che ha smesso di lamentarsi, ma è stato incolore tutto lanno), questanno quel genio di Boozer ha manifestato interesse ad andarsene. Dove poi non si sa, visto che non è che le altre 29 squadre si siano proprio scannate per averlo. Lui tra laltro è un giocatore di uno contro uno modesto, ma incredibile interprete del pick & roll: ora, Dwill pare abbia un carattere fastidioso come una tempesta di sabbia il giorno dopo che hai lavato la macchina (evento più frequente di quanto si possa pensare), ma il P&R lo gioca benino; per trovare di meglio o vai con nonno Nash, o con Paul, o al limite Billups (che però dopo il blocco preferisce tirare che passare). Ma in fondo a Boozer non importa: lui lo fa per i soldi, non per la gloria; e infatti questa sua amena predisposizione, oltre a quella a infortunarsi sempre e avere una soglia di sopportazione del dolore pari a quella di una winxs hanno fatto sì che, se non se lo carica Detroit, rischia di doversi fare unaltra stagione fra i mormoni, fra lentusiasmo dei compagni e un pubblico tollerante che gli darà tutto il suo supporto.
Peccato, io ci credevo davvero in questi qua.
Venendo invece alle note positive, parliamo un po dei sorprendenti Nuggets. Un solo uomo ha trasformato leterna incompiuta nella più bella sorpresa del torneo. Denver difende per davvero, Nenè assomiglia di nuovo ad un pivot dominante, Melo è finalmente maturato, passa (molto bene) la palla, segna, DIFENDE.
E questo è lapporto indiretto, a livello di mentalità, che Billups ha portato in Colorado. Poi cè quello che fa direttamente, decidendo le partite con sfuriate balistiche nei momenti che contano. Fantastico.
Completa il quadro quello psicopatico di Smith, un guastatore con i pantaloncini. Prende dei tiri che lo scemo del villaggio guarderebbe con sospetto, ti mette 20 punti in 10 minuti, schiaccia, spacca le gare (oltre che tutti i giochi dei suoi). Non può stare in quintetto (con uno così devi aver sempre pronto un piano B), ma una o due partite in una serie te le può girare.
I Lakers sono i Lakers, ovvero lattacco più forte ed immarcabile della lega quando le cose vanno bene, una squadra con cui non vuoi finire punto a punto per evitare il morso del Mamba, ma anche una squadra che se le cose partono male e i divari si allargano lascia subito la gara con la testa, e non ha la forza di ricucire gli strappi. Questo il motivo per cui secondo me non possono vincere lanello, pur avendo in Kobe un realizzatore eccezionale, anche sotto pressione, e in un Gasol alla miglior stagione in carriera una sorta di Divac più atletico. Al momento la corsa per il miglior centro della lega è un discorso a tre con Yao e Howard.
Cosa aspettarci ancora da questi playoffs?
Innanzi tutto una serie molto divertente tra LA e Denver. I giallo viola restano favoriti, ma sono anche la peggior squadra per difendere sul Pick & Roll, e probabilmente il buon Chauncey uno o due ne giocherà.
Sette partite tutte da gustare.
Dallaltra parte invece i Cavs non li vedono nemmeno i Magic. Credo che lunico interrogativo tra qui e la proclamazione ufficiale del primo anno del regno di Re Lebron I sia quante partite lasceranno giù prima di alzare il trofeo.
I Cavs sono meravigliosamente allenati, in attacco e in difesa (dove sono oggi forse la miglior squadra della lega), hanno il giocatore più completo della Lega (e non sto parlando di Szcherbiak), che sa trasformarsi nel più decisivo quando si giocano gli ultimi 5 minuti, è un gruppo unito e con esperienza, completo e equilibrato nel quintetto e profondo in panchina, con una fame e una dedizione totali.
Lunico limite che vedo è la marcatura di Kobe in una probabilissima finale Cleveland-LA, perché il pur ottimo West non ha i centimetri per stare con lui, e Lebron può prenderlo magari per qualche possesso, ma certo non per una partita. Brown dovrà quindi decidere se raddoppiarlo (e come) ogni volta che riceve, oppure alterare la sua rotazione e dare molti minuti a Pavlovich, non nel suo miglior momento in carriera, ma lunico ad avere almeno le caratteristiche fisiche (velocità e altezza) per provare a stare col 24.
Vae Victis