[i]Its kind of Magic.[/i] Allora è proprio vero, a mordersi le mani, al momento sono [b] Dwight Howard[/b] e soci, perché se non fosse stato per la tripla di James a fine gara2 staremmo parlando di uno [b]sweep[/b] dei Magic ai danni dei Cavs, una cosa tanto inaspettata da lasciare sbigottiti. Invece è proprio così, con Orlando che fa sua anche gara4 ed ora ha 3 match point per chiudere la serie, di cui uno, leventuale gara6, ancora davanti al pubblico amico dellAmway Arena. Ora per i Cavaliers di LeBron James si fa davvero dura, visto che dal 1947 i team che si portano sul 3-1 in una serie al meglio delle sette hanno un record di 182 passaggi del turno contro sole 8 eliminazioni, e visto che parliamo di statistiche, si aggiunga che negli ultimi 15 anni solo [b]Dwight Howard, Shaquille O’Neal e Tim Duncan[/b] hanno giocato dei playoffs da almeno [b]20 punti e 15 rimbalzi di media[/b] (disputando almeno 10 partite). La buona notizia per Howard è che quando Shaq e Duncan hanno tenuto quelle medie hanno vinto entrambi il titolo NBA.
In campo è stato, al solito, [i]eastern conference basketball[/i]: tanti contatti, molte botte soprattutto in prossimità dellanello, tanto lavoro per gli arbitri (50 falli complessivi) in una partita, lennesima, finita in volata. Clevelan avanti, di poco, nella prima metà, trascinata da solito, straripante LeBron James: 44 punti, 12 rimbalzi, 7 assist coadiuvato, almeno fino a metà gara da un [b]Mo Williams[/b] presente, 18 punti e 5 rimbalzi, sparito però dopo il terzo quarto, visto che tra quarto periodo ed overtime non è riuscito a segnare. Di contro per Orlando è finalmente riuscito a stare tanto in campo [b]Dwight Howard[/b], ed i risultati, soprattutto nellextratime si sono visti: 27 punti totali, con 14 rimbalzi, 4 assist e 3 stoppate, ma soprattutto 10, cruciali, punti nel supplementare, quando i Cavs non sono riusciti a trovare rotazioni difensive che gli impedissero di trovare canestri facili o falli su azioni di tiro, puntualmente, ancora una volta, puniti con uneccellente, per lui, 7/9.
Trascinati da Howard e dallassetto piccolo, con [b]Lewis, Alston e Pietrus[/b] a punire la difesa Cavs, come testimoniano le 11 triple spedite a bersaglio tra secondo tempo e supplementare (17 in totale, record di franchigia nei playoffs). [b]Alston[/b], ha stabilito anche il proprio [b]personal best[/b] in post season, 26 punti. Lewis, dal canto suo ha confermato la tendenza a prendersi i tiri che la difesa gli concede, anche stanotte solo 9 tiri totali, e si è confermato giocatore che ama le responsabilità pesanti come quando ha imbucato la tripla a fine regolamentari la tripla, carpiata, ricevendo dalla rimessa laterale e girandosi sulle punte, quasi senza caricare, dellillusorio vantaggio Magic a 4.1 secondi dalla sirena finale, rintuzzata poi da due liberi di James (con il secondo che danza malignamente sul ferro prima di entrare) che spediscono le squadre allovertime.
Un supplementare tirato, in cui Howard domina contro un Varejao che le prova tutte (lecite e meno lecite, dopo aver fatto beccare a [i]the man child[/i], nei regolamentari, il sesto tecnico della post season, a meno uno dalla gara di sospensione) ma in cui i Magic non riescono a staccarsi di dosso i Cavs, anche grazie alle prodezze balistiche di James, come la tripla che a 4 secondi dalla fine riavvicina Cleveland sul -1, di lì Lewis farà solamente 1/2 ai liberi e tutta Amway Arena resterà 3 interminabili secondi col fiato sospeso: il tempo che LeBron James impiega per superare la metà campo, battendo il pressing dei Magic, e di sparare contro il tabellone una tripla in corsa (con le mani di Pietrus in faccia) che consegna la gara ad Orlando, permettendo al pubblico di casa di esplodere di gioia prima di intonare un unico lungo coro: [i]”One more win.”[/i]
[b]MVP[/b]: Non darlo a Dwight Howard è difficile. Non sono solo le cifre, 49 minuti in campo con 27 punti, 14 rimbalzi 4 assist e 3 stoppate, ma soprattutto la presenza, anche mentale, con cui ha giocato lovertime. Il tutto difronte ad una squadra che ha giocato a volte scientificamente per fargli prendere un tecnico. Non avrà i momenti di dominio fisico di Shaq o la fredda capacità di segnare a prescindere di Olajuwon o Duncan ma giova ricordare che di ventitreenni così dominanti nel pitturato, dove storicamente si matura più tardi, ne ricordiamo pochini.
[b]Post partita[/b]
[b]Dwight Howard [/b]: [i] ” Ho fatto quello che dovevo. I miei compagni sono stati bravi a trovarmi nei tempi e nei modi giusti per permettermi di segnare ed io sono stato bravo a farlo. Io odio perdere, soprattutto sul parquet di casa. Abbiamo combattuto per la vittoria, sono contento. James? Se fosse stato al posto mio a fine partita gli avrebbero fischiato fallo![i] – dice sorridendo [i] Comunque non mi è sembrato stanco, ha solo tirato da un po troppo lonato. Comunque adoro giocarci contro.”[i]
[b] Stan Van Gundy [/b]: [i] Non mi è piaciuto quello che ho visto in campo, non mi è piaciuto il modo di gestire la situazione da parte degli arbitri. Non mi piace che sia consentito ad un giocatore (Varejao) possa afferarne un altro (Howard) da dietro per il collo mentre sta andando su per un layup e non mi piace che di fronte al nulla fatto per un fallo così duro si punisca Howard con un tecnico perché ha eccessivamente festeggiato land one. Comunque questa è una serie che è ancora lontana dallessere finita. Con LeBron in campo anche 3.2 secondi possono sembrare lunghi quanto 2 minuti, è veramente un giocatore incredibile, anche la tripla con cui ha riportato i Cavs al meno uno a 4 secondi dalla fine è un canestro fuori dal mondo[/i]