Non poteva cominciare meglio il cammino verso la conquista (o riconquista, come preferite) del titolo NBA da parte dei Lakers: nella città degli angeli va di scena gara-1 delle Finals, gara che si tinge piuttosto velocemente di gialloviola, con [b]i padroni di casa che travolgono per 100-75 quella che si è rivelata fino ad ora la vera sorpresa dell’anno, ossia gli Orlando Magic.[/b]
Molti gli spunti che il match propone, tra i tanti la [b]solita eccezionale preparazione della partita di Phil Jackson[/b], che per quanto discusso a lunghi tratti durante questa postseason ha dimostrato ancora una volta di saper motivare i suoi ragazzi a dovere in sfide del genere, Odom e Gasol su tutti: eppure quelli che erano i timori dei fans gialloviola nei giorni antecedenti alla gara, sembrano concretizzarsi subito nelle prime battute, con Ariza fuori dal gioco offensivamente e in evidente difficoltà contro il pari ruolo turco Turkoglu, e Bynum, che seppur partito alla grande è costretto a tornare a sedersi in panchina per falli, dopo aver lottato in ogni maniera sotto canestro contro Dwight Howard, anche lui comunque a quota due falli.
Bryant parte in sordina, forzando qualche conclusione di troppo ben infastidito da Mickael Pietrus, che, in ricordo delle 228 vittime del volo Air France, ne lascia una bella dedica sulle sue scarpe [vedere l’immagine]; alla prima sirena i campioni della Eastern Conference guidano sul +2, 24-22 con Hedo autore già di 9 punti.
Alle preoccupazioni del team californiano si va ad aggiungere poi, nel secondo quarto, [b]il ritorno dopo ben quattro mesi di assenza dal parquet di Jameer Nelson, infortunatosi alla spalla ma dichiaratosi pronto per giocare questa serie[/b]: LA subisce subito un veloce parziale sull’onda delle giocate proprio del play #14 (2 punti e 3 assits in poco meno di 4.00), ma il team campione a Ovest rientra dal tempestivo timeout chiamato da coach Zen più determinata che mai con Walton che apre le danze allo show del Mamba autore di 12 fantascientifici punti che danno il via alla prima vera fuga sul finire del 2°quarto, chiuso sul +10 Lakers, 53-43 (difficile layup dello stesso Kobe in testa a Gortat a 4” dal termine).
[b]Nel terzo periodo la gara equilibrata vista fino ad allora cambia completamente[/b], con i lacustri che dapprima tengono a distanza debita Orlando (la sola tripla di Lee riavvicinerà gli ospiti sul -9), mentre nell’altra metacampo mandano a referto 29 punti, 18 del solo Bryant, prendendo il largo fino al +24: al fuoriclasse di Lower Marion si vanno ad aggiungere i contributi di Gasol, convincente a rimbalzo e bravo a raddoppiare Superman, alla sua peggiore gara in questi PO, e quello di Lamarvellous, che con l’ennesima doppia-doppia conferma il suo attuale stato di forma davvero incredibile.
I liberi del #24 e gli unici punti di Ariza della serata (3) permettono ai losangelini di giocare con tutta tranquillità l’ultima frazione di gioco, amministrata al meglio dalle seconde linee: [b]Kobe intanto raggiunge i 40 punti, a cui aggiunge 8 rimbalzi e uguali assistenze[/b], Mbenga trova spazio anche nelle Finals e i 18.000 dello Staples possono godersi del buon Tacos, rivolgendo ora lo sguardo a game-2 in programma Sabato sera, sempre a Los Angeles, sempre alle 3.00 (ore italiane).
[b]Certamente nella prossima gara sarà difficile vedere i Magic tirare così male[/b], motivo in più per LA per lavorare ancora molto in questi giorni, impedendo i continui e pericolosi wide-open sugli scarichi di Howard: questi, dal canto suo, è analogamente improbabile possa giocare due simili match filati (ieri sera 1/6 dal campo, con 10 punti su 12 giunti dalla lunetta) e, per quanto inesperto come il resto del gruppo a questi livelli, la voglia di vendetta dopo una simile sconfitta sarà sicuramente tanta. Bynum ha comunque dimostrato di poter lottare contro un centro di questo calibro, anche se l’essere continuamente punito dalla terna arbitrale ne limita ancora parte del potenziale; il catalano allo stesso modo, difensivamente non ha fatto per nulla male, ma la sua tecnica sopraffina, figlia di scuola europea, sembra poter solo in parte reggere il confronto con lo strapotere fisico del gigante della Florida, ad ora non sfruttato. Ultimo punto è il caso [b]Kobe Bryant: Van Gundy sembra infatti non avere a disposizione l’uomo giusto nella rosa per fermarlo[/b], Pietrus (buona risposta solo in attacco) e Courtney Lee (rookie) hanno dimostrato di non poter seriamente infastidire il fenomeno gialloviola, che al momento sembrerebbe libero di poterne segnare 40 ad uscita senza grossi problemi.
Grande lavoro dunque per entrambe la squadre: i Magic dovranno cancellare subito una tale performance, tolto Howard, Lewis e Lee devono anch’essi obbligatoriamente ritornare punti di riferimento nel gioco offensivo, mentre Nelson, persosi con il passare dei minuti, ha dimostrato di non poter essere un vero fattore nella caccia all’anello. LA, invece, dovrà prestare grande attenzione a game-2, dove sarà importante chiudere sul 2-0 per presentarsi in Florida con un buon vanatggio da gestire: Jackson intanto ha riavuto il vero Fisher, quello cinico e preciso che serve all’intera compaggine losangelina e personalmente farei i complimenti anche a Josh Powell, che in pochi minuti, seppur a match ampiamente chiuso, si batte come un leone raggranellando 3 punti e 4 rimbalzi lasciando una firma (forse l’unica) in queste Finals.
Buon game-2 a tutti e a risentirci presto. [i]Where will amazing happens?…[/i]
[b]MVP[/b]: senza dubbio Kobe: prende sempre la scelta giusta, ora il passaggio, ora la penetrazione, ora il jumper. Pazzesco, un uomo in missione che sembra non avere alcuna intenzione di lasciare nemmeno una W a questi Magic: inutile perdersi nei meandri dei confronti con LeBron o Jordan su chi sia il più forte: lui è il Black Mamba, è questo titolo lo vuole. Eccome se lo vuole…
[b]Le voci:[/b]
[u]Dwight Howard[/u]: [i]”Non abbiamo mai avuto una serata simile al tiro come stanotte. Dobbiamo giusto scendere in campo e giocare con più grinta rispetto a quanto fatto oggi.”[/i]
[u]Coach Van Gundy[/u]:[i]”Gli abbiamo lasciato troppo spazio per i suoi tiri in sospensione e lui ne ha approfittato attaccandoci al meglio. Penso comunque che siamo decisamente migliori rispetto a quanto mostrato oggi.”[/i]
[u]Kobe Bryant[/u]: [i]”Abbiamo giusto schiacciato il pedale dell’acceleratore, messo giù la testa e lavorato duramente.”[/i]