La Fortitudo si era affacciata alla stagione 2008/2009 con l’obiettivo dichiarato della partecipazione all’Eurolega, il tutto tra campagne abbonamenti discutibili e proclami di grandi ritorni poi disattesi come ampiamente preventivabile. L’obiettivo è stato tutt’altro che centrato, infatti in questi giorni la F deve prepararsi ad affrontare (forse) un campionato di LegaDue, con l’intenzione di ritornare nel basket che conta il prima possibile, al netto dei problemi finanziari che attanagliano il club felsineo, su tutte la questione del lodo Drucker. L’allenatore israeliano ingaggiato ma mai realmente utilizzato da Bologna nella scorsa estate, che adesso è passato a batter cassa per avere le centinaia di migliaia di Euro che gli spetterebbero secondo la FIBA e che la Fortitudo dice di avere, ma al momento è tutto bloccato.
Si era partiti con in testa solo l’Europa dicevamo. Per centrarla arriva Zoran Savic da Barcelona, ultimo GM scudettato con l’aquila, reduce da alcune stagioni interlocutori in Catalogna, dove ha sì centrato numerose finali, ma nulla ha aggiunto alla bacheca. Il budget riversato nell’acquisto di giocatori è importante ed arrivano molti giocatori che potrebbero fare la differenza nel nostro campionato, abbastanza povero di talento. Ma molti (o forse tutti) sono delle grosse scommesse, molto rischiose, che Savic decide di giocarsi, affidandole all’amico Sakota che aveva portato la Fortitudo ai playoff nella stagione precedente. Arriva Huertas, votato come milgior play dell’ACB che mai riuscirà a mostrare il bel basket in contropiede che ha caratterizzato la sua permanenza a Bilbao, rimane Joe Forte, arriva Qyntel Woods dal Pireo; inoltre Martelli dagli USA pesca un giovane rookie in uscita da Mississipi State, Jamont Gordon, un esterno molto forte fisicamente per rinforzare la panchina. Si scommette su due lunghi provenienti da oltre oceano, Barron in arrivo dalla NBA (Miami) e Achara in arrivo dalla Division II della NCAA. Il parco stranieri è completato dal rientro di Bagaric e dal ritorno nel belpaese di Slokar, dopo la precedente avventura trevigiana. Il gruppo italiano può contare su 3 reduci dalla precedente stagione, ovvero capian Lamma Cittadini e Mancinelli, e sul nuovo acquisto, Matteo Malaventura chiamato a coprire il ruolo dello specialista dalla panca. L’inizio di stagione è tutt’altro che esaltante, tra infortuni prematuri a Barron, che poi saluterà a Dicembre senza essere mai sceso in campo, e a Bagaric, pare evidente che la scommessa tentata da Savic non è andata a buon fine e lo spogliatoio è un disastro.
Le voci che circolano sono numerose e tutt’altro che rassicuranti, si parla di soldi che non arrivano, comportamenti indecenti tenuti dai giocatori fuori dal campo, la professionalità non è di casa, in più l’allenatore non riesce a tenere in mano i giocatori. La prima vittima è Joe FOrte che saluta il gruppo dopo sole due partite, incluso l’esordio a Udine in cui ha regalato due punti alla F. I risultati sono pessimi e all’ennesimo ventello, subito nel derby, Savic decide di voltare pagina. A Dicembre arriveranno tre rinforzi e un nuovo allenatore per sopperire agli infortuni che nel frattempo hanno colpito anche Lamma e Slokar decimando la squadra. Arriva Papadopoulos dal Real per portare peso sottocanestro, in tempo utile per far vedere di cosa sarebbe capace nella partita del Futurshow Station che è costata l’esonero a Sakota. Da Phoenix arriva Strawberry, spacciato per play/guardia, gran difensore con licenza di far male da 3 punti (mentre poi si rivelerà uno spadellatore folle piuttosto dannoso in attacco) e ritorna al Paladozza anche la pelle bianco-latte di Gregor Fucka. Ma nemmeno questi 3 innesti e l’arrivo di Pancotto in panchina riescono a far svoltare la stagione. Arriva a fine 2008 una grandissima vittoria a Milano, ma poco o nulla di più. La squadra è in crisi, Pancotto ci mette molta energia ma nemmeno lui riesce a dare la svolta. Allora i bolognesi tentano un’altra carta. Via Woods che tra mal di schiena e atteggiamenti poco edificanti non ha mai dato un gran contributo, eccezion fatta per la vittoria su Rieti in casa, ritenuto una mela marcia che rovina il clima all’interno del gruppo. Da qui in poi l’atteggiamento in campo della squadra cambia, difende corre e se la gioca alla pari con tutti. Arrivano un paio di vittorie che sono ossigeno puro, una con Montegranaro che però dovrà essere rigiocata, una insperata con Siena in casa, ma la situazione non migliora perchè manca sempre il centesimo per fare l’Euro. Arriva Scales per dare una spinta in più e una pericolosità dall’arco che è stata uno dei principali talloni d’achille della squadra, ma dura lo spazio di un paio di partite, poi si infortuna anche lui. Tra infortuni e guai societari con stipendi che arrivano in ritardo si arriva nel finale di stagione in cui servono un paio di vittorie fondamentali per salvare la stagione, ma arriveranno solo 4 punti in casa tra Pesaro e Caserta, inframezzate da una sconfitta a Cantù che assieme all’ultima beffa a Teramo significano retrocessione.
Una retrocessione dolorosa, non preventivata e che ha dell’incredibile visti gli investimenti e i nomi dei giocatori portati a Bologna, le cui cause possono essere molteplici ma forse mai si saprà come sono andate bene le cose. Le colpe dovrebbero essere suddivise tra chi ha portato qui giocatori probabilmente inadeguati agli obiettivi prefissati sia all’inizio che a metà stagione, tra che questi giocatori non è stato capace di metterli in campo al meglio e tra chi questi giocatori potrebbe non averli pagati per intero, causando il ribasso del loro rendimento. Da salvare la stagione di Mancinelli che ha provato a caricarsi la squadra sulle spalle, a volte con buonissimi risultati ma una volta di più ha dimostrato di non essere tagliato per essere il leader. Quelle che dovevano essere le bocche di fuoco della squadra, Forte e Woods, sono state tagliate entro la metà della stagione perchè la loro coesistenza pareva impossibile e il loro comportamento inaccettabile. Ci si è dovuti quindi affidare a Gordon, rookie di belle speranze che da metà stagione in poi ha cambiato marcia ma non è bastato, complice anche l’infortunio che l’ha tolto di mezzo nella partita più importante della stagione, l’ultima a Teramo. Gli italiani hanno disatteso le aspettative, Malaventura (pur decisivo in molte vittorie fortitudine) non è stato quel cecchino che si sperava, Lamma complici gli infortuni non ha ripetuto la stagione dello scorso anno e Cittadini si è dimostrato inadeguato, fatto salvo per alcune partite in primavera. Il rimpianto è non aver potuto schierare Slokar che in quel poco che ha giocato ha dimostrato di poter dare un certo equilibrio sottocanestro al gioco bolognese molto improntato sulla quantità a centro area con Papadopoulos e Fucka, divenuto più un centro leggero che l’agile ala forte che spadroneggiava in Europa. Da valutare la posizione di Achara, giocatore che potrebbe crescere molto e su cui varrebbe la pena investire.
Le prospettive per il futuro sono tutt’altro che rosee. Se il problema del lodo Drucker non verrà risolto in tempi brevi la FIBA negherà alla Fortitudo il permesso di fare il mercato, rendendo pressochè impossibile puntare ad una LegaDue di vertice. Tra i giocatori sotto contratto dovrebbe rimanere Malaventura, difficili le permanenze di Mancinelli che ha richieste dalle squadre che si sono disputate la finale scudetto e di Gordon che nel contesto giusto potrebbe esplodere e diventare un buonissimo giocatore. Dovrebbero rimanere anche gli altri italiani, e nel frattempo si sta lavorando per portare nuovamente a Bologna Garris e qualche altro giocatore di categoria, soprattutto tricolore poichè in LegaDue il numero di stranieri schierabili è inferiore alla LegaA. Intanto il primo passo è stata la firma di Alex Finelli come allenatore, ora per cominciare a pensare la squadra che dovrà gestire si dovrà attendere il termine della vicenda del lodo e alla risoluzione dei problemi societari di cui soffrono i biancoblu.