SACRAM ENTO KINGS
LA STAGIONE (16 vinte, 64 perse): Stagione a dir poco fallimentare per i re, che hanno compilato il peggior record della stagione, hanno cambiato molto (via lallenatore e maxi trade a metà stagione), e non sono mai riusciti a vedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Se questo non dovesse bastare, le voci di una volontà sempre più forte da parte della proprietà (i fratelli Maloof), di trasferire la franchigia in Arizona, a Las Vegas, dove i due proprietari hanno interessi economici. Reggie Theus ha pagato colpe non sue, o almeno non totalmente: il suo bomber, Kevin Martin, è stato fuori allinizio della stagione, e così quella che era comunque una squadra giovane e inesperta, si è ritrovata anche senza il suo giocatore più talentuoso, prendendo una china che non si è arrestata col tempo. Ma Martin non è stato lunico colpito da infortuni: Udrih ha saltato 10 partite, il veterano Bobby Jackson ha sempre combattuto con gli acciacchi, lunico giocatore a non aver salto nemmeno una partita è stato Thompson. Con la stagione compromessa, Sacramento ha deciso di liberarsi dei contratti di Brad Miller e John Salmons, i giocatori più importanti coinvolti negli scambi che a metà stagione hanno rivoluzionato la franchigia californiana. Mosse economiche, ma dettate anche dallesigenza di perdere qualche partita e di dare spazio ai giovani leoni sotto canestro come Hawes e Thompson. Una cosa è certa, dopo lera Divach Webber ci si aspettava delle stagioni di transizioni, ma questultima dei Kings è andata oltre le peggiori previsioni di ogni tifoso, specialmente pensando che la scorsa stagione Sacramento aveva rincorso fino allultimo (o quasi) il sogno playoff, anche se a onor del vero cera un Ron Artest in più nel motore.
LA STELLA: Kevin Martin e chi se no? Premessa, i numeri non sono tutti e vanno sempre contestualizzati. In 38 minuti di media il levriero di Western Carolina ha segnato quasi 25 punti di media, con 3.6 rimbalzi e 2.7 assist, a fronte di quasi 3 perse di media. Le percentuali di realizzazione sono il 42% dal campo e il 41% da 3. Bene, parliamone: i 24 di media sono ovviamente da prendere con le molle e da rivedere al di fuori di un contesto perdente come quello di Sacto. Il 42% dal campo non entusiasma, ma anche qui bisogna fare le dovute specifiche: Martin è prima, seconda e terza opzione offensiva di Sacramento, e il fatto di non aver unopzione credibile sul perimetro costringe Martin ha subire le attenzioni delle difese e ad aver palla in mano negli ultimi secondi dellazione. Bene il 41% da 3, segno che Kevin è molto efficace dalla linea dei 3 punti, e questo nonostante una meccanica di tiro che è probabilmente tra le più brutte viste in questi ultimi anni. La scelta di Evans potrebbe essere il preludio per una partenza di K-Mart, a meno che nella capitale californiana non pensino davvero che Evans possa diventare un play in tempi brevi (difficile).
LA SORPRESA: Spenser Hawes è un giocatore di basket, di che livello lo si scoprirà solo più avanti. Le qualità erano li da vedere, grande tecnica e mani educate, ma il vero salto di qualità fatto da Hawes è stato nellapproccio fisico. Discreto rimbalzista (7.1 carambole i 29 minuti sono un buon dato), Hawes ha dimostrato di potersi far sentire anche come stoppatore. Ma in attacco che il sette piedi uscito da Washington ha messo in mostra le cose migliori: bei movimenti sul perno, raggio di tiro che ora è arrivato oltre la linea da 3 punti (quasi il 35% sul 115 tentativi), e un bel fiuto per il passaggio. Non avrà mai una fisicità strabordante, ma questo lacuna si potrà colmare mettendogli accanto un giocatore fisico, comè ad esempio il suo compagno di reparto Thompson, altra nota lieta della disastrosa stagione dei Kings.
LA DELUSIONE: Tutti e nessuno. Si potrebbe dire così, perché effettivamente di quelli che sono rimasti nessuno ha poi deluso in pieno. Mikky Moore non ha reso quanto il suo contratto chiama a fine anno, ma il problema non è lui, è di chi ai tempi gli ha dato quel contratto non accorgendosi che quelle cifre erano drogate dalla presenza di Jason Kidd. Se proprio bisogna individuare un giocatore che non ha rispettato le attese, si può puntare il dito in direzione di Beno Udrih: lo sloveno non ha fatto male, intendiamoci, ma di certo ci si aspettava di più da lui dopo la stagione del rilancio, che laveva visto risorgere dopo gli anni di anonimato passati agli Spurs. Di certo, il mancino non era quello che Popovich non vedeva, ma nemmeno un play titolare da oltre 30 minuti di media, se non, appunto, in una squadra dal record di 16 vinte e 64 perse.
DRAFT: I Sacramento Kings hanno spiazzato molti: con Ricky Rubio disponibile alla 4, Petrie ha scelto Tyreke Evans, talento fisico e realizzativo, ma tutto fuorché un playmaker. Nellintervista post chiamata, o meglio nelle due o tre battute scambiate appena sceso dal palco, hanno fatto notare a Evans come il suo rendimento sia cresciuto nel momento in cui il suo coach ha deciso di farlo giocare da play e dargli la palla in mano. Come sempre questo tipo di interviste sono totalmente inaffidabili e pilotate. E vero che Evans ha avuto la palla in mano, ma non di certo per fare il play, cosa che non è mai stato e che forse mai sarà. Evans è una big guard che ha forza fisica, controllo di palla, eccellente talento. Più penetratore che tiratore, e questo potrebbe essere un buon punto di partenza per integrarsi con Kevin Martin. Petrie ha fiuto per il talento, ma questa volta lidea è che forse si sia spaventato del buy out che rende larrivo di Rubio in NBA quantomeno complicato. I Kings avevano anche unaltra scelta al primo giro, la numero 23 con la quale hanno preso Omri Casspi, ala del Maccabi, giocatore atletico, duro, con grandi margini di crescita. Nel roster di Sacramento è già presente un giocatore del genere, Andres Nocioni, ma il futuro è di Omri.
Alla 31 è stato selezionato Jeff Pendergraph, che però è stato subito inserito in una trade con Portland della quale parliamo sotto.
MERCATO: Per ora lunico movimento significativo è collegato al draft. Sacto ha spedito a Portland lala Jeff Pendergraph, in cambio di Jon Brockman (altra ala uscita dal draft), e di Sergio Rodriguez, play fantasioso ma con poco tiro che in Oregon non aveva spazio. Uno scambio che sinceramente lascia perplessi, perché non si vede dove Rodriguez possa trovare minuti vista la presenza di Udrih, e di Tyreke Evans, a meno che questultimo non sia stato davvero preso per sostituire Kevin Martin.
FUTURO: Difficile delineare cosa accadrà in futuro ai Kings. La situazione è molto fluida, anche se tra Casspi, Garcia e Nocioni uno è di troppo, probabilmente largentino. Larrivo di Evans, unito a quello di Rodriguez potrebbe essere il preludio per una partenza di Martin, forse proprio per volontà del giocatore. Bisognerà vedere anche quali saranno le preferenze di Paul Westphal, nuovo allenatore, nominato per riportare entusiasmo allArco Arena. Stay tune
Stefano Manuto