E un dato di fatto che lultima stagione della Scavolini Spar, da un punto di vista dei risultati, sia stata la migliore dal 2003-04 quando, sotto la gestione di Melillo, i pesaresi raggiunsero per lultima volta i playoff prima di sprofondare, per le note vicende extracestistiche, fino alla serie B deccellenza.
A coronamento di una costante risalita, infatti, lappassionato patron Vellucci è riuscito a tenere fede ai propri programmi che prevedevano un rapido ritorno nella massima divisione nonché nellelite dei playoff.
Certo, nonostante le professioni di modestia ostentate lanno scorso, si può dire che lobiettivo dei playoff sia stato raggiunto con un anno di ritardo, visti i cospicui investimenti della stagione passata, e forse proprio questo prolungarsi dellattesa ha inaspettatamente smorzato lentusiasmo che aveva avvolto la compagine pesarese fino al termine dellultima stagione.
In effetti la sfortunatissima conclusione dellultima regular season, pur non avendo causato scene di disperazione ed isteria, aveva senza dubbio lasciato un certo amaro in bocca ai tifosi il che, unito ad un fisiologico calo dellentusiasmo dopo stagioni passate nella spasmodica rincorsa al basket di vertice, aveva portato ad un clima soporifero di inizio stagione purtroppo mai più abbandonato nel prosieguo dellannata.
Non secondaria deve essere stata anche la circostanza che la campagna acquisti dellestate 2008 veniva impostata in un ottica di ben più basso profilo rispetto a quella dellanno precedente, privilegiando scelte forse di minor grido e minor costo ma di maggior concretezza.
Così, lasciati partire per svariati motivi i farfalloni Pasco, Clark e Slay, croce e delizia dellannata precedente, arrivavano i più concreti e già noti Stanic, Curry e Hurd, mentre della vecchia guardia rimanevano capitan Myers, Hicks e Zukauskas; lunica eccezione a questa ricerca dellusato sicuro era rappresentata dalla sostituzione di Pervis Pasco con il gigante nigeriano Akindele, 210 centimetri di esplosività e muscoli, ma pur sempre alla sua prima reale esperienza in un campionato professionistico di un certo livello ed ancora da sgrezzare ed affinare.
A questi si aggiungevano gli arrivi di Van Rossom, talentuoso play belga inseguito per un estate e poi ingaggiato solamente in prestito dallOlimpia Milano, Shaw, già allenato da coach Sacripanti ed in possesso si un preziosissimo passaporto italiano, e Tomassini, giovane prodotto del vivaio al rientro dopo una stagione poco fruttuosa in legadue a Pavia.
Tuttavia, nonostante Sacripanti e Vellucci ostentassero una certa sicurezza nelle proprie scelte e nel fatto che la nuova squadra fosse più forte di quella precedente, la piazza dimostrava di non gradire del tutto.
I maggiori dubbi gravavano indiscutibilmente sulla cabina di regia, affidata ad un gregarione mai visto sui parquet della massima serie e ad un giovanotto alla prima esperienza al di fuori del non irresistibile campionato belga, nonché al post di pivot, su cui gravavano ancora maggiori incognite, vista linesperienza di Akindele e lingaggio di Casey Shaw, gigante inflaccidito chiamato a prendere il posto lasciato libero dallinopinato addio di Podestà.
Altri dubbi permanevano anche sulla scelta di ingaggiare Curry come guardia titolare, giocatore certamente talentuoso ma anche tormentato negli ultimi anni da guai fisici di varia natura e per questo assai discontinuo.
Rimaneva poi Carlton Myers, capitano di vecchie battaglie pur sempre amato dal popolo, giunto allultimo anno di un onerosissimo contratto triennale e la cui presenza, sia per il suddetto contratto sia per il suo carattere notoriamente difficile abbinato ad una condizione fisica sempre più calante, si faceva sempre più ingombrante.
Sta di fatto che la stagione iniziava allinsegna di un certo torpore da parte del pubblico, come testimoniava una preoccupante inversione del trend del numero degli abbonati e degli spettatori presenti al palazzo, laddove i propositi di staff tecnico e dirigenziale erano pur sempre quelli di un raggiungimento della post season.
Tuttavia linizio della stagione pareva incoraggiante e, nonostante il passo falso della sconfitta casalinga contro Milano alla prima di campionato, la squadra riusciva a mettere in campo il credo cestistico di coach Sacripanti, fatto di gioco in velocità, transizioni e penetra e scarica, divertendo un pubblico di casa che si era fatto improvvisamente freddo ed apatico.
Il buon trend, tuttavia, era destinato a fermarsi quando, subito dopo la dilagante vittoria interna contro la Virtus Bologna, Van Rossom, fin lì in costante crescita e forse pedina fondamentale per il concretizzarsi di una grande stagione, si infortunava gravemente ad un piede.
Se le ripercussioni di questo contrattempo non si facevano immediatamente sentire, giacché la Scavolini – Spar avrebbe continuato a macinare vittorie e bel gioco fino alla fine di novembre (ed assestandosi anche in 4° posizione in occasione della vittoria interna contro Roma), a lunga scadenza la sfortuna avrebbe presentato il suo conto.
Van Rossom veniva sostituito tardivamente con litalo-americano Nardi da Avellino e inoltre, a conferma del detto che spesso piove sul bagnato, si infortunava anche il prezioso metronomo Zukauskas, fatto che accorciava drasticamente le rotazioni a disposizione di coach Pino Sacripanti.
Il mese di dicembre si tramutava così in un pianto greco in cui lunica vittoria veniva colta sul finire contro una Fortitudo già in evidente crisi didentità e che purtroppo non avrebbe impedito il verificarsi di una deludente conclusione del girone dandata, in cui la Scavolini si ritrovava tristemente undicesima e fuori dalla pur sempre ambita final eight di Coppa Italia.
Se tutto ciò era da attribuire in parte ad una buona dose di sfortuna, visto il progetto forzatamente fallito di affiancare allonesto ma limitato Stanic il più talentuoso Van Rossom e vista lassenza di una pedina assai utile come Zuka, non si possono neppure dimenticare le scommesse operate ad inizio stagione e fin lì parzialmente perse; un Curry che, come ci si aspettava, alternava lampi di classe purissima a momenti di abulia, un Akindele dal grande potenziale ma in parte inespresso ed uno Shaw che spesso era oggetto delle contumelie di un pubblico a dir la verità troppo ipercritico.
Le uniche certezze erano rappresentate dallidolo Hicks (autore di una stagione vissuta costantemente ad altissimi livelli e che lo ha portato ad essere il top scorer della regular season) e dal concretissimo Leroy Hurd.
Il tutto mentre Myers, sul quale non si può evitare di scrivere un capitolo a parte, dopo un inizio promettente cominciava a manifestare lusura delletà ma anche un certo estraniamento dal nucleo della squadra.
Il girone di ritorno proseguiva sulla stessa piatta falsariga, fatta di qualche vittoria interna e di qualche batosta esterna; sia Zukauskas che il lungodegente Van Rossom facevano rientro nei ranghi (mentre qualche guaio fisico veniva accusato da Hurd) ma ciò nonostante la squadra non riusciva a mettere in mostra qualche guizzo che potesse far pensare che la stagione potesse avere una svolta.
Anzi, dopo la bella vittoria interna contro la sorprendente Teramo (nella quale la squadra sembrava essersi scossa), si giungeva alla catastrofica sconfitta interna contro Treviso che, oltre a far sembrare definitivamente affossate le speranze di playoff, aveva fatto sbottare un inviperito patron Vellucci.
A quella debacle seguivano tre sconfitte consecutive che portavano addirittura la Scavolini Spar sullorlo del baratro, ovvero a soli 6 punti dal penultimo posto, ed a vedere il match interno contro Avellino come un match decisivo.
Lagevole vittoria che ne seguiva, se da un lato consentiva di archiviare la pratica salvezza e di scacciare inattesi fantasmi, dallaltro non lasciava presagire nulla di interessante per limmediato futuro; invece le ultime due giornate proponevano una serie di risultati positivi (tra cui la decisiva vittoria esterna contro la rivale diretta Cantù) che consentivano incredibilmente ai pesaresi di accedere ai playoff acciuffando in extremis lottava ed ultima piazza in virtù del confronto diretto favorevole con la stessa formazione brianzola.
Un epilogo incredibile soprattutto se raffrontato a quello della stagione passata quando, dopo un campionato a tratti esaltante, la squadra veniva clamorosamente esclusa dalla post season a causa dellultima sconfitta interna e di una maledetta classifica avulsa, laddove questanno, dopo una stagione anonima ma anche sfortunata, si giungeva a dei playoff forse non del tutto meritati.
Ciò che è arrivato dopo è stato il cosiddetto grasso che cola, dal momento che nessuno poteva permettersi di nutrire una benché minima ambizione contro la corazzata Siena ed in effetti, nonostante il secco 3-0 nella serie, tutto lambiente si è dimostrato più che soddisfatto dallavere offerto un buona prova nel match interno.
La stagione è così terminata nella generale soddisfazione di tifosi e società ma se linaspettato finale ha certamente rinfrancato lambiente, non ha potuto cancellare le perplessità e gli interrogativi formatisi in seno alla proprietà nel corso della stagione.
A dir la verità è stato un leitmotiv di tutta lannata il lamento di Vellucci a proposito del disamoramento del pubblico e della sempre più marcata a reperire fondi per lallestimento di formazioni competitive.
Così la conclusione di una stagione tutto sommato interlocutoria è stata loccasione per resettare con un anno danticipo il programma triennale stilato con il coach Sacripanti e per ripartire daccapo con un ridimensionamento dei costi e con un nuovo programma allinsegna della pesaresità.
Lo stesso coach, i cui risultati non sono stati assolutamente disprezzabili ma il cui contratto chiamava qualche euro di troppo, è stato lasciato libero di accasarsi a Caserta, mentre lintera sta venendo rivoltata come un calzino.
Lopzione sul contratto di Akindele, tutto sommato una scommessa vinta e con ampi margini di miglioramento, non è stata esercitata a causa dellingaggio ritenuto eccessivamente oneroso, mentre di sicuro se ne andrà anche Curry.
Lintenzione sarebbe anche quella di liberarsi di Stanic e Shaw, ingaggiati su richiesta del coach canturino ma forse inadatti al livello della massima serie, ma in questo caso il problema rimane quello del contratto in vigore ancora per un altro anno; dubbi anche su Van Rossom, in prestito da Milano e non più completamente ripresosi dallinfortunio al piede, sia per questioni di ingaggio sia perché non sembra più rientrare nel nuovo progetto.
Mentre sulla conferma di Zukauskas non paiono esserci questioni, diverso appare il discorso a proposito di Hurd, non tanto perché il suo rendimento non abbia soddisfatto ma piuttosto per il fatto che anche il suo ingaggio appare piuttosto gravoso per il nuovo corso allinsegna dellausterità.
Infine, mentre il nuovo idolo dei tifosi Hicks è stato ovviamente riconfermato a furor di popolo, il vecchio guerriero Myers è stato accomiatato in un inaspettato silenzio dopo tre anni vissuti comunque in maniera coinvolgente, come accade spesso quando cè di mezzo il moro riminese.
Si può dire che sia stata una sorta di passaggio di consegne (visto anche il fatto che il panamense sarà con ogni probabilità il nuovo capitano) tra il vecchio idolo dellInferno Biancorosso ed il nuovo condottiero, già investito a gran voce di tale ruolo dalla curva nel corso del campionato.
La ricostruzione, come si diceva, verrà eseguita allinsegna della morigeratezza e, soprattutto, della pesaresità; così, partendo dalla riconferma dellautoctono Tomassini, sono già stati presi contatti con i fratelli Cinciarini e con Michele Maggioli per un ritorno alla base che, in particolare nellultimo caso, avrebbe dellinaspettato.
Nellambito di questo progetto inizialmente lintenzione era anche quella di richiamare a casa uno di quei coach poi emigrati in giro per lItalia ma poi, per diversi motivi, le ipotesi inizialmente abbozzate di Cioppi e Sacco sono tramontate e così si è deciso di puntare su Dal Monte, anchegli come Sacripanti in arrivo da Cantù dopo delle buone stagioni.
Per il resto è ancora tutto in alto mare, ma chissà che questo nuovo trend più casereccio non possa dare nuova linfa allentusiasmo del pubblico e non possa consentire allambiente di tornare a vivere quelle emozioni recentemente vissute con la scalata al vertice del basket nostrano?
Daltra parte oramai i tempi sono cambiati e, se lambiente cestistico pesarese rimane tra i primi dItalia e se lo zoccolo duro di tifosi è giustamente tra i più invidiati da tutte le realtà nazionali, è anche vero che per raggiungere i livelli deccellenza non è più sufficiente una sana programmazione ma un investimento cospicuo e costante, cosa che, il pur encomiabile Vellucci con il suo pool di sponsor, non è in grado di garantire.