LA STAGIONE: (34/48) New Jersey è riuscita dove molte fino ad ora hanno fallito. Ricostruire, rifondare senza però affondare completamente, o per troppo tempo. Dopo la partenza di Jason Kidd, seguita da quella di Richard Jefferson, nella stagione appena conclusa i Nets hanno flirtato spesso con lottavo posto ad est, sfuggito probabilmente per le 13 partite saltate per infortunio da Devin Harris. Una sfiga che però è anche un colpo di fortuna, perché è vero che fare i playoff non è mai brutto, ma farli per essere poi eliminati al primo turno e precludersi una buna scelta al draft, può non essere conveniente. New Jersey invece, ha dimostrato di poter essere una squadra competitiva, ed inoltre ha potuto avere una scelta alta in questo draft. Stagione perdente dunque ma che non può che far ben sperare, visto lesplosione di Devin Harris, il buon impatto di Brook Lopez, ed ora, larrivo al posto di Carter, di un trio di giocatori funzionali come Lee, Battie e Alston.
LA STELLA: Devin Harris è arrivato ai Nets praticamente per Jason Kidd. Uno scambio che sembrava totalmente sbilanciato dalla parte dei Mavs, ma che invece ha regalato ai tifosi di New Jersey, un giocatore giovane, spettacolare e forte. Con tanti minuti e le chiavi della squadra in mano, Devin Harris è esploso, superando i 20 punti media e giocando una prima parte di stagione stellare, prima di essere fermato da un fastidioso infortunio. Harris ha mostrato di avere anche un grande potenziale offensivo oltre ad una già affermata reputazione da difensore. Ma se a Winsconsin prima e ai Mavs poi era conosciuto soprattutto per la sua velocità e bravura a spingere in campo aperto, nella sua prima stagione completa ai Nets, Harris ha mostrato un grande miglioramento al tiro, in particolar modo nel palleggio arresto e tiro. Una evoluzione che ha portato Devin a diventare unarma offensiva di tutto rispetto, perché latletismo e la dinamicità sono rimaste quelle di sempre. Deve crescere ancora nel tiro da 3, unopzione nella quale non ha ancora fiducia, ma che gli aprirebbe ulteriormente nuovi orizzonti nella gestione di un pick and roll. Anche nella gestione della palla deve fare ancora tanti miglioramenti, perché perdo troppi palloni, e tende a restringere gli spazi quando non è necessario. Sta crescendo nella gestione della partita, del suo ritmo, anche se limpressione è che, pur crescendo e migliorando, la sua dimensione sia quella di un giocatore che si trova a suo agio ad una sola velocità. Vediamo come si comporterà ora che non ha più un compagno accanto che domina la palla. Certamente crescerà ancora, perché il ragazzo ha mentalità ed è un lavoratore estivo.
LA SORPRESA: Brook Lopez era già considerato il gemello buono dei due (laltro è Robin Lopez che a Phoenix faceva più che altro il peluche di Shaq). Ma la sua prima stagione nella NBA, oltre ad aver rafforzato questa sensazione, è andata ben oltre le aspettative che si avevano su Brook. Partito piano, Lopez è cresciuto mano a mano che accumulava minuti desperienza in campo, una necessità per tutti i rookie, ma a maggior ragione per i lunghi, che dopo aver passato delle stagioni a fare la voce grossa in NCAA, si ritrovano a dover competere con gente grossa come loro, più forte fisicamente, più smaliziata e cattiva. Brook ha fatto tesoro del lavoro fatto nei primi due mesi, per poi stabilizzarsi vicino alla doppia doppia di media. Grosso, buone mani per segnare e per passare, Lopez non è però un rimbalzista di vaglia, colpa anche della scarsa mobilità laterale, che lo taglia fuori dalla lotta sui rimbalzi un po più lunghi. Sempre per questo motivo fatica a difendere sui P&R, ma in post e in mezzo allarea è già una presenza.
LA DELUSIONE: Come detto, la stagione dei Nets seppur perdente ha avuto alcune note liete, ma ciò non toglie che per scegliere tra le delusioni cè limbarazzo della scelta. Yi Jianlian, Josh Boone, Bobby Simmons sono i tre giocatori che più di tutti non hanno dato lapporto che ci si aspettava da loro, ma se per Simmons ormai questa sembra la china che ha preso la sua carriera dopo il contrattone firmato coi Clippers, dal cinese e lex Huskies ci si aspettava di più. Jianlian è alto, atletico, dotato di buonissima mano, eppure non è riuscito (e forse non riuscirà mai), a trasformare questo potenziale in qualcosa di utile per se e per la sua squadra. Diverso il discorso per Boone: lex Conneticut ha avuto tanti problemi dal suo arrivo in NBA, infortuni che oltre a limitarlo fisicamente, ne hanno fermato la crescita tecnica. Boone è un ottimo rimbalzista, discreto stoppatore, ma fatica a stare in campo con continuità, e questa stagione non ha fatto eccezione.
DRAFT: Il mancato accesso ai playoff ha portato in dote Terrene Williams, uno dei giocatori più talentuosi di questo draft: 2 metri, trattamento di palla di primo livello, come anche la visione di gioco, ottimo tiro da fuori, Williams sembrerebbe il giocatore ideale da affiancare al nuovo duo Harris Lee. Partirà quasi sicuramente dalla panchina, ma molto dipenderà dalle mosse che coinvolgeranno Bobby Simmons. Non è un cuor di leone, o meglio, non sembra bruciare in lui il sacro fuoco della pallacanestro, ma queste sono etichette che troppo presto vengono cucite addosso ai giocatori tecnici che sembrano far poca fatica a fare le cose (vedi Pau Gasol o anche Rudy Gay). Tecnicamente è il giocatore ideale per coprire il buco lasciato da Carter.
MERCATO: I Nets sono stati i primi ad attivarsi in modo pesante sul mercato. Vince Carter, che del trio formato con Kidd e Jefferson sembrava quello destinato a partire per primo ed invece è andato via per ultimo, è stato spedito ad Orlando in una trade che ha portato in New Jersey tre giocatori interessanti: la giovane guardia Courtney Lee, il funambolico play Rafer Alston (che torna vicino alla sua NY), e il veterano Tony Battie. Una trade che ha valenza tecnica ma anche salariale, infatti sia Alston che Battie entrano nellultimo anno di contratto, la situazione ideale per arrivare con il cap scarico alla fatidica estate del 2010. Certamente arriveranno offerte allettanti per Bobby Simmons, un altro che alla fine di questa stagione libererà 10 milioni di dollari. Difficile che i Nets se ne possano privare, a meno di unofferta davvero allettante, specialmente se il giocatore in arrivo dovesse essere un lungo, un numero 4.
FUTURO: Vince Carter è comunque un giocatore da oltre 20 di media, e la sua partenza non può essere considerata nulla ai fini della forza del roster dei Nets. Ma se è vero che è partito un giocatore di assoluto talento, è altrettanto vero che sono arrivati tre giocatori interessanti, oltre a Williams dal draft. Soprattutto Lee e Battie vanno a colmare due buchi, in guardia e in ala forte, che erano il vero tallone dAchille di New Jersey. Ma questa per i Nets sarà solo una stagione di transizione: un anno dove far crescere ancora di più Harris, Lopez, il rookie Williams e lo stesso Lee, per poter arrivare allestate del 2010 con una base solida e tanti soldi da spendere.
Stefano Manuto