LA STAGIONE: (66/16) Deludente, aldilà dei numeri e delle alchimie. I Cavs mai come questanno, con i Celtics alle corde per linfortunio a Garnett e per un oggettivo abbassamento del livello ad Ovest, ambivano, sognavano e quasi si sentivano alle dita lanello. Sensazioni frutto di una Regular Season strepitosa, chiusa con il miglior record dellintera lega, che lasciava presagire una cavalcata trionfale fino almeno alle finals. Il brusco stop imposto da Howard e soci non solo ha chiuso anzitempo lennesima stagione di LeBron James, che non è apparso esattamente contentissimo dellaccaduto, ma ha mostrato alcuni limiti strutturali che durante la stagione regolare Mike Brown aveva sapientemente occultato. Il mercato estivo sembra essersi mosso nella direzione indicata dai playoffs, visto che larrivo di [b]Shaquille ONeal[/b] permetterà di non andare sotto fisicamente contro nessuno in area e larrivo di [b]Anthony Parker[/b] aumenterà la manovalanza di livello tra i piccoli. Tali scelte però perplimono perché la sensazione che si navighi a vista e non si abbia abbastanza chiaro cosa serva ai Cavs e che tipo di [i]seconda stella[/i] affiancare a James permane. Non solo, larrivo di ONeal proporrà interessanti quesiti tecnici anche su come si adatterà il sistema difensivo dei Cavs, studiato nei minimi particolari, alla scarsa voglia di piegare le ginocchia di the Diesel, soprattutto tra novembre e marzo. Basteranno i nuovi arrivi, la voglia di rivals il proposito di giocare con James da ala forte per qualche tratto di partita, in modo da aprire il campo, a far compiere ai Cavs lultimo, agognato, gradino verso la grandezza? E un quesito questo meno banale di quel che appaia, la prossima sarà la tanto sbandierata estate 2010 e James per quanto il prossimo salary cap sarà ancora più basso, a sfavorire grossi movimenti sul mercato dei free agent, potrebbe essersi anche stancato di Cleveland e dei Cavs.
LA STELLA: [b]LeBron James[/b] ha disputato una stagione da 28 punti, 8 rimbalzi e 7 assist di media, sfiorando il 50% dal campo, fattutato ulteriormente salito nei playoffs quando si è assestato su quote irreali: oltre 35 punti, quasi 10 rimbalzi e 7 assist di media, sfondando il muro del 50% al tiro. Cifre quasi irreali, che raccontano fino ad un certo punto il dominio totale che in certi frangenti (in realtà piuttosto lunghi) il prodotto della St. Vincent-St. Mary High School ha esercitato su avversari, compagni e gioco in generale. Un dominio che però nelle finali di conference contro i Magic gli è costato caro. Se da un lato infatti in certi momenti James è sembrato realmente solo, con compagni spariti dal campo o incapaci di sostenerne le aspirazioni, dallaltro è apparso chiaro come Van Gundy abbia preferito concentrarsi sugli altri, sfidando James a vincere le partite da solo. Non che il 23 non ci sia andato vicino, visto che eccetto gara 3 e gara 6 le partite si sono sempre decise in volata, ma la scelta di isolarsi ha penalizzato un sistema come quello dei Cavs che non ha giocatori (eccezion fatta ovviamente per James e forse Williams) in grado di crearsi conclusioni da soli. Il prossimo anno si prospetta per lui un utilizzo da power forward per sfruttarne le capacità a rimbalzo e per aprire ancora di più il campo, cè curiosità attorno a questo progetto così come cè curiosità per comprendere come andrà la coesistenza con ONeal, giocatore statico e per niente propenso , come Zydrunas Ilgauskas, ad aprirsi per il jumper, che andrà inevitabilmente a rendere più complicate le [i]zingarate[/i] in penetrazione dello stesso James.
LA SORPRESA: Oggettivamente è difficile parlare di sorpresa in un team estemamente quadrato come quello allenato da Mike Brown. Volendo forzare la mano si potrebbe parlare di sorpresa riguardo a Mo Williams, mai così ad alti livelli come questanno, come confermano i 18 punti e 4 assist di media sciorinati in stagione regolare. Qualche dubbio è sorto nei playoffs e segnatamente nella serie contro i Magic quando il nostro è un po sparito dal campo, non trovando la mira al tiro e perdendo quelle iniziative che erano ossigeno puro per un attacco privo di inventiva e talento in contumacia James. E chiamato ad una stagione ancor migliore, sia dal punto di vista dei numeri personali che da quella delle scelte, essendoci ora Shaq da alimentare in post, vedremo come reagirà.
LA DELUSIONE: [b] Zydrunas Ilgauskas[/b] ma in generale l[b]intero pacchetto lunghi[/b] dei Cavaliers. [i]Z[/i], come lo chiamano tutti in America per la difficoltà nel pronunciarne soltanto il cognome (lo speaker dei Cavs questanno non è stato molto fortunato, tra lui e Wally Szczerbiak) è stato solamente il peggiore di un gruppo che è stato letteralmente spazzato via dai Magic. Non solo lo strapotere fisico di Howard ha mostrato come nessuno potesse contrapporre abbastanza muscoli e testosterone in area, forse ad eccezione di Varejao, picchiatore degno dei bad boys degli anni 80, ma che oltre a mezzucci e trucchetti può contrapporre una cattiveria ed una durezza fuori dal comune a costo però di rischiare di finire out per falli dopo poco più di un quarto. Ilgauskas, ma anche Wallace e Smith non solo hanno mostrato la loro totale incapacità di dare un minimo argine alle sfuriate atletiche di Howard, ma sono stati esposti anche ai problemi causati da Rashard Lewis, visto che nessuno di loro aveva piedi abbastanza veloci per rincorrere lex Sonics sullarco. Ne è uscita una serie assolutamente negativa per tutti, e se larrivo di Shaq (ma come andrà la convivenza con Ilgauskas?) potrebbe aver portato una soluzione (a breve, ONeal in estate scade e libera 20 milioni) per ciò che concerne la massa muscolare in area, per quanto riguarda il come arginare le ali forti perimetrali siamo ancora ai nastri di partenza, fatto salvo un utilizzo davvero massiccio di James in ala forte, che in questi playoffs però non è mai stato provato.
DRAFT: Al primo giro, ultima chiamata, è stato pescato [b]Christian Eyenga[/b], un congolese di 20 anni che aveva, come massima espressione, calcato i parquet delle leghe minori europee (salvo una comparsata in Eurolega con la maglia dello Jouventut, che ne detiene i diritti). Una scelta che ha lasciato interdetti molti addetti ai lavori, chiaramente non è che si pensasse di prendere, a fine primo giro,un giocatore in grado di fare la differenza, ma età, fondamentali ed IQ cestistico non sembrano essere sufficienti nemmeno ad entrare a far parte della rotazione. La sensazione, a meno di clamorose svolte, è che i Cavs abbiano semplicemente buttato la scelta in modo da non trovarsi un contratto garantito sul groppone per il prossimo campionato.
MERCATO: Detto degli arrivi di ONeal (in cambio del deludentissimo Wallace e del sopravvalutato Pavlovic) in area e di Anthony Parker sul perimetro e considerando che difficilmente il prossimo anno vestiranno la casacca dei Cavs Szczerbiak e Smith, cè da annotare il rinnovo (sanguinoso per la dirigenza) di [b]Anderson Varejao[/b] ad una cifra attorno ai 50 milioni di dollari per i prossimi 6 anni. Il brasiliano è probabilmente il giocatore che maggiormente trae vantaggio dal giocare con James, grazie alla sua velocità di piedi, al pedissequo movimento senza palla ed alla disponibilità al sacrificio, oltre che alle indubbie qualità difensive. Il suo rinnovo per proseguire in direzione di un gruppo solido era imprescindibile per i Cavs ed anche se la cifra spuntata sembra leggermente alta, lasciarlo andare non era unalternativa percorribile. Da rimarcare inoltre che, prima di una svolta a 360 gradi che lha portato a firmare per i Lakers i Cavs avevano virtualmente chiuso la trattativa che li avrebbe portati ad aggiungere [b]Ron Artest[/b] al loro roster, a rimarcare come la sensazione che i giocatori da affiancare a James sia piuttosto casuale, al contrario di ciò che accade per i gregari, periziati e scelti secondo regole abbastanza standard(i piccoli devono essere buoni difensori e soprattutto grandi tiratori, disponibili a giocare di squadra e svegli sugli scarichi, i lunghi, e qui larrivo di Shaq stona, devono essere poco interessati ad avere larancia tra le mani, devono aprire larea ed essere buoni bloccatori) a ciò va aggiunta anche la corsa, persa, ad accaparrarsi i servigi di [b]Rasheed Wallace[/b], finito poi ai Celtics. E infine notizie delle ultime ore che i Cavs abbiano firmato com unoffer sheet lex Raptors [b]Jamario Moon[/b], ala piccola atletica e poco tecnica, che andrebbe ad allungare la panchina a disposizione di coach Brown, mentre sembra abbandonata la pista che porta a Sean May.
FUTURO: Incerto, sicuramente. I Celtics sembrano avere almeno unaltra annata nelle gambe, i Magic hanno stravolto lassetto che li ha portati in finale ma non si possono sottovalutare, mentre ad Ovest ci saranno da valutare i nuovi Lakers ed il ritorno di vecchi leoni come Spurs o di giovani team come i Blazers. La sensazione è che lanno buono fosse quello scorso e che se anche questanno le cose dovessero andar male la tentazione di James sarebbe quella di ricominciare da qualche altra parte. Per questo e non solo la stagione dei Cavs, che giova ricordare hanno il sesto payroll dellintera lega, assume i toni forti classici di quei periodi destinati a cambiare, in un modo o nellaltro, le cose.