Dalla fine del campionato tiene banco lo scontro tra Lega e Fip sul numero di stranieri utilizzabili nel prossimo campionato.
Semplificando al massimo. La Fip, nellinteresse della nazionale e del movimento, spinge per un campionato italiano che parli sempre più italiano. La Lega rivendica minori vincoli per i club sul piano dei tesseramenti; questo sia per ragioni economiche (gli italiani sono pochi e perciò costano molto e sicuramente troppo rispetto al loro valore), sia nellottica di non perdere ulteriore terreno in Europa in termini di competitività (considerazione che non vale solo a livello di club: come potrebbero infatti uscire grandi giocatori italiani da un campionato di basso livello?).
Ma analizzare la situazione in tutti i suoi aspetti e passaggi si presenta assai complesso. Nellaprile dello scorso anno le Commissioni di Fip e Lega avevano stilato una bozza dintesa relativa al processo di italianizzazione del campionato, che avrebbe dovuto concludersi nella stagione 2012-13, con lobbligo di mettere a referto sei italiani di formazione. Da allora cosaltro si è pianificato? Cosa si sono detti Meneghin (presidente della Federazione) e Renzi (presidente della Lega) in questi ultimi otto mesi? Al dì la della bontà o meno delle scelte, ci sono stati accordi disattesi, decisioni indebitamente unilaterali, prevaricazioni? Sarebbe bello saperlo
In ogni modo, nel ricostruire la vicenda (unico proposito di questo pezzo: lascio giudizi e opinioni agli eventuali commenti dei lettori) parto dalla delibera del Consiglio Federale dello scorso 21 febbraio, che ha sancito, [b] per la stagione 2009-10, liscrizione a referto di 6 atleti non formati in Italia, di cui massimo tre che siano contemporaneamente non comunitari UE e non comunitari Fiba [/b]; sul punto ricordo che la Federazione ha anche stabilito [b]la parificazione tra giocatori europei di area UE e quelli di area extra-UE (es. serbi, croati, russi), che vanno perciò considerati tutti comunitari[/b].
La successiva delibera del 15 maggio (quella che ha acceso la miccia) riguarda invece leleggibilità dei giocatori per le stagioni 2010-11, 2011-12 e 2012-13 e stabilisce:
[b] – Giocatori stranieri. Massimo 6 atleti non formati, di cui massimo 2 non comunitari UE e non comunitari Fiba (formula 2+4); oppure massimo 5 atleti, di cui massimo 3 non comunitari UE e non comunitari Fiba (formula 3+2). I club nel corso della stagione possono passare dalla formula 2+4 alla formula 3+2 e viceversa.
– Giocatori italiani. Minimo 5 atleti formati e selezionabili per la Nazionale e massimo 1 atleta non formato e/o selezionabile per la Nazionale. [/b]
Lultimo punto, quello sui giocatori italiani, ha importanza tuttaltro che marginale. Evito (per rispetto del lettore) di dilungarmi sulle cervellotiche definizioni di giocatore di formazione italiana e giocatore selezionabile per la nazionale; sarebbe interessante accennare ad alcuni discutibili (eufemismo) effetti dellapplicazione di regole basate su tali definizioni, ma andiamo oltre. Pare che anche tale disposizione, maggiormente limitativa rispetto a quella in vigore per il campionato 2009-10 (che prevede che solo 4 dei 6 italiani da schierare obbligatoriamente siano eleggibili per la nazionale), abbia scontentato parecchio i club.
Per questo motivo, [b]oltre a quello di ridurre già dalla prossima stagione (con un anno di anticipo, pare, rispetto a quanto concordato a suo tempo) il numero di extracomunitari da 4 a 3, [/b] l8 giugno la Lega ha annunciato il blocco del campionato 2009-10, nonché il boicottaggio dalle nazionali giovanili degli atleti tesserati con i club di Serie A. La Lega sta anche valutando la possibilità di organizzare un campionato giovanile parallelo a quelli Fip.
Ad oggi la posizione della Lega (che chiede il mantenimento della formula 3+3 per altre due stagioni) non è mutata di una virgola. Così come quella della Fip: Meneghin, indignato per il boicottaggio degli giocatori delle giovanili (minaccia in effetti poco elegante, alla quale per altro non tutti i club hanno aderito), ha infatti ribadito più volte che non è disposto a trattare sul numero di italiani da mandare a referto.
Pronostici? Beh, questa volta potrebbe non andare come sempre: le posizioni di Lega e Fip sono così distanti che risulta azzardato pronosticare la solita soluzione allitaliana, raffazzonata ma accomodante.
In fondo, chi avrebbe mai potuto prevedere la nascita dellUleb, organismo che, ricordo, ha preso vita (ed è forse tuttora) al di fuori del CIO, il comitato cui ogni altra federazione sportiva del mondo (NBA compresa!) è subordinata? Rivoluzioni sono allora possibili anche in casa nostra…