Ci siamo abituati con troppa facilità a valutare le nazionali europee e in generale di area FIBA per quanti giocatori NBA hanno nel loro roster, nelle varie manifestazioni continentali e non.
Se la matematica non è un’opinione, anche in casa nostra dovremmo averne qualcuno. Ma come sappiamo non è bastato. Questa premessa per dire che la Serbia, squadra giovane e di grandissime prospettive è arrivata a conquistarsi una medaglia d’argento davvero meritata, cedendo solamente di fronte alla super-potenza Spagna.
Inutile continuare il confronto, se poi proposto tra gli spagnoli e la loro situazione in patria (come lega, organizzazione, televisione, popolarità, metodi, ecc.) e noi del Bel Paese. Così è, per ora, e non si capisce come potrebbe cambiare.
Ma siamo qui per celebrare la vittoria di una nazionale pigliatutto, che anche in questo Europeo ha dimostrato la sua grandezza, confermata tale – guarda un po’ – anche sotto la guida dell’italianissimo Sergio Scariolo, fuggito all’estero come i migliori “cervelli” italiani nel decisamente più importante settore della ricerca scientifica. Ma il discorso è comunque paragonabile, e scusate la bestemmia.
La finale non ha storia, se non quella a senso unico di una Spagna capace di aggredire immediatamente la gara, di aprire il campo per Gasol (18+11 per il fresco campione NBA) e per ammazzare la difesa serba col tiro da fuori. Dopo i primi 10 minuti la partita è già finita, 24-14 per le “furie rosse”, che non si fermano grazie ai punti di Fernandez e Navarro. Il divario si fa preoccupante all’intervallo lungo, e col conforto di un +23 a favore la Spagna capisce che il gioco è fatto e amministra fino alla sirena finale. 85-63 il punteggio conclusivo e Spagna campione.
La Serbia dicevamo…non certo la nazionale “tipo” di cui sopra, con tanti NBA players in campo, ma giovani dalle bellissime speranze. Si mette in mostra Velickovic, ben coadiuvato da Tripkovic, entrambi autori di 15 punti, e in generale vista l’assenza di tanti grossi nomi, torna ad un successo, come comunque è l’essersi aggiudicati una medaglia d’argento, ribadendo la capacità mai scomparsa di sfornare giocatori in continuazione dal proprio, e apparentemente, inesauribile, serbatoio.
Sul gradino più basso del podio sale la Grecia dopo una gara che comunque valeva il bronzo ma tra le più noiose dell’intera rassegna: battuta la Slovenia 57-56 nonostante un buon Lorbek da 12 punti, con le percentuali dal campo che condannano i nostri “vicini di casa”, così definibili per questioni storiche e geografiche, non certo per una comune visione sul come si gestiscono i settori giovanili e il basket in generale.