Raggiungere la quota playoff e non poter disputarli per la classifica avulsa lascia lamaro in bocca, ma se ciò accade a una neopromossa, per giunta debuttante in serie A, allora si può vedere il bicchiere mezzo pieno e dire che è stata una grande stagione.
Così la Carife di Giorgio Valli, che tutto avrebbe voluto al suo esordio nel massimo campionato ma non certo il famolo strano in cui è stata protagonista.
Calendario già penalizzante, due Usa al debutto italiano (addirittura una matricola, Riley, laltro un ottimo rimbalzista che si era messo in luce in Israele, Ebi). Indovinate qual era lobiettivo? esatto, la salvezza, e poteva anche starci. Ossia vincere almeno una partita ogni tre e arrivare a quota 20, che in un torneo a 16 squadre statisticamente è sufficiente.
Inizio altalenante, esperienza cercasi, qualche buona prova (battute in casa Treviso e Roma) ma il bilancio è in rosso e prima di Natale arriva la prima scossa: via lacerbissimo Riley, arriva il collaudato Apodaca, un po di pancetta da smaltire ma il talento e la capacità di fare canestro sono sempre le stesse. Anche la testa, purtroppo. Già, perché al debutto di Udine il portoricano viene sorteggiato per lantidoping e poco dopo lEpifania arriva per la Carife il carbone amaro: squalifica di sei mesi per tracce di cannabis. La botta è tremenda, squadra e società rimangono stordite ma cè da giocare subito, il gm Sandro Crovetti fa un miracolo e porta a Ferrara nientemeno che Allan Ray, scaricato dalla Lottomatica che aiuta la Carife anche economicamente pur di toglierselo dai piedi. Senza un americano in campo (ma Ray era già in tribuna) la truppa di Valli allultima dandata va a battere la Sutor a domicilio. E linizio della riscossa. La talentuosa guardia ex Boston si ambienta subito a Ferrara, Roma è solo un ricordo, con la sua classe e la sua naturalezza nel giocare a basket fa una cosa molto semplice: dà fiducia a tutta la squadra, soprattutto ad Andre Collins, coinvolto nel marasma causato dallinesperienza di Riley e fino a quel momento al di sotto delle aspettative. La Carife si ricompatta, sotto canestro la coppia Jamison-Ebi fa muro, e il girone di ritorno è una cavalcata verso la salvezza, con vittorie importantissime (a Roma e – senza Jamison – a Cantù), lo scippo subìto a Milano, lo scalpo di Virtus e Fortitudo, mettendo in mostra il miglior basket della serie A dopo quello di Siena (questo il parere di numerosi esperti). Playoff sfiorati, quasi non voluti (la sconfitta ai supplementari in casa con Biella ha lasciato un po perplessi), ma va bene così, il 10 maggio è già vacanza.
Bisogna fare i conti con il nuovo regolamento che impone il sacrificio di un americano. Via Collins, ma si sapeva, confermatissimo il totem Jamison (un po di tira e molla sullingaggio, ma lesito era pressoché scontato), idem per lo svedese tuttofare Nnamaka (difesa, rimbalzi e signorilità a disposizione della squadra); rimangono anche capitan Farabello, Brian Sacchetti e il sempreverde Zanelli. Si scommette sul giovane ferrarese Valerio Mazzola, appetito al piano di sotto ma desideroso di rimanere un altro anno con la squadra. Resta anche Max Rizzo, 40 anni ma utilissimo in allenamento e nello spogliatoio.
Valli e lassistente Morea si fanno una scorpacciata di basket nelle summer league oltreoceano per scegliere un giocatore ad hoc per questa squadra, cercando di non ripetere lerrore di un anno prima. Crovetti lavora come al solito bene, porta a Ferrara quel Sangarè che a Milano è stato inspiegabilmente chiuso da un evanescente Price, e sbarca a Ferrara con voglia di dimostrare il suo valore. Un play ordinato, altruista, dal tiro discreto, ma la dote più importante è quella di essere una persona educata, seria e con un cuore grande così. In ogni caso si tratterà di un grande acquisto (contratto triennale).
Salutato anche Marco Allegretti, la cui giusta dimensione è la Legadue nella quale sa eccellere, allombra del Castello Estense arriva da Scafati un combattente puro, Joel Salvi, che Valli aveva già allenato e col quale ha avuto un ottimo feeling.
Dagli Usa, voluto dal coach, sbarca con la bellissima moglie il 28enne Luke Jackson, ala di 2.01 che lNba la conosciuta proprio, gran tiratore da fuori, credenziale sì importante ma seconda al fatto che sa fare proprio tutto e tratta benissimo al palla. A nostro parere sarà tra i protagonisti del campionato.
A completare la panchina sarà Borsato, giovane del vivaio trevigiano che è stato bene in campo a lungo in Legadue con Pistoia e Roseto.
Tutte queste operazioni di mercato si svolgono mentre si cerca di trovare un accordo per la riconferma di Allan Ray, che chiede però una cifra non presente nel portafogli del presidente Mascellani. La trattativa va per le lunghe ma arriva la notizia di un serio infortunio al ginocchio, urge intervento, la rinuncia a Ray diventa obbligata, e Valli chiede un giocatore dalle caratteristiche simili. A fine settembre il roster si completa con lottimo Anthony Grundy, reduce da una stagione super in Grecia, e già noto in Italia per avere giocato con profitto a Teramo. Tutti contenti, la squadra è fatta, il tasso tecnico è elevato, decisamente più di quella allestita un anno prima.
Anticipiamo quello che sarà detto nel corso della presentazione della squadra, ossia che lobiettivo è la salvezza, pur sapendo che con questi giocatori si deve fare un pensiero ai playoff.
La Carife sembra più pericolosa dal perimetro, sotto canestro Jamison non ha alternative, anche se Salvi è un jolly utilissimo e il giovane Mazzola sembra aver trovato la giusta grinta e personalità per stare in campo decorosamente far così rifiatare il pivot titolare.
Il precampionato della squadra ferrarese è stato analogo a quello delle altre contendenti: qualche infortunio, muscoli affaticati, molte rotazioni per trovare la giusta amalgama. A questo ha puntato coach Valli, più che a vincere in settembre: la ricerca continua del compagno, il passaggio a quello in posizione migliore, in ogni azione tutti toccano la palla finchè non giunge a destinazione nelle mani giuste.
E una Carife che sa difendere e ha punti nelle mani, non ha torri che svettano ma ha la solidità per reggere lurto di squadre più attrezzate fisicamente. Ai tifosi è piaciuta, è stata superata la quota abbonati di un anno fa (1.521 tessere fino a venerdì scorso, campagna ancora aperta), cosicchè il palasegest sarà un vero fortino per la truppa bianconera. Lentusiasmo a Ferrara è alle stelle, deve rimanerci.
Riccardo Comastri