Se Memphis è stata la vittima sacrificale dell’ultima stagione, grazie ai rinforzi e ai movimenti estivi, nell’annata 2009-2010 ormai alle porte la Southwest Division vedrà le proprie squadre lottare per non arrivare ultime, rischio grossolano e non improbabile per diverse squadre.
Con San Antonio e Dallas a contendersi il titolo divisionale, Houston in evidenza soprattutto per i forfait di Yao e McGrady, la stessa Memphis possibile sorpresa, ma con troppi punti di domanda, e i New Orleans Hornets attesi ad una conferma ad alto livello, la division più calda (ma forse solo guardando al termometro) di tutta la Lega apre i battenti di una lotta senza quartiere e dai difficili pronostici.
[b]Dallas Mavericks[/b]
Eterna promessa non mantenuta, la squadra del vulcanico Mark Cuban s’è mossa sul mercato nell’ennesimo tentativo di offrire a Dirk Nowitzki il miglior supporting-cast possibile. In estate sono arrivati Shawn Marrion e Drew Gooden, due personaggi tra i più adatti alla riapertura in grande stile del “flying circus” guidato da Jason Kidd. Con qualche mese di riposo in più rispetto alla scorsa annata (causa Olimpiadi) Kidd è atteso ad un ritorno al passato, fatto di rimbalzi, contropiede e leadership in cabina di regia. Josh Howard e Jason Terry restano alternative importanti e minacciose in attacco, mentre Coach Carlisle dovrà dare quella quadratura al cerchio dei Mavs che è sempre mancata per fare il passo decisivo verso l’anello.
[b]Houston Rockets[/b]
Un tempo sarebbe stato impensabile pronosticare un roster come quello dei Rockets addirittura lontano dalle posizioni che contano nella classifica della propria division. Ma senza McGrady e Yao le caratteristiche di giocatori come Battier, Scola e Lowry, che ben si sposavano con quelle del duo di superstars (o presunte tali?) rischiano di disperdersi come la sabbia del deserto texano. Tracy rientrerà durante la stagione, probabilmente prima di Natale, ma le sue condizioni resteranno come sempre IL punto di domanda della stagione dei Rockets. Probabile invece che Scola possa trarre qualche vantaggio dall’area sgombra dall’ombra – e dal piede malato – del Cinesone, nel momento in cui Houston saprà riorganizzarsi con un gioco basato principalmente sulla pericolosità perimetrale, sulla scia degli Orlando Magic, ma non avendone certamente i tiratori. Tira brutta aria dalle parti della Nasa…
[b]Memphis Grizzlies[/b]
Tutta da scoprire la creatura del GM Wallace, non famosissimo dalla parti di Boston per la gestione del mercato. Iverson arriva come una stella sulla via della pensione, e Zach Randolph come una potenziale doppia-doppia vivente se concentrato ogni sera e un minimo in forma fisica. Sì, buona notte! La crescita di una squadra che ha lavorato tanto negli ultimi draft per cambiare il proprio destino è nelle mani di O.J.Mayo, al quale però non sembra che siano stati affiancati i giusti veterani per farlo maturare. Tanti dubbi nella testa di Coach Hollins e tanti mal di testa dietro l’angolo del primo scontro in spogliatoio, con protagonisti A.I. e Randolph, non certo gli angioletti che tenevate appesi sopra al lettino da bambini.
[b]New Orleans Hornets[/b]
Byron Scott comincia ad avere una strana tendenza, quella di portare le proprie squadre ai massimi livelli nelle prime annate di permanenza su quella panchina, per poi scivolare lentamente verso l’addio e un incarico futuro, altrove. Due anni fa la squadra della Louisiana fu la grande sorpresa della stagione, vincendo la division e portando Chris Paul vicinissimo al titolo di MVP. Nulla di tutto questo è successo invece nel 2008-2009, con un’eliminazione al primo turno dei playoffs che ancora brucia. Così la dirigenza ha deciso di cambiare: via Chandler in cambio di Okafor (rotto, al momento) e Rasual Butler, finito ai Clippers. Degli scambi che non hanno di certo fatto la felicità di CP-3 e che altrettanto sicuramente non hanno rinforzato il roster. Se si ricostruisce ora pensando di ripartire solo da Paul e il pur ottimo David West si fa un grossissimo errore, ma nella città del jazz sembrano non accorgersene.
[b]San Antonio Spurs[/b]
Pop sà di non avere ancora molto tempo. La sua carriera è legata a doppio filo a quella di Duncan, non più un ragazzino, che di certo ha “scollinato” verso le ultime stagioni della sua inimitabile carriera. Ora e subito, è il motto degli Spurs di questo e dei prossimi anni. Per tornare alle Finali, per vincere un altro anello, R.C. Buford ha portato in Texas gente solida come McDyess e Ratliff, ha aggiunto al back-court un giocatore intelligente e poliedrico come Richard Jefferson, per circondare nuovamente il Caraibico di compagni all’altezza. Tornati in piena forma sia Parker che Ginobili è facile immaginare che gli Spurs suoneranno la carica ogni sera, in questa stagione, proprio quando – Lakers a parte – sembra che l’inerzia della Lega ricominci a pendere verso Est, come succedeva anche molto prima dello sbarco su questo pianeta di Sua Maestà Michael Jordan.