[b]Armani Jeans Milano – NGC Cantù 73-53 (14-16, 33-24, 51-41. 73-53)[/b]
Trinchieri nel prepartita sembrava già rassegnato ad una sconfitta in terra milanese, affermando lapidariamente che anche con una vittoria, i cugni non li avrebbero raggiunti in classifica e così è stato.
Milano ha sofferto molto durante il primo tempo, sbloccandosi poi nella seconda frazione grazie ad un Hall sempre più in versione Dr.Jekyll e Mr.Hide, che in questa situazione ha risolto la partita per i padroni di casa.
Cantù entra in campo con la precisa idea di giocare sotto ritmo, provando a diminuire il più possibile il numero dei possessi, anche alla luce del fatto che Lydeka e Jeffers (contrariamente alle dichiarazioni dei giorni precedenti) sono in tenuta da gara, ma solamente in caso di necessità.
Il quintetto canturino è rivoluzionato con Ortner e Leunen a dare filo da torcere ai milanesi che con la solita scellerata gestione della palla in attacco regalano tante possibilità agli ospiti. La partita è equilibrata, al primo riposo Cantù è avanti e Milano è a contatto solo grazie a qualche buona iniziativa di Mancinelli, ma nella seconda frazione con l’innesto di Bulleri da playmaker ed i primi segni di vita di un “polemico” Hall, Milano prova a mettere la freccia e scappare.
Cantù si ferma per tre minuti, affidandosi solo a qualche invenzione del povero Mazzarino e prende il primo parziale che indirizza il match verso i colori biancorossi.
Al rientro dagli spogliatoio incomincia il “Mike Hall show” che vede protagonista il coloured prima in difesa ed a rimbalzo, rispetto all’attacco. Il linguaggio del corpo è inspiegabilmente iper-aggressivo: in difesa è un mastino, a rimbalzo è quasi incontenibile, mentre in attacco fa giocare la squadra e serve anche due assists di alta fattura contro la zona avversaria.
Quando poi comincia a far canestro dalla distanza (curiosa una tripla aperta dalla punta che lo vede tornare verso la propria metà campo appena dopo il rilascio della palla, convinto del canestro) si fa davvero buia per Cantù che prende la seconda imbarcata del match, che risulterà decisiva. Anche Mordente, in ottimo stato di forma, mette la sua firma sul parziale definitivo dei milanesi, che anche in questa circostanza vede in campo Bulleri a ispirare le danze. Il Bullo è stato l’mvp nascosto di questo match perchè ha portato tanta solidità nella gestione del pallone, tanta linearità e soprattutto una difesa intensa e di voglia che ha trasmesso sicurezza ad un reparto arretrato che con Finley in punta aveva decisamente patito rotazioni premature.
Per Cantù non bastano le comparsate in campo di Lydeka e Jeffers, assieme alla sapienza di Mazzarino e qualche canestro di Markoishvili. La squadra resta in partita praticamente solo per un quarto, ma soprattutto incappa in una sconfitta molto pesante che, se sulla carta può essere anche accettata, lo è molto meno per come è maturata. La squadra di Trinchieri è risultata molto vuota e con poche idee, ma soprattutto arrendevole al contrario della norma e siccome perdere un derby non fa mai bene, a Cantù si aspetteranno un pronto riscatto.
[b]Quotes:[/b]
[u]Trinchieri:[/u]
La panchina di Milano è stata la chiave della partita, infatti si sono alzati Rocca, Hall, Acker e Bulleri, mentre noi abbiamo ricevuto solo 9 punti dalla nostra. Non mi sento di criticare la squadra perchè ormai da settimane ci alleniamo a ranghi ridotti ed anche oggi eravamo in difficoltà. Abbiamo fatto una discreta prova difensiva, ma abbiamo sofferto la fisicità di Milano che ha limitato la qualità dei nostri riferimenti offensivi.
[u]Bucchi:[/u]
Siamo riusciti ad eseguire il nostro piano partita, abbiamo difeso in modo decisamente più intenso portando Cantù a forzare moltissimo i tiri nel secondo tempo. Questo ci ha permesso di andare maggiormente in campo aperto e di trovare soluzioni a noi più congeniali.
Siamo soddisfatti della partita, ma questo deve essere semplicemente il punto di partenza, perchè abbiamo uomini di valore per elevare la nostra qualità di gioco e di conseguenza i nostro risultati.
Un grazie particolare anche al nostro pubblico che oggi era numeroso e ci è stato vicino con calore.