[i]”Nella mia vita non ho mai assistito a nulla del genere, non so quali provvedimenti prenderà la Nba, certo che abbiamo assistito a uno spettacolo inqualificabile”[/i] Larry Brown.
Arrivati al giro di boa con la nostra rubrica, è tempo di trattare, ahimè, anche di una delle pagine più nere dell’intera storia della pallacanestro, un giorno che difficilmente l’NBA e i suoi milioni di fans potranno dimenticare vista una tale violenza degna del solo telefilm Walker Texas Ranger…solo che a Detroit, si faceva sul serio. Ripercorriamo dunque passo dopo passo l’ormai noto fattaccio.
19 novembre 2004, al Palace of Auburn Hills, nell’omonima cittadina un poco fuori Detroit city, va di scena il confronto fra Pistons e Pacers, Indiana è priva dell’infortunato Reggie Miller e i rapporti tra coach Carlise ed Artest sono già molto difficili, vista la stramba richiesta di quest’ultimo di poter non presenziare agli allenamenti per ben un mese causa l’incisione di un nuovo disco. Inoltre la partita si prospettava come un rematch della stagione precedente dove la squadra guidata da coach Larry Brown aveva demolito in Finale di Conference proprio i Pacers, vincendo poi il titolo contro gli ultimi Lakers targati Shaq&Kobe.
Detroit vola subito sopra di 16 punti all’intervallo e con un parziale di 9-2 a inizio terzo quarto sembra mettere già i titoli di coda, gli ospiti però lentamente si rifanno sotto e con cinque punti firmati Jamaal Tinsley in meno di 30 secondi è proprio Indiana a tornare al comando. L’ultimo periodo è dunque ben combattuto (perdonate il gioco di parole): Hamilton ridà ai compagni un buon vantaggio, ma Stephen Jackson preme il turbo ed accorcia le distanze rendendo inevitabile ai due coach la scelta di far restare in campo fino alla fine le proprie star, un finale di gara che però conserva il tristo spettacolo.
Così, sul punteggio di 97-82 in favore dei Pacers, e con 45.9” ancora da giocare scocca la prima scintilla: Ben Wallace penetra verso canestro per un facile ed ormai inutile layup, ma “Ron Ron” non ci sta e commette un duro e stupido fallo da dietro scatenando tutta l’ira di “Big Ben”, già certamente frustato per la L in arrivo. La reazione del centrone è ancora più violenta e così, dopo un forte spintone e qualche manata, Artest decide bene di abbandonare la mischia preferendo lasciar discutere le due panchine e andandosi a sdraiare sul tavolo dei commentatori per riprendersi dal duro colpo subito.
La situazione dunque sembra placarsi con gli arbitri che si riuniscono discutendo sul da farsi, ma proprio in quel momento dagli spalti un tifoso, chiaramente contrariato dal comportamento del Bad boy di Indiana, scaglia un bicchiere pieno di birra che va a colpire dritto dritto l’ala dei Pacers sul petto: Ron, fuori di sé, risponde subito correndo tra gli spalti e iniziando un pestaggio con un fan, ritenuto erroneamente il responsabile; a dargli corda Jackson con secchi pugni a chiunque fosse ancora intorno. Il Palace così, ormai trasformato in un vero e proprio ring, si svuota velocemente tra rabbia, insulti, grida e le lacrime di innocui bambini testimoni di un tale show; come se non bastasse Artest sulla strada verso gli spogliatoi trova ancora modo di fare a botte gettando a terra altri due tifosi, uno dei quali messo a KO da un devastante pugno di JO O’Neal. Il ritorno nei tunnel, dunque, si trasforma in una vera e propria forca caudina.
Tra calci, pop corn e persino un seggiolino volante, gli arbitri si troveranno infine costretti a sospendere il match, decretando la vittoria degli ospiti, una W che però avrà conseguenze pesantissime: ai nove tifosi feriti, due dei quali portati d’urgenza all’ospedale, si andranno infatti nelle successive ore ad aggiungere lunghe squalifiche per i componenti di entrambi i team, accompagnate anche da sanzioni di natura legale.
Riguardando i filmati a quasi cinque anni di distanza da quella pazza serata, colpisce soprattutto la determinazione con cui Ron Artest, si lanci sulla folla per farsi giustizia, giustizia che però, come ovvio che sia, si ripercuoterà solo sul giocatore stesso, mandandolo anticipatamente in vacanza di un bel po’ di mesi: con questo comunque non si vuole relegare l’ex Pacers alla sola immagine della testa calda, del rissaiolo, smentita infatti da ciò che negli ultimi anni “Ron Ron” sta dimostrando grazie alla grande grinta messa in campo ogni match, come ora con la jersey gialloviola (13+5 di media), ma cancellare ciò che avvenne quel giorno non sarebbe giusto per chi ha dovuto subire la pazzia di qualche giocatore, ma soprattutto perché si possa imparare a rispettare le regole nella serena convivenza tra pubblico e i propri beniamini: insomma, che un caso simile non si ripeta mai più!
[b]Provvedimenti:[/b]
[u]Ron Artest[/u] (Pacers) – sospensione per 86 gare
[u]Stephen Jackson[/u] (Pacers) – sospensione per 30 gare
[u]Jermaine O’Neal[/u] (Pacers) – sospensione per 15 gare
[u]Ben Wallace[/u] (Pistons) – sospensione per 6 gare
+ 250$ ed un numero complessivo di ore in lavori utili alla comunità pari a 300