CLEVELAND (12 – 5)
I Cavaliers hanno passato la festa del Ringraziamento nella casa del proprietario Dan Gilbert a Detroit, il giorno dopo aver sconfitto i Pistons. Forse hanno fatto un po’ troppa festa e con Charlotte in effetti mancava un po’ di tono.
Il ritorno in campo di Shaq coi Bobcats ha determinato il ritorno in panchina di Zydraunas Ilgauskas nella notte in cui ha pareggiato, come numero di gare giocate (723), il gm Danny Ferry.
LeBron James, prima della partita con Charlotte, ha messo subito in chiaro che bisognava coinvolgere di più ONeal in attacco. “Una cosa su Shaq, ha bisogno di avere i suoi palloni”, ha detto. Ma ONeal allinizio, da buon diesel, ha arrancato, mentre Charlotte ha trovato canestri facili in transizione.
Con Dallas vittoria convincente.
MILWAUKEE (8 – 7)
Rendimento sempre al di sopra delle aspettative, squadra lucida e pimpante nonostante le ultime die sconfitte.
Con San Antonio un Jennings un po più spento del solito e impreciso (12 punti con 6 su 21 al tiro), ottimo Ersan Ilyasova sia con San Antonio che con Orlando.
CHICAGO (6 – 8)
Periodo pessimo per i Bulls. Hanno perso le ultime quattro partite con scarti in media di 19 punti. La difesa ormai non è più quella dell’inizio di stagione.
“Dobbiamo fare qualcosa”, ha detto il centro dei Bulls, Joakim Noah.
“Non stiamo giocando come siamo capaci. Non è colpa di nessuno; stiamo giocando male di squadra, dobbiamo solo ritrovare tutti il ritmo”.
INDIANA (6 – 8)
Andamento discontinuo e deludente per i Pacers.
Brilla Dahntay Jones, sorprendente se lo si raffronta col giocatore che era l’anno passato. Le sue qualità difensive sono note da tempo, ma offensivamente dimostra di avere un jumper più che discreto e a Indiana è messo nelle condizioni di poterlo sfruttare al meglio. Inoltre, grazie al fisico compatto che si ritrova, riesce a cavarsela anche con pari ruolo più alti di lui partendo dal post medio.
Hibbert in flessione rispetto alle prime uscite, Hansbrough nota lieta.
DETROIT (5 – 11)
Senza Rip e Prince la squadra fa fatica.
Periodo complicatissimo, probabilmente il più difficile dell’ultimo decennio.
I Pistons stanno chiedendo a Ben gli straordinari, e lui li sta ripagando con prestazioni altrettanto straordinarie. Meraviglioso il suo secondo tempo coi Clippers, che però non è bastato.
Dalla mediocrità di questi Pistons, alla settima sconfitta consecutiva, sta emergendo Jonas Jerebko, 22enne matricola svedese giunto nellNba dopo due stagioni a Biella, che con laltra Los Angeles ottiene il massimo in carriera con 22 punti e 4/4 da tre.