Giacomo, sei arrivato a Palestrina e sfortunatamente gli infortuni ti hanno rallentato, questo per te è stato un grosso handicap e come ti senti ora?
“Si è stato proprio un bastone tra le ruote, ha pesato tantissimo soprattutto per la preparazione che ritenevo molto importante, ora comunque sto recuperando dopo aver sofferto un po’… spero che il momento peggiore sia alle spalle. Con l’aiuto dello staff
e con la mia caparbietà ho potuto compiere questo miglioramento e sento
di stare trovando una forma migliore. ”
Con i primi ampi minutaggi sono arrivate le prestazioni che ci si aspettava. Quali sensazioni per
i primi applausi, i primi punti e tutto il resto?
“Ho avuto l’importante compito di sostituire Simone Gironi, in settimana ero stato impiegato molto nel suo posto e avevo compreso che sarebbe stata la mia occasione la domenica. In campo ho cercato di dare il meglio e così ripagare la fiducia e dimostrare di essere presente, e penso di aver espresso nel migliore dei modi il mio messaggio.”
Te nel tuo ruolo hai ottimi maestri, cosa stai catturando da loro e cosa ti impressiona di elementi che hanno già disputato campionati di alto livello?
“Sicuramente da questo punto di vista è una cosa positiva avere così tanti compagni di reparto di esperienza, nonostante colleziono meno minuti rispetto a loro, allenandomi insieme a Benini,
Gironi e Gagliardo è tutto di guadagnato per me, cerco di rubare ogni particolare e loro sono molto disponibili e non è da tutti, possono capitare anche i giocatori che pensano e giocano solo per se stessi, loro invece in allenamento stanno lì e ti riempiono di consigli, quindi
mi reputo fortunato.”
Anche non avendo mai giocato qui finora, sei stato considerato “uno di casa”, specialmente per i trascorsi di tuo padre. Con quali ricordi di Palestrina sei cresciuto?
“Non ricordo dal vivo essendo stato troppo piccolo quando mio padre giovava in B, non ho
mai perso però i contatti “prenestini”, venendo qui da mio padre, assistendo alle partite al PalaFlacco oppure a quelle disputate a Zagarolo ed ho visto sempre questo ambiente molto caloroso, molto legato al basket, in cui l’attaccamento alla maglia era considerato molto importante, e inoltre il fatto che mio padre abbia giocato qui negli anni in cui c’era anche Tomassi, questo deve essere una carica in più per dire anche la mia e dare il 100%.”
Che aria si respira negli spogliatoi in vista di questa impegnativa gara, considerando sia la
difficoltà tecnica che i guai fisici?
“Le assenze di Gironi, Rischia e l’infortunio alla caviglia di Benini sono state pesanti, ne abbiamo risentito, la partita di domani comunque si prospetta alla pari, Perugia l’abbiamo vista in Coppa Italia, loro hanno vinto qui e viceversa; mentre Molfetta poteva essere (anche a causa degli infortuni) inferiore, questa è una delle squadre più in forma e giocano veramente bene. Noi pensiamo una gara alla volta, mancano tre gare d’andata, e chissà… c’è anche questo possibile traguardo delle Final Four, ma questo sarebbe solamente una ciliegina sulla torta, un riconoscimento per il nostro lavoro fin qui svolto e per la gente che ci sostiene. Oggi speriamo intanto di fare un ottimo allenamento e così prepararci al meglio per questa sfida, noi ce la giocheremo e vediamo come andrà.”
(c.sp.)