FERRARA Che brutte feste natalizie sta passando la Carife! Due partite vinte su undici, problemi tecnici, di organico, economici e conseguentemente ambientali. E pensare che doveva essere una stagione coi fiocchi! Tanti argomenti, cè il rischio di fare confusione, proviamo ad evitarla.
Classifica. Piange, uh se piange. Quattro miseri punti che dovrebbero fare da trampolino di lancio per una disperata rincorsa. Dati alla mano, in un campionato a 16 squadre la salvezza è a quota 20, 22 esagerando. Di solito con un ruolino di marcia da una vittoria ogni tre incontri si rimane a galla. Napoli è spacciata, resta un posto per la retrocessione. Stando così le cose, delle rimanenti 19 partite la Carife dovrebbe vincerne 9, ben oltre quindi la media delluna su tre. Come può riuscirci se non risolve immediatamente i suoi problemi? Vediamoli.
Mercato estivo. Allindomani dellottimo risultato ottenuto come matricola (28 punti, playoff mancati per differenza canestri), si poneva lobbligo di una scelta tecnica legata alla rinuncia di un extracomunitario. Laccoppiata Collins-Ray che aveva fatto sognare gli estensi era già sfaldata, ma non bisognava dimenticare che la solidità sotto canestro della premiata ditta Jamison-Ebi era stata altrettanto importante nel trionfale girone di ritorno (9 su 15 vinte). Anzichè privilegiare la riconferma di una collaudata roccaforte si è preferito optare per scelte più perimetrali, con 2 e 3 made in Usa, play comunitario e qualche altro rinforzo comprimario. Salutato Marco Allegretti, confermati capitan Farabello, Jamison, Nnamaka, Sacchetti, Zanelli, Mazzola e Rizzo, ecco arrivare Sangarè, play-guardia bramoso di riscatto dopo tanta panchina a Milano; da Scafati arriva il grintoso e coriaceo Joel Salvi; dalla summer league coach Valli si porta a casa lex Nba Luke Jackson, 201 cm e un tiro che spacca la rete; come giovane si vuole lanciare Stefano Borsato, scuola Benetton, mezzi fisici notevoli, ma poi inutilizzato. Per chiudere, ritorna in Italia quellAnthony Grundy che aveva lasciato un bel ricordo a Teramo, mettendo la firma sulla salvezza degli abruzzesi due stagioni fa.
Morale: squadra bassa ma, sulla carta, con punti dal perimetro. Primo ostacolo: Zanelli subito out (ernia cervicale poi tendine dAchille, insomma fuori squadra). Ancora infortuni in serie ma non tali da giustificare linconsistenza della squadra. Buona partenza contro Teramo ancora in cantiere, dignitosissima sconfitta a Milano poi primo scivolone interno contro Cremona. Lallarme suona già e tutti lo sentono. La sfortuna vuole che la Carife affronti Roma allapice della forma (poi crollerà), batosta pesante a Siena poi semi riscatto ad Avellino, costretta a vincere al supplementare contro i ferraresi privi di benzina. Peccato. I problemi sono palesi, si va subito alla ricerca di qualcuno che faccia giocare la squadra perché Sangarè proprio non va. Arriva quindi Valerio Spinelli che solo sei mesi prima aveva trascinato Biella alla semifinale scudetto, insomma un acquisto importante. Un po di ossigeno contro Napoli (pessima prestazione), sconfitta incolore a Varese dove il presidente Mascellani nellintervallo va a sfogare la sua rabbia negli spogliatoi; quindi stop interno contro la Virtus Bologna. Il presidente non ci vede più, dice che qualcuno dovrebbe vergognarsi e non fare il bamboccio, assicura che qualcuno se ne andrà subito, e infatti il giorno dopo fa le valigie Sangarè. Cè da affrontare Pesaro che se la passa altrettanto male, ma la squadra reagisce solo nel finale e rischia di vincere. Nella partita prenatalizia della verità contro Cantù finisce, per la prima volta, con i giocatori che escono tra i fischi. Anche coach Valli è frastornato, dice che è una questione di fiducia si mette lui stesso in discussione, ma alla Carife non si cambia.
Mercato di riparazione. Gli acquisti si fanno se ci sono soldi, e la società di Mascellani non ha mai fatto il passo più lungo della gamba, sempre in regola e mai un rilievo. In estate si è speso molto, larrivo di Spinelli non è stato indolore ed ora, detto con molta franchezza, se non si riesce a a piazzare Sangarè (e caso mai anche Salvi e Sacchetti in Legadue, dove sarebbero dei big), quindi si va avanti con questa squadra e con questo coach. Niente permessi natalizi, tutti in palestra e lavorare, il 3 gennaio da Montegranaro bisogna tornare con due punti, proprio come lanno scorso.
Zoom. Harold Jasmison, il miglior centro della passata stagione, è lombra di se stesso, se ne rende conto ma fatica a risolvere i suoi problemi anche perché è poco servito. Regna ancora la confusione in regia (chi è il titolare? una volta Farabello, unaltra Spinelli, unaltra ancora Grundy che play non è), sul perimetro cè troppo indivudalismo, si prendono pochi rimbalzi (il migliore è Jackson!) e la difesa, quella difesa che era un marchio di fabbrica delle squadre di Giorgio Valli, proprio non va.
Previsioni. In queste condizioni la Carife è destinata a retrocedere. Solo linnesto di qualche giocatore tatticamente importante (uno su tutti Tourè, che sembra in uscita da Roma e che potrebbe aiutare Jamison) darebbe più sicurezza al team. Si è anche parlato di cambio dallenatore (in pole position Andrea Mazzon), ma ammesso che ci siano i soldi per questa operazione, chi è quel tecnico così sciocco da prendere in mano una barca piena di falle che non viene aggiustata? Qualcuno parla di un altro play-guardia, a nostro avviso non è una priorità, limiterebbe le rotazioni e sconfesserebbe ancor più clamorosamente le scelte estive di Valli che il prossimo anno, anche se forte di un rinnovo già firmato, non sarà più a Ferrara.
Ambiente. Prima di perdere la pazienza i ferraresi contano fino a tre, anzi, vanno oltre. In nessunaltra piazza si sarebbe ancora sostenuto un coach dopo nove sconfitte e incitato giocatori che esprimono un basket senza capo né coda. Segno di civiltà, sicuramente, e i fischi alla fine della gara con Cantù erano sacrosanti e comunque composti. Si comincia però a sentire aria pesante, quasi di tradimento per quei 1653 abbonamenti (nonostante i rincari) in risposta alle sollecitazioni societarie. Il timore diffuso è che il giocattolo si stia rompendo, idem il presidente, e se molla lui addio basket professionistico a Ferrara.
Un po di ottimismo serve sempre ed è gratuito, la fine del campionato è ancora lontana, qualche altra squadra potrebbe trovarsi di fronte a quei problemi che hanno messo in difficoltà la Carife, insomma, la partita probabilmente è ancora aperta e non vorremmo assolutamente essere noi a chiuderla con le nostre oggettive considerazioni.
Riccardo Comastri
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