Non era stata una stagione da incorniciare quella conclusasi lanno scorso in casa Virtus e quella in corso è tra le più deludenti della storia virtussina.
Leliminazione bruciante ai quarti di finale in gara 5 ed in casa contro Biella, una TOP16 in Eurolega da comprimaria (5 sconfitte ed una sola vittoria a giochi già conclusi), e lennesima sconfitta al primo turno alla F8 di Coppa Italia avevano creato profondi malumori in seno alla tifoseria e mentre se ne andava un altro pezzo della recente storia della squadra con la dipartita di Dejan Bodiroga, si era pensato di allestire un roster che potesse ridare vigoria ed entusiasmo a tutto un ambiente depresso ed immalinconito dalle roboanti dichiarazioni dintenti mal corrisposte dagli scadenti risultati ottenuti sul campo.
Fiducia a coach Gentile quindi nonostante si fossero già notati sinistri scricchiolii durante il suo mandato tecnico nella stessa stagione e via al conseguente ripulisti, per lennesima volta, in seno alla squadra anche in base al taglio del 30% del budget sul quale impostare le scelte tecniche per lanno nuovo: via Becirovic in malo modo (è questa una consuetudine sgradevole che si ripete con insolita frequenza in casa Virtus), via la delusione Primoz Brezec ed il baby prodigio Brandon Jennings; via la scellerata e deludente scelta a campionato in corso Ruben Douglas, via la sregolatezza di Roberto Gabini e colui che aveva panchinato il giovane Big Money Jennings nei playoffs, quel Jurica Golemac arrivato con tante belle speranze ma rivelatosi anche lui alla fine un pesce fuor d’acqua.
Ecco allora un nuovo gruppo fondato sui quattro americani Jaaber-Hutson-Winston-Minard, fiducia al nucleo italiano composto da Gigli, Giachetti, Datome e Tonolli rafforzato con gli arrivi di Luca Vitali ed Andrea Crosariol, ovverossia lasse play-pivot che secondo moltissimi addetti ai lavori dovrebbe comporre la spina dorsale della Nazionale, fiducia ad Herve Toure nel ruolo di ala forte e tanti buoni propositi.
Ma dopo la buon partenza in campionato allesordio in campionato contro Cremona ed il travolgente trittico di vittorie in Eurolega a scapito di Vitoria, CSKA e Maroussi, lentamente la Virtus partita con tanti buoni propositi si è lentamente ma inesorabilmente sciolta, liquefatta come neve al sole: oscena per inconsistenza tecnica, ad esempio, lo spettacolo in casa offerto contro la solita Biella, sarebbe stata solo la prima di una lunga serie di brutte sconfitte perloppiù interne.
Nnonostante ciò anche qualche buona prova esterna contro Pesaro e Ferrara in campionato ma poco, troppo poco per un complessivo record negativo di nove sconfitte collezionate tra Eurolega ed appunto campionato che han non portato alle inevitabili dimissioni di Nando Gentile ed allarrivo, prima della sosta natalizia, del nuovo coach Matteo Boniciolli.
Cosa non ha funzionato allora in questa prima parte del campionato in casa Virtus ?
Tre a nostro avviso i fattori-cardine: la scarsa personalità di molti giocatori nel roster, lassenza di un sistema identificativo di gioco al quale aggrapparsi nel momento in cui monta la marea e la preparazione atletica non propriamente adatta al campionato ed agli impegni della squadra.
Il primo fattore è stato quasi deflagrante nella sua nitidezza: nessuno aveva mai ipotizzato che il roster di questa Roma avesse potuto catramare ogni avversario a suon di canestri come avrebbe potuto fare quella dellanno scorso ricca, straripante quasi nel suo talento offensivo ma alzi la mano chi avrebbe mai detto che gente come Jaaber, come Hutson e Winston, o come Minard o Vitali per citare quelli maggiormente in auge avrebbero potuto mostrare così vistose lacune in qualità di carattere e personalità !
Questo lato della crisi di Roma è stato tanto inatteso quanto difficile da poter risolvere in prospettiva, la personalità è un carattere distintivo di ogni giocatore se non di ogni essere umano e non la si può comprare un [i]tot[/i] al chilo, per questo nelle sue dichiarazioni di questi primi giorni alla Virtus, Matteo Boniciolli ha fatto leva proprio allumore del gruppo, al loro orgoglio, alle loro reazioni anche di carattere nervoso ed a giudicare dalla prima trasferta, vittoriosa a Varese, qualche progresso si è visto rispetto allencefalogramma piatto delle ultime umilianti prestazioni.
Certo, è presto per dire se solo i nervi potranno apportare quella scossa di cui giocatori come Hutson sembrano aver bisogno, ora tocca al nuovo coach impiantare quel sistema di gioco al quale facevamo riferimento e che ieri tutti davano per scomparso o quasi inesistente.
Molte volte le sconfitte delle ultime prestazioni han tutte avute un comune denominatore: difese molle ed inconsistente subendo lavversario, sia che si trattasse del CSKA che di Teramo, allo stesso modo con tiri da 3 concessi sempre con troppa comodità e quindi con percentuali conclusive stellari, unite ad una impalpabilità sotto le plancie e nel pitturato, con varchi troppo ampi a favorire qualunque forma di soluzione all’avversario. Inoltre, come ribadito ampiamente da Boniciolli, questa Virtus deve ritrovare la voglia e la forza di risollevarsi nel momento in cui la gara prende una brutta piega sapendo innanzitutto riconoscerne le pieghe della situazione e cercare in tutti i modi di capovolgerla. Gli uomini ci sono o forse sarà operato qualche correttivo in corso dopera, questo non sappiamo dirlo ora, si vocifera molto di un Toure in prestito altrove ma prima di darlo per scontato attendiamo la gara del 3 gennaio dove Roma cercherà despugnare il Palalottomatica, divenuto ormai terra di conquista per chiunque.
La transizione, arma basica della Virtus targata Gentile, dovrà perciò essere rivista ed oliata bene bene in un nuovo [i]game[/i] ove si dovrà trovare meno spazio per l’improvvisazione, seppur di talento come quello dei Jaaber e dei Winston, e di contro maggiore superficie alla soluzione razionale con percentuali finali soddisfacenti, cercando tra l’altro di sfruttare meglio in post-basso anche e non solo Hutson bensì Crosariol e Toure.
Per la voce preparazione atletica invece da giorno 26 dicembre lo staff è rintanato a Tirrenia dove si stanno svolgendo sedute atletiche specifiche anche a favore dei due lungodegenti De La Fuente e Tonolli. Anche sotto questo aspetto non si comprende cosa possa essere accaduto questa estate in Folgaria durante il ritiro pre-campionato. E vero poi che prima Vitali, poi Gigli con problemi fisici (senza dimenticare il claudicante Minard sino a metà novembre), più altri guai vari a De La Fuente e Toure, hanno impedito una continuità di rendimento ma è certo che linfermeria deve svuotarsi anche perché tutto il roster deve trovarsi e ritrovarsi al completo altrimenti i playoffs saranno una chimera.
Noi crediamo che Roma potrà risollevarsi ma serve dedizione alla causa, umiltà e spirito di sacrificio, la parola al campo nel primo Basket Day dellanno appunto il 3 gennaio contro lavversario di sempre, lArmani Jeans di Piero Bucchi, e vedremo se la Virtus ha imboccato la via della guarigione.
Fabrizio Noto/FRED