1) [b]14 giugno: Lakers world champions (Magic-Lakers 86-99)[/b]
Con una dimostrazione di forza incredibile, i Los Angeles Lakers acciuffano il 15esimo titolo della loro storia, tornando in cima alla NBA dopo sette anni dal three-peat targato Shaq-Kobe. E’ proprio il Black Mamba a guidare i suoi per l’intero arco dei Playoff fino alle Finals dove, con una media superiore ai 32 punti, supera anche l’ostacolo Magic zittendo una volta per tutte chi ancora non credeva in lui come un primo violino davvero vincente. Alle spalle del #24 poi una squadra costruita in modo perfetto da Phil Jackson capace di infondere nei ragazzi una mentalità da campioni, abbattendo la concorrenza ad Ovest e conquistando così il decimo anello, primo fra tutti i coach. Gara 5 è dunque il punto d’arrivo di una serie, di una stagione giocate con grande determinazione, un viaggio che sulla sirena di fine periodo può finalmente scaturire in un forte grido di liberazione. Champions…again!
2) 7 dicembre: back in Phila (Sixers-Nuggets 83-93)
L’NBA ritrova un campione. A meno di una settimana dall’annuncio del ritiro, dopo l’ennesima esperienza fallita a memphis, The Answer torna sul parquet rispondendo senza troppi ma alla chiamata dei suoi Sixers, casa di AI per oltre 10 anni (dal ’96 al 2006). A 34 anni, Allen firma per un compenso non garantito di 1,3 milioni di dollari, rimpiazzando così linfortunato Lou Williams, fuori 8 settimane dopo essersi fratturato la mandibola contro Washington [i]Alla luce dellinfortunio di Williams, riteniamo che in questo momento Iverson sia il miglior free agent su piazza in grado di aiutarci[/i] afferma Ed Stefanski, GM di Philadelphia, chiudendo l’affare.
L’annuncio dello speaker crea poi un’atmosfera persa da tempo al Wachovia Center: The Answer è di nuovo in pista….e questa volta fa sul serio! [i]”Ho dei ricordi splendidi dei miei giorni in maglia Sixers. Grazie ai tifosi di Philly, la vostra voce sarà per sempre musica nelle mie orecchie.[/i]
3) [b]4 maggio: MVP, MVP (LeBron James)[/b]
James può finalmente alzare al cielo il suo primo trofeo dopo una stagione da vero number-one, chiusa con cifre da capogiro 28,4 punti, 7,6 rimbalzi e 7.2 assist di media, che hanno reso abbastanza semplice il compito ai votanti (Kobe e Wade strabattuti). Difficile trovare infatti concorrenza al #23 dei Cavs, che però non si lascia distrarre troppo da questo riconoscimento, ricevuto inoltre nel suo vecchio college e non nell’arena ufficiale, concentrandosi subito sui Playoff in corso: obiettivo (poi non centrato) arrivare alle Finals, per far doppietta Mvp-titolo NBA. Maybe next year LeBron…
4) [b]11 settembre: Jordan’s night[/b]
La cerimonia viene spostata alla Symphony Hall, di capienza maggiore alla classica sede di Springfield: Jordan dunque non delude nemmeno in borghese regalando ai presenti lennesima prestazione da applausi della sua stellare carriera. MJ si esibisce in un discorso dalle lacrime genuine [i]Il basket ha significato praticamente tutto per me[/i] – dice alla platea – [i]non sorprendetevi di vedermi un giorno giocare a 50 anni. Non ridete, i limiti, come le paure, sono spesso soltanto illusioni[/i]. Jordan ripercorre così sul palco la sua lunga e vincente carriera con i suoi due three peat sotto la guida di Jackson, non dimenticandosi poi di ringraziare Bird, Magic e Gervin, suoi miti da sempre e veri ispiratori per tutta la propria carriera da migliore di sempre. [i]”Ero convinto fosse il solito giocatore che boom, un anno esplodeva e l’altro già non c’era più”[/i] racconta Stockton (altro premiato), ma evidentemente si sbagliava…e pure di grosso!
5) [b]14 febbraio: All Star Game (Nate over Dwight)[/b]
Levento clou dell’All Star Game è naturalmente la gara delle schiacciate:Rudy Fernandez con un paio di numero di circo strappa subito applausi e ovazioni, poi però entra in scena il campione in carica, Superman Dwight Howard. La gara sembra dunque indiriizata verso una doppietta del centrone dei Magic, ma ci pensa il piccolo Nate Robinson a cambiare le sorti della sfida: la guardia dei Knicks, che sfoggia una divisa verde come la criptonite, chiede aiuto proprio al suo rivale, Howard, scalato da Robinson che dopo averlo superato schiaccia con grande forza, mostrando tutto il suo straordinario atletismo. La schiacciata non è granchè come originalità e qui Rudy avrebbe meritato molto di più, ma per lAll Star Saturday basta e avanza e “Kriptonate” si laurea così campione 2009 dello Slam Dunk Contest, regalando foto e video ai quattro angoli del mondo.
Buon anno a tutti
Michele Di Terlizzi