[b]LA Lakers (28-8)[/b]
Sconfitti dai cugini Clippers e a Portland, i gialloviola fermano la loro corsa privati di Gasol dopo l’asfaltata ai Mavericks: per il catalano non dovrebbero esserci grossi problemi tanto che già domani potrebbe tornare in campo a Milwaukee, ma l’assenza, per quanto breve, ha evidenziato notevolmente l’impatto che il centro #16 ha nel team, dimostrando però inoltre la debolezza dei backup, con Bynum lontano dalla psicologia di lungo devastante e Artest, che dopo il disguido di Natale sembra evitare le penetrazioni, dedicandosi quasi interamente al tiro da fuori. Difensivamente poi è facile notare come il buon Derek sia ormai sulle gambe, un handicap che le avversarie conoscono e sanno ormai sfruttare molto bene: un’incognita dunque perchè Phil si ostini a relegare troppi minuti Brown e Farmar in panca, quando in campo certamente il loro contributo in fatto di energia è certamente migliore. Il calendario vede ora un Gennaio molto duro, che metterà davvero alla prova la truppa di Jackson: i Lakers, e non solo il solito Kobe, dovranno dimostrare di essere pronti nelle sfide che più contano, evitando blackout e risparmi come visto nelle ultime settimane…in fondo ci si gioca pur sempre una prima piazza piuttosto utile in sede di Playoff.
[b]Phoenix Suns (23-14)[/b]
Regalando nel finale due facili liberi ad Haslem, i Suns rovinano un buon periodo, iniziato dalle nette vittorie casalinghe su Lakers e Celtics di fine anno: costruiti per il [i]run and gun[/i] i ragazzi di coach Gentry pagano la non costanza, con partite giocate svogliatamente senza alcuna applicazione in difesa oltre a risentire delle, per fortuna rare, serate nere al tiro,come il 4/20 dall’arco rimediato dal duo Richardson-Frye nel match interno contro i Grizzles. Aumenta nel frattempo il minutaggio di Robin Lopez, fermo ai box fino ad oltre metà dicembre, dimostratosi decisamente più grintoso dello scorso anno e tornato davvero utile sotto i tabelloni: la ripresa è graduale, ma in una stagione in cui Stoudemaire viaggia a 20+9 di media avere in panchina un secondo lungo giovane e pronto a fare il suo dovere non è certo un’arma da sottovalutare…
Calendario relativamente semplice fino a fine mese, con i Suns che possono così concretamente guardare a Mavericks e Nuggets, attenti però sempre a non inciampare in scomode L
[b]LA Clippers (16-18)[/b]
A 2.5 gare dal record dei Thunder i Clippers possono godersi il meritato riposo prima di riniziare da domani una serie di cinque partite non certo semplici, ma davvero veritiere sulle potenzialità del gruppo. La vittoria nel derby losangelino è certo un bel colpo dopo l’altra W allo Staples contro i Blazers: i ragazzi hanno dimostrato in entrambe le occasioni uno spirito agonistico che alle due big è mancato fin dall’inizio, con Davis sempre pronto a macinare gioco e a trascinare i suoi e un Kaman che non tarda a raccogliere gli inviti del play tagliando in due la difesa lacustre con ottimi pick’n roll. Dunleavy può poi contare sui gregari Butler, Smith e Gordon molto più brillanti ed esplosivi dei vari Fisher, Pendergraph e Cunningham incontrati. Le 5W filate tra le mura amiche sono un ottimo punto da dove ripartire: le speranze di un biglietto per la post season non mancano e in vista inoltre vi è sempre il ritorno, o meglio esordio, di Blake Griffin fissato al 20, ma accompagnato ancora da molti dubbi vista la giustificata paura di rovinare un così buon gioellino.
[b]Sacramento Kings (14-21)[/b]
Momento buio per i Kings, con l’ennesima sconfitta subita addirittura dai Warriors le speranze di una stagione sorpresa sembrano spegnersi ora del tutto: il ritorno di Kevin Martin, uno dei giocatori più produttivi in termini offensivi dell’intera lega, è vicino è vero, ma il gap dalle inseguitrici è davvero molto grande. Il 50-25 subito negli ultimi 20 minuti da Golden State mette allo scoperto la debolezza psicologica di questo gruppo, ancora lontano dal poter ambire alle piazze alte: i finali sono in particolar modo l’elemento spesso presente nelle L, con il tiro di Kobe e il jumper di Stoudemire troppo semplici e liberi. [i]”Non possiamo continuare ad usare come scusa il fatto che siamo una squadra giovane, perchè l’NBA è questa e la nostra mentalità va cambiata”[/i] irrompe Evans [i]”Dobbiamo gestire meglio i finali di gara, sappiamo che non dobbiamo fermare il gioco, ma questo è quello che facciamo ogni volta”[/i]. La stagione è ancora lunga, vi sarà una risposta?
[b]Golden State Warriors (11-24)[/b]
Monta Ellis vola primo nella classifica per minuti giocati di media, mentre i tifosi possono godersi due vittorie casalinghe, maturate dopo otto delusioni filate alla Oracle Arena.
Don Nelson continua imperterrito nel run and gun, seppur i risultati restano ben lontani da quelli dei “vicini” Suns: una panchina che di esplosività ne è del tutto priva e una squadra che solo grazie alla propria stella #8, riesce a tenere le distanze dai sempre peggiori Nets e Timberwolves. La sostanza comunque non cambia molto e difficilmente vedremo picchi nei prossimi mesi: l’impressione è dunque quella di una squadra che necessita solamente di una cosa. Ristrutturazione completa.