[b]Dallas Mavericks (28-15)[/b]
I Mavericks restano primi nella division, anche se ora l’attenzione si sposta sulla seria possibilità di portare Kevin Martin in Texas. Secondo la ESPN infatti la trattativa sarebbe ben avviata, anche se la guardia, appena tornata dall’ennesimo infortunio, al momento non vorrebbe muoversi da Sacramento. I Mavs lascierebbero JJ Barea, Josh Howard e Drew Gooden ai Kings, ottenendo oltre a Kevin, Andres Nocioni guardia molto ambita da più fronti. Dallas comunque non è reduce da un gran periodo, in cui l’alternanza di vittorie a brutte cadute ha evidenziato la scarsa vena realizzativa della panca, con un Terry discontinuo, seppur la leadership di Dirk (37 a Boston) e di Kidd (17 assist nella stessa gara), consenta ai Mavericks una terza piazza, non però convincente. Il calendario prevede ora tre match piuttosti ardui a cavallo tra Gennaio e Febbraio che al momento possono davvero segnare l’allungo decisivo verso i Nuggets, prima dello scontro diretto il 9 al Pepsi Center.
[b]S.Antonio Spurs (25-17)[/b]
Partiti con un record ben poco eccitante(7 W e 8L), gli Spurs hanno iniziato a macinare e il record successivo è stato di 16-5. La chiave comunque, in una squadra guidata da Popovich, è sempre quella pietra su cui gli Spurs hanno costruito la base per diventare la squadra della decade appena conclusa: defense.
[i]Il record è sotto le aspettative ma la difesa è senzaltro migliore di quella dello scorso mese. Per dirla con i voti, se un mese fa eravamo da 3, oggi siamo tra il 5.5 ed il 6. Stiamo andando nella giusta direzione.[/i] I texani possono poi vantare la panchina più produttiva della Lega, oltre a sfoggiare grandi percentuali dal campo ed un attacco ordinato ed assolutamente efficiente. Usciti vincenti dal durissimo back to back vs Lakers e Thunder però, sono arrivati i primi dolori con 4L in cinque partite e la difesa tornata disattenta: le cifre di Duncan (20.000 punti toccati stanotte) e i progressi di Mason sono certo due note positive non indifferenti, ma il prossimo mese vede match davvero fondamentali e qui San Antonio dovrà dimostrare quella solidità tanto voluta da Greg…are they ready for this?
[b]Houston Rockets (24-18)[/b]
Lo status di Tracy McGrady rimane invariato, ovvero il giocatore resta al momento fuori rosa, anche se ora si apre lo spiraglio trade attraverso il suo agente. Morey ha comunque sottolineato che nulla accadrà in fretta e che probabilmente la questione si risolverà nei giorni appena precedenti alla chiusura degli scambi, magari proprio nelle ultime ore. La stagione ad ogni modo sembra procedere bene: a 6 gare dal 50%, i Rockets si sono presi lo sfizio nella nottata di battere in trasferta gli Spurs, nel più classico dei derby texani; a guidare i Rockets ci ha pensato il duo dei “piccoli” Brooks-Lowry con 23 punti ciascuno e 16 assist totali, una prestazione che aiuta il solito grande lavoro di Scola, confermatosi pronto in qualità e quantità nella sua prima stagione da vero centro (15+9 di media). Battier parlava di [i]middle class team[/i] poco meno di un mese fa, ma le recenti uscite sembrano lasciare molto indecisa la posizione di Houston, imprevedibile davvero ogni singola serata.
[b]New Orleans Hornets (23-19)[/b]
Vittoria di misura per gli Hornets a Minneapolis che perdono però per infortunio, David West, il miglior realizzatore del team fino ad oggi (distorsione caviglia): la giocata decisiva è ancora una volta di James Posey che mette un altro canestro vincente, questa volta giusto in tempo prima della fatidica sirena. Paul mette a referto 23 punti con 9 assist, dimostrando una continuità mostruosa ormai paragonabile al solo pari ruolo Nash, eppure ancora una volta il clima non è dei migliori e la stagione resta mediocre. Il cambio di coach, dopo 5 anni di gestione Scott, non ha rivoluzionato quel granchè e così il tipo di gioco non ne ha particolarmente giovato: Paul inizia l’azione e a lui molto è lasciata l’inventiva, vista la mancanza di veri schemi: il punto è che gli Hornets necessitano dei comprimari per vincere e Chandler ha lasciato un bel buco che la sola buona volontà di Okafur non può colmare. Fino al 18 febbraio c’è tempo per muoversi e, vista la situazione attuale, prepariamoci a qualche serio cambio.
[b]Memphis Grizzles (23-19)[/b]
Il record segna un più che onorevole 23 vinte e cosa più importante, la squadra sta cercando di ottenere uno spiraglio di notorietà nella Western Conference della NBA, il che nelle preview era qualcosa di impensabile. Gay è sempre più All Star, ma a livello di qualità anche il resto del roster non scherza, con talenti del calibro di OJ Mayo, certo meno disfunzionale di Rudy e Marc Gasol forse non talentuoso come il fratello Pau a LA ma certo uno dei pochi centri puri in circolazione nella NBA. Il dubbio lo concede solo il playmaking affidato a Mike Conley, non dannoso per carità, ma ancora poco convincente come vera mente del gruppo: per i Grizzlies comunque arrivare in prossimità dell’All Star Game con un record più solido sarebbe già un buon punto per giocarsi le proprie chances nella parte primaverile dell’anno, i PO non sono poi così tanto lontani….