CREMONA – E’ stata partita vera sino all’ultimo ma chi l’avrebbe detto che al 31′, sul punteggio di 46-68 per la Virtus grazie allo schiaccione di Crosariol, Roma avrebbe dovuto attendere l’ultima palla per portare a casa la vittoria ?
E’ inutile scrivere che questa sera a Cremona siamo stati al cospetto della versione cestistica del famoso racconto di Robert Louis Stevenson, “Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde”, tanto ciò che si è visto è apparso palese ai più sia che si parli della neopromossa Cremona, ancor di più se si parla della Lottomatica Virtus Roma.
Roma è un malato in convalescenza, lo si sapeva, ma questa sera ha evidenziato ancor di più, soprattutto nel secondo tempo, contemporaneamente il lato più bello e quello meno bello, osceno quasi, di una squadra che gioca a basket. Un concentrato di bellezza e convinzione del terzo quarto, un insieme di sconcertanti paure e spaventosi cali di concentrazione nel quarto tempo, discorso a parte per l’ultima salvifica palla gestita al meglio da Luca Vitali.
Dal suo canto Cremona ha mostrato il consueto volto in versione casalinga, con l’aggravante che dopo aver visto l’inferno ha deciso di mollare ansie e paure, probabilmente frenanti e creatasi anche durante la settimana di avvicinamento alla gara, ed ha mostrato i muscoli riuscendo a compiere quasi un’impresa che avrebbe avuto del sensazionale se portata a termine nella sua intierezza.
Ma l’impresa comunque resta anche se la Virtus Roma ci ha messo molto del suo con un atteggiamento, dal 46-68 appunto, a dir poco sciagurato ed avventato che comunque non deve togliere ai ragazzi di coach Cioppi il merito di averci creduto e sino in fondo al 100% delle loro possibilità.
Un dato è certamente assodato per quanto riguarda la Virtus Roma, e cioè che questa squadra ha evidenti problemi di leadership e di teaming che si evidenziano in grossissime difficoltà di gestire sia i momenti positivi che quelli negativi, e scarsa capacità di aiutarsi nel momento topico, spesso brutto, di una gara.
Orripilante è il numero delle palle perse, addirittura 25, ripetiamo, ben 25…..Contro le “sole” 17 di Cremona. Se è vero che per dar spettacolo negli sport di squadra si debba essere in due, Roma è stata la Bella e la Bestia assieme mentre Cremona, tutto sommato, più di quello che ha fatto non poteva fare al cospetto della corazzata giallorossa.
Balza inoltre evidente agli occhi che mentre domenica scorsa la squadra di Boniciolli era comunque riuscita a mettere il bavaglio allo straripante attacco della Juve Caserta (rimessosi in moto sabato sera a Biella), peccando troppo magari nel non aver chiuso prima del possibile una partita vinta solo poi nell’ultimo quarto, questa Virtus edizione Cremona partiva molle in difesa con poca intensità difensiva ma cosa più unica che rara, tanti falli che proprio nei minuti conclusivi e roventi avrebbero messo fuori dai giochi Gigli e Dragicevic (sufficiente ma niente di più il debutto dell’ex-capitano della Stella Rossa di Belgrado arrivato 3 giorni nella Capitale).
Primo tempo bruttino quindi, 13-13 alla fine dello stesso con Cremona che probabilmente avvertiva la tensione della sfida e con il solito Rowlands a cercar di tener botta al roster giallorosso assieme a Cusin, assenti o quasi Bell e Brown.
Solito, amaro show di palle perse da ambo i lati, insomma non grande basket al Pala Radi.
Secondo quarto ad un andamento quasi identico al primo con l’aggravante che sul +6, sul 28-34, a due minuti dalla fine Roma si ammorbidiva e consentiva a Cremona, con Sklavos e Rowlands, di accorciare appunto al -2, finale quindi al primo intervallo sul 32-34.
Terzo quarto e Roma usciva dallo spogliatoi con i più classici “occhi della tigre”, parziale di 6-0 e Roma volava a +10 sul 34-44 grazie al redivivo Kennedy Winston (il migliore dei suoi), assistito da Ibby Jaaber in contropiede. Più difesa, più concentrazione, più “cattiveria”, esattamente come sette giorni contro Caserta.
Cremona perdeva serenità e quella poca lucidità in attacco avuta sino ad allora mentre Roma si sentiva sempre più padrona del campo. Vitali da 3 eppoi ancora Crosariol intervallato dall’ottimo Andrea Cusin (nettamente a suo favore la sfida tra i centri più in vista del panorama tricolore), ed ancora De La Fuente con un’altra tripla, Roma scappava a +16 nel silenzio dell’affollato ma sportivissimo impianto cremonese, quasi incredulo: 42-58.
Cioppi chiamava [i]time-out[/i], Boniciolli si sbracciava incitando i suoi gratificandoli per il grande sforzo profuso finalmente in chiave difensiva, Rowlands cercava di tenere in piedi la zattera bianco-celeste ma al terzo intervallo l’Urbe era in controllo, Minard e Crosariol e finale a +20, 44-64.
Partita finita, morta, solo da vedere come avrebbe reagito Cremona.
E Cremona reagiva, eccome se reagiva, piano piano ma inesorabilmente mentre Roma perdeva qualche pezzo per 5 falli, i già citati Gigli e Dragicevic, ed iniziava a pasticciare un pò troppo in attacco.
Bell trovava adesso più fluidità di palla, Rowlands e Brown prendevano anche facili tiri da 3 ed ecco che la rimonta incredibile ed insperata si concretizzava. Mentre i tifosi di Roma si ripetevano, beffardamente “No, ma dai…Non può essere…”, l’aggressività dei padroni di casa produceva qualche fallo di troppo per fortuna di Roma che dopo l’ultimo canesto in [i]tape-in[/i] di Minard al 32′ riusciva nell’obbrobbrio di segnare zero punti in 5 minuti, il solo Winston con dei tiri liberi teneva a distanza gl’indemoniati cremonesi, 60-71 al 37′.
Brown con una tripla faceva esplodere il Pala Radi, 69-73 e l’impatto nel punteggio giungeva grazie al solito, straripante Rowlands al 39′ mentre Hutson e Jaaber collezionavano il solito 1 su 2 a testa da paura oltre al livello di guardia dai tiri liberi.
Panico negli occhi di Roma, incredulità e sorrisi dall’altra sponda ma Luca Vitali, mettendosi in testa di chiudere l’ultimo tiro, ricacciava in gola l’urlo di gioia dei più assumendosi una grossissima responsabilità siglando il salvifico +2 ad una manciata di secondi dalla fine. E Skalvos, nel tentativo di correre verso la metà campo avversaria, faceva passi clamorosamente: dalla lunetta Winston faceva scorrere i titoli di coda, [i]game-over[/i], 75-79 e vittoria per Roma ed enorme sospiro di sollievo per Boniciolli, spiritato ma freddissimo.
Peccato per Cremona, ad un passo dell’impresa ha pagato lo scotto di un Bell e di un Brown sottotono, bene comunque per lo spirito da belva ferita tirato fuori, complimenti comunque.
[b]Vanoli Cremona – Lottomatica Virtus Roma 75-79[/b]
[b]Parziali[/b]
(13-13; 19-21; 14-30; 29-15)
[b]Progressione[/b]
(13-13; 32-34; 46-64; 75-79)
[b]Startin’ five[/b]
[b]Vanoli Cremona:[/b] Rowlands, Bell, Brown, Cusin, Aguiar
[b]Lottomatica Virtus Roma:[/b] Vitali, Jaaber, Minard, Hutson, Gigli
[b]Arbitri:[/b] Giampaolo Cicoria – Mauro Pozzana – Saverio Lanzarini
[b]Tabellini[/b]
[url=http://195.56.77.210/game/63999.html][http://195.56.77.210/game/63999.html[/url]
[b]MVP Roma[/b]
Kennedy Winston, 22 di valutazione per 17 punti ma una menzione speciale per Luca Vitali il quale, dopo aver perso una palla sanguinosa nella rimonta di Cremona che farebbe inorridire qualunque coach ed aver anche causato un anti-sportivo, riesce a gestire l’ultimo pallone con una freddezza invidiabile ed a portare la vittoria a casa.
[b]MVP Cremona[/b]
Applausi per Rowlands. Il pari passaporto bulgaro come Jaaber risulta l’unico punto di riferimento in attacco per i suoi, 25 punti per 23 di valutazione: bravo !
[b]WVP Roma[/b]
Minard, De La Fuente e Giachetti, nella valutazione della Lega fanno -1 tutti e tre….
[b]WVP Cremona[/b]
Brown è sempre stato incostante ma, se in questo momento in cui anche Forbes non c’è, e lui piazza solo 8 punti, la vittoria è decisamente ardua.
Fabrizio Noto/FRED