C’è fermento a Ferrara, nell’attesa della partita che in molte città che vivono di basket s’aspetta quasi per tutto l’anno, e cioè la sfida contro la capolista o, se preferite l’Ammazzasette del campionato, al secolo il Montepaschi Siena.
Inutile stare sempre a ripetere le solite cose, è come fare il solito ritrito paragone di Davide contro Golia, degli nativi africani con arco e frecce contro i mercenari armati di pistole e fucile; la disparità delle forze in campo c’è ed è visibile ad occhio nudo ma in cuor suo coach Valli sogna lo storico sgambetto, vediamo perchè.
[b]Carife Ferrara[/b]
La sconfitta subita al Palalottomatica è stata ampiamente mangiata e digerita.
Certo, ad un certo punto chissà cosa sarebbe potuto accadere se Sangarè non avesse tirato letteralmente a salve i due tiri liberi del potenziale +6 ma a fine gara era palese che Ferrara fosse andata a Roma con la frontatezza di chi è consapevole che ci si prova, ma se va male non ci si fa un dramma. E per l’intanto si son messi a punto giochi e situazioni magari da ripetere domenica contro Siena.
Punti fermi dai quali partire, allora:
1. Luke Jackson è tornato quello d’inizio campionato e questo libera di responsabilità realizzative Anthony Grundy il quale è difficile che possa ripetere, in negativo ovviamente, la brutta prova di Roma. E con un Grundy a regime Ferrara diventa decisamente più imprevedibile e difficile da contenere palla in mano.
2. L’asse Spinelli-Ford funziona bene ma dovrà essere al massimo dell’intensità e del ritmo per fiaccare la resistenza dei lunghi senesi e soprattutto dovranno essere chiesti gli straordinari a Nnmaka e Schultze, importantissimi ad aprire da fuori la scatola avversaria.
3. La difesa dovrà lavorare come a Roma, forte e rapida nel pitturato ed evitare quanto più possibile le penetrazioni e gli scarichi di McIntire, oltre a presidiare la linea dei 6,25 con efficacia ed attenzione. Tagliafuori obbligato e sistematico a rimbalzo, vietato lasciare troppi uno-contro-uno a gente come Sato, Hawkins, Domercant e cercare di tagliare il più possibile il rtimo della gara di una Siena che sarà stanca e sfiduciata dopo il tonfo di Tel Aviv.
[b]Montepaschi Siena[/b]
Inutile aggiungere che l’amarezza e la rabbia in casa Mens Sana sia ad un livello elevato.
Fuori dai playoffs dell’Eurolega era un’ipotesi possibile considerando la consistenza tecnica del girone in cui, beffardamente, si era ficcata la Montepaschi ma difficilmente era ipotizzabile che fosse già fuori a neanche un turno dalla fine.
Dove si è sbagliato ?
Non è il momento di fare processi ma senza dubbio le analisi a Piazza del Campo sono già iniziate, non si resta per caso per tanto al vertice di un movimento, come quello italiano, a caso; sicuramente da due, tre anni a questa parte lo strapotere di Siena ha forse annacquato se non addirittura oscurato i meriti altrui ma non bisogna infine dimenticare che Pianigiani siede solo da 4 anni su questa panchina e che sarà concesso forse anche a lui, ognitanto, di commettere qualche errore, come quello di aver giocato a Tel Aviv, ad esempio, solo con 8 giocatori giunti poi al tirar delle somme forse allo stremo delle forze.
Ecco quindi che ora ci si può concentrare con ancora più forza e decisione, seppur con qualche velata faccia triste, al campionato per provare a vincere il quinto scudetto dell’Era Minucci.
E Ferrara ci dirà se questa Montepaschi, come crediamo, sia solo inciampata, non certo caduta definitivamente senza sottovalutare una Carife veloce e sbarazzina.
Concentrazione dunque, si comincia la lunga preparazione al quinto scudetto.
[b]Si gioca al: [/b] Pala Segest, domenica 7 marzo ore 18.15
[b]Precedenti:[/b] una sola gara, vittoria di Siena
[b]Arbitri:[/b] Sahin-Begnis-Martolini
Fabrizio Noto/FRED