E’ sempre difficile quando si deve raccontare una sconfitta, ma la partita di questa sera ha dimostrato che Teramo non può ambire che ad una onesta e sofferta salvezza. Anche Capobianco in sala stampa ci è parso di questa idea, quando ha detto che occorre arrivare il prima possibile a 22-24 punti. E’ una ammissione di sconfitta in tutto e per tutto. In serie A, del resto, non si può giocare dodici minuti su quaranta e non puoi soprattutto bruciare ben 7 punti di vantaggio a 1 primo e 22 secondi nel giro di un amen. Insomma se prima Teramo era da rimandare a settembre, adesso sembra proprio da bocciare. E gli errori non sono solo quelli di stasera, ma vengono dal passato piuttosto recente, quando si è deciso di costruire la squadra in questo modo. Ma veniamo alla partita: Cantù parte bene e Teramo ribatte colpo su colpo, ma dopo appena quatto minuti e due falli di Leunen in un amen, i canturini cominciano a non sbagliare nulla, costruendo anche un vantaggio consistente di 13 punti. Una bomba di Poeta allo scadere del primo tempo consente a Teramo di chiudere sotto di dieci punti.
Il secondo tempo si riapre con Cantù che segna colpo su colpo, poi dopo essere arrivati anche a +17 gli ospiti si spengono. Teramo comincia a difendere molto forte e con grande concentrazione, la via del canestro viene trovata con maggiore continuità e a fine terzo periodo lo svantaggio è più che dimezzato: 53-57. I numerosi falli limitano ancora gli ospiti e Teramo continua il suo pressing asfissiante fino ad arrivare al 63-62 con il naso avanti. Addirittura si arriva al +7 ma da lì non ci si schioda più. Cantù trova due triple preziose di Markoishvilj e si porta sul -1. Poeta sbaglia il rigore del più tre mentre Jerry Green porta a +1 la sua squadra. Sei secondi sul cronometro, ma inutili per Teramo che perde l’ennesima partita sul filo di lana.
Siamo sicuri che non si tratta di tecnica, perchè i giocatori il talento lo hanno mostrato. Purtroppo manca l’ingrediente fondamentale della passata stagione: l’umiltà. Sì, quell’umiltà che ti consente di trattare tutti gli avvesari nello stesso modo, consci delle proprie capacità, ma certi che anche chi c’è di fronte non è l’ultimo arrivato ed è pertanto meritevole di rispetto. Se si tornerà a lavorare con la giusta dose di questo ingrediente siamo sicuri che per la BancaTercas la salvezza sarà poco più di una formalità. Ma se questo ingrediente, che non si vende al supermercato, dovesse mancare allora ci sarà parecchio da riflettere su quanto è stato fatto sconsideratamente in estate. Un plauso ai tifosi canturini che non hanno mai smesso di cantare e anche ai piccoli tifosi teramani che in un momemtno di sconforto non hanno fatto mancare il loro prezioso tifo.
[b]MVP[/b]: Markoishvilj
[b]Sala Stampa[/b]
[b]Trinchieri[/b]: [i]Abbiamo giocato ventotto minuti perfetti, sapevamo che Teramo sarebbe rientrata ma non in maniera veemente. Hanno alzato i giri della difesa e si sono riportati sotto. Abbiamo subito psicologicamente il loro rientro, ma hanno fatto l’errore di crederci morti. Siamo stati invece bravi a riprenderci ciò che ci spettava. Abbiamo meritato contro una squadra affamata di punti come Teramo.[/i]
[b]Capobianco[/b]: [i]Non è certo facile dopo aver buttato la partita. La testa è davanti a tutto ciò che si fa nella vita e davanti ci sono gli errori gravissimo commessi nell’ultimo minuto. Quest’anno va così: ad ogni errore veniamo sistematicamente puniti e ce lo meritiamo. Fortuna e alibi sono termini che non dovrebbero fare parte dello sport. Sono un rifugio inutile per coprire gli errori. Dobbiamo rimboccarci le maniche per arrivare il prima possibile a quota 22. Dobbiamo restare (o forse tornare ndr) con i piedi per terra e lavorare duro. Merito a Cantù che ci ha sempre punito.[/i]
[url=http://195.56.77.210/game/64034.html]Tabellini[/url]
Mirko Pierpaolo Papirii