Una mattina di un giorno d’inizio primavera, una chiacchierata con il Presidente del Montepaschi Siena Ferdinando Minucci che con la sua solita e proverbiale cortesia e disponibilità, accetta di parlare del momento specifico della Sua Creatura, questa Mens Sana che è divenuta oramai la squadra trainante del movimento cestistico nazionale e che per la prima volta si concede ad ALL-AROUND.net
[b]Presidente buongiorno e grazie per aver accettato la Nostra richiesta. Innanzitutto, da cosa nasce e quando nasce il Suo progetto Mens Sana così vincente in Italia e si spera a breve anche ai massimi vertici europei ?[/b]
[i]Il nostro progetto è nato circa 20 anni fa dalla grande passione, dalla voglia di buttarsi nella mischia, quando, nella stagione 1992-93 la Mens Sana era in Lega Due. Acquisii il 25% delle quote societarie ed iniziai a lavorare giorno dopo giorno, stagione dopo stagione cercando di salire un gradino alla volta, affrontando ogni tipo di difficoltà, da quelle organizzative a quelle che ci imponevano di trovare ogni anno le risorse per andare avanti. Il primo step è stato il ritorno in Serie A, poi passo dopo passo siamo riusciti a costruire qualcosa di molto più importante affermandoci sia in Italia che in Europa. Tutto questo è stato possibile anche grazie anche al sostegno della città, delle istituzioni e del nostro sponsor, la Banca Monte dei Paschi che dal 2000 ha deciso di sposare il nostro progetto contribuendo in maniera decisiva ai recenti successi della Mens Sana Basket.[/i]
[b]Quando ha avuto la consapevolezza che stava cominciando a materializzarsi un qualcosa di veramente importante a fronte del suo lavoro?[/b]
[i]Non saprei darle una risposta ben precisa. La consapevolezza di questo progetto la vivo insieme a tutti i miei collaboratori, quotidianamente, senza escludere nessuno. Ma forse uno dei passaggi più importanti può essere considerato quando con Cesare Pancotto abbiamo vinto il campionato di Serie A2 arrivando dai playout era la stagione 1993-94. Ma non posso dimenticare neppure tutte le altre persone che ci hanno aiutato nella nostra successiva crescita come Ataman e Recalcati, ad esempio. Adesso il presente si chiama Simone Pianigiani che rappresenta la consacrazione della validità del progetto a cui tutti hanno contribuito per costruire qualcosa dimportante.[/i]
[b]Ieri c’erano le dinastie vincenti in Italia, c’erano Varese e Milano, poi Cantù, Treviso e Bologna, adesso ci siete Voi. Quali le sensazioni che prova?[/b]
[i]Sinceramente devo dire che ancora oggi non ne ho la piena consapevolezza. Forse questa è un’ interpretazione valida soprattutto da un punto di vista mediatico, ma le posso assicurare che noi non ci pensiamo e siamo concentrati solo sul nostro lavoro, poi è ovvio che quando arrivano le vittorie non possiamo che gioirne. Inoltre devo dire che è molto bello vedere viaggiando per l’Italia la simpatia che circonda la squadra ed i suoi dirigenti a dimostrazione di come la nostra società sia riconosciuta ed ammirata come una delle realtà di riferimento del panorama cestistico italiano e questo non può che rendermi orgoglioso, soprattutto se penso da dove siamo partiti.[/i]
[b]Sempre parlando del Suo gruppo di lavoro, può dirci una cosa che non ha mai detto su Simone Pianigiani?[/b]
[i]Non amo parlare troppo dei miei collaboratori. Posso solo confessarle la mia soddisfazione per il successo che Simone Pianigiani ha ottenuto in questi anni. Lo conosco da quando era giovanissimo, l’ho visto crescere professionalmente e dunque conosco le sue qualità. Quattro anni fa ho deciso di scommettere su di lui, promuovendolo capo allenatore, proprio perché lo ritengo una persona estremamente intelligente e versatile.”[/i]
[b]Tra i giocatori che Lei ha visto indossare la casacca del Montepaschi, c’è qualcuno che l’ha stupita in modo particolare, umanamente e professionalmente, in questi anni di vittorie?[/b]
[i]Quando scegliamo un giocatore scegliamo prima di tutto l’uomo. Per questo nessuno mi ha stupito in maniera particolare perché cerchiamo sempre atleti che siano pronti a sposare la nostra idea di fare basket e la nostra etica di lavoro e credo che i risultati sul campo dimostrino tutto questo. Ognuno di noi ha dei pregi e dei difetti. Noi cerchiamo dunque di accrescere i pregi di ognuno diminuendone contestualmente i difetti.”[/i]
[b]Livio Proli in estate si era pronunciato negativamente sull’Eurolega e su come viene gestita, più specificatamente Claudio Sabatini ha dichiarato qualche tempo fa di unEurolega come una sorta di ..Gita enogastronomica, condivide ? Non pensa sia un po come la volpe e l’uva di Fedro?[/b]
[i]Non ho fatto commenti su queste dichiarazioni perché credo ognuno sia libero di esprimere la propria opinione. Io posso solo esporre il mio punto di vista e cioè che consideriamo l’Eurolega un obiettivo strategico importante e lavoriamo anno dopo anno per confermarci ai massimi livello. Essere arrivati nel decennio scorso per ben 3 volte alle Final Four ci gratifica molto, cercheremo in futuro di ritornarci, sperando magari di essere un po più fortunati.”[/i]
[b]Facendo un salto all’ indietro, chi crede possa contendere al Montepaschi lo scudetto? Milano, Bologna, Roma o qualche outsider come Montegranaro o Caserta?[/b]
[i]Al momento non saprei proprio, perché questo dipende da tante variabili, come la condizione fisica, eventuali infortuni ed operazioni di mercato che possono rafforzare le nostre avversarie. Senz’altro le due squadre metropolitane potrebbero essere due possibili candidate, così come anche Bologna. Ma credo che molto dipenderà da come staremo noi, dalla nostra condizione. In questo momento una gara la possiamo perdere, ma credo sia più difficile che qualcuno possa batterci in una serie al meglio delle cinque o addirittura delle sette gare.”[/i]
[b]Dove si vede tra 5 anni Ferdinando Minucci?[/b]
[i]Il mio progetto è Siena, la mia città è Siena. Sono molto onorato di sapere che ci sono persone che apprezzano il mio lavoro e che mi chiamano per capire se io eventualmente potrei lavorare anche lontano da questa città. Sinceramente al momento non ci penso, ma se qualcosa dovesse cambiare, farei fatica a pensarmi in unaltra società italiana, perché considero la Mens Sana come una famiglia. Pertanto, se davvero dovesse succedere di lasciare Siena, prenderei in considerazione soltanto proposte dall’estero.”[/i]
[b]A che punto sono i lavori del nuovo palazzo dello sport a Siena?[/b]
[i]Come Lei ben sa il momento economico e finanziario del Paese non è straordinario. Per adesso non sentiamo lesigenza di doverci allontanare dal PalaMensSana. Cera unipotesi regolamentare per la stagione 2010-2011 dellEurolega che imponeva alle squadre partecipanti di avere una palasport con una capienza minima di 10.000 posti, ma adesso le cose sembrano cambiate. In ogni caso se dovessimo averne bisogno troveremo altre soluzioni, ma al momento non ci pensiamo.”[/i]
Termina così la nostra prima intervista al Presidente della Mens Sana, Ferdinando Minucci, con la speranza di poterLa risentire in un futuro prossimo.
Fabrizio Noto/FRED