[b]Banca Tercas Teramo – Lottomatica Virtus Roma 79-89[/b]
TERAMO – Passa la Lottomatica, vince a Teramo infrangendo la “maledizione” della trasferta.
Ed è crisi dichiarata a Teramo.
I segnali si vedevano da qualche tempo, ormai la bella squadra ammirata l’anno scorso è un pallido ricordo giungendo oggi la settima sconfitta nel solo girone di ritorno, un tonfo inaspettato in classifica dopo un lusinghiero e promettente girone d’andata che faceva sperare quantomeno in una nuova, esaltante capatina nei playoffs, vissuti così intensamente l’anno scorso al cospetto della poi finalista Olimpia Milano.
Ad approfittarne dicevamo una mai doma (udite, udite), Virtus Roma che finalmente fuori dal talismano Palalottomatica è riuscita ad imporre il proprio gioco in modo chiaro, anche aldilà di quanto possa esprimere il punteggio finale, mai in discussione da quando l’Urbe si portava in vantaggio al 3° dopo una tripla del redivido Kennedy Winston (4-5).
Attenzione però, la vittoria della Virtus è stata chiara ma non convincente.
Nonostante fosse infatti palese che la banda di coach Capobianco avesse oggi la luna di traverso, in alcuni frangenti della gara la Virtus, ed in particolar modo nel terzo periodo, dopo aver toccato il massimo vantaggio di 14 sul 41-55 al 23° e quindi si trovasse in totale controllo della tenzone, cadeva vittima delle solite, incredibili amnesie di gioco e di concentrazione favorendo una imperiosa risalita dei padroni di casa sino addirittura al 59-61 del 29°, aggrappandosi poi ai guizzi del leader silenzioso della squadra, un Angelo Gigli sempre più presente ed importante, ed ad un rinato Andrè Hutson per riscappare e chiudere la terza frazione in vantaggio di 6 punti sul 59-65.
E Teramo ha mostrato, proprio in questa incapacità di chiudere il [i]gap[/i] nei confronti degli ospiti i limiti che, ad esempio, nella scorsa stagione non aveva, non riuscendo a mettere a nudo i limiti, i soliti limiti di leadership di una Virtus Roma che è riusciva a stringere i denti ed a passare indenne al tentativo di rientro dei biancorossi.
Troppi errori di scelta da parte di Amoroso, troppe le 5 palle parse da Jurak nonostante sotto i vetri Teramo abbia retto più che bene lo scontro contro la Capitale (30 rimbalzi a favore, 29 per i giallorossi), a corrente alternata anche Beppe Poeta che, stimolato dal duello contro i compagni di ruolo in Nazionale Giachetti-Vitali, alla fine ha fatto il suo ma che in alcune circostanze non ha illuminato come sempre.
Boniciolli invece guarda le statistiche e si rasserena.
Sì, sei del roster in doppia cifra (Jaaber 18, Winston 16, Gigli 14, Vitali 12, Hutson 10), con Gigli sempre più presente quando viene chiamato in campo ma soprattutto la mente fredda e le mani calde, quello che serve quando sale la pressione ed il peso specifico del cuoio.
Un bel passo per guardare avanti con un pò d’ottimismo, il sesto posto non è poi un miraggio.
Una gara comunque che per almeno un terzo è stata viva, spumeggiante e divertente, come quando sul ring salgono due pugili che se le danno di santa ragione senza badare troppo alla difesa (Teramo, ad esempio, sino alla metà del secondo quarto, annoverava nel proprio [i]score[/i] un indemoniato Diener capace di conquistare ben 4 dei suoi 5 rimbalzi offensivi totali!), con la Virtus che concedeva diversi extra-possessi agli abbruzzesi che puntualmente sprecavano.
Una gara a scacchi tra due allenatori tra i migliori che si possano annoverare nella Lega, con Capobianco che partiva a zona ed un Boniciolli che dopo 3 minuti toglieva, con il solito sguardo trasfigurato dalla rabbia, un indolente ed addormentato Crosariol, per dare spazio ad un convicente Gigli. E contrariamente a quanto visto nel recente passato di entrambe le squadre, mentre Teramo faticava in avanti con Poeta che non riusciva a far circolare al meglio la sfera perchè asfissiato prima da Giachetti e dopo da Jaaber in seconda battuta, Roma riusciva a frustare bene la retina da 3 costringendo Capobianco a tornare a uomo. Ispiratissimi Jaaber, Giachetti e Dragicevic che quando ha spazio difficilmente manca il bersaglio.
Così Roma riusciva a mettere pressione agli abbruzzesi.
Molte, troppe le palle perse per Hoover, Poeta e Jones mentre dall’altra parte del campo un reattivo Jaaber sembrava difensivamente su di un piano superiore rispetto ai dirimpettai, Roma volava all’8° sul 14-22 ma la Tercas, con un Jones destatosi da uno strano letargo, riusciva a limitare i danni, chiusura primo quarto sul 18-22 per l’Urbe.
Dopo un discreto equilibrio nel punteggio ove le contendenti facevano a gara ad incasellare errori e palle perse, Roma allungava al 15° grazie ad una tripla di Winston (29-37), ma Teramo con il posseduto Diener ritornava sotto al 17°, 34-37, dopo le solite sciocchezze offensive di Winston, mai smentitosi in termini d’incostanza di rendimento. Ma Vitali, malino sino a quel momento, decideva di mettersi in partita: tripla del 34-40 (Roma a quel punto tirava con uno strabiliante 6/9 da 3), e palla recuperata da Hutson e suo lancio in contropiede per Dragicevic che schiacciava a canestro, +8 per Roma che andava sul 36-44.
E una magia di Diener da quasi dieci metri e sul filo della sirena fissava il punteggio sul 41-46 per Roma.
Nel terzo quarto Roma piallava Teramo con un parziale [i]schock[/i], 9-0 e punteggio sul 41-55 al 23° sancendo di fatto la chiusura del match, un match che Capobianco ed i suoi tentevano di riprendere ma adesso Amoroso, adesso Jurak (ben 5 le palle perse per lui !), adesso Jones vanificavano a turno le occasioni che la Virtus Roma concedeva loro.
Il quarto periodo, iniziatosi sul 59-65, vedeva una Roma più attenta anche se il computo finale delle palle perse risulteranno (ahinoi che amiamo il basket…, ndr), ben 19 per la Virtus e 20 per Teramo, quindi in parità ma la cosa più importante per Boniciolli era vincere una trasferta, scrollarsi da dosso questa sorte di macumba che l’affliggeva dal dopo Cremona e quindi bene così. In terra d’Abbruzzo invece amarezza, delusione e sconforto.
[b]Banca Tercas Teramo – Lottomatica Virtus Roma 79-89[/b]
[b]Parziali[/b]
(18-22; 23-24; 18-19; 20-24)
[b]Progressione[/b]
(18-22; 41-46; 59-65; 79-89)
[b]Startin’ five[/b]
[b]Banca Tercas Teramo:[/b] Poeta, Hoover, Amoroso, Diener, Jurak
[b]Lottomatica Virtus Roma:[/b] Giachetti, Crosariol, Jaaber, Dragicevic, Winston
[b]Arbitri:[/b] Sahin, Taurino, Caiazza
[url=http://195.56.77.210/game/64071.html]Tabellini[/url]
[b]MVP Teramo[/b]
Drake Diener, MVP anche della stessa gara. Ben 25 di valutazione, 19 punti a referto con ben 5 rimbalzi offensivi. L’unico che assieme al solito Poeta (23 per lui di valutazione), abbia cercato di tenere in piedi la barca biancorossa.
[b]MVP Roma[/b]
Ottimo Luca Vitali. Entra nel primo quarto al secondo fallo di Giachetti, fa male, si siede in panca e quando rientra non sbaglia quasi nulla (un paio di sciocchezze ma è tipico del suo modo di vivere la gara), non segna molto, meglio di lui Ibby Jaaber con i suoi 18 punti, ma sopperisce molto bene a qualche passaggio a vuoto del compagno Giachetti. Tira quando deve e si procura 9 liberi segnandoli tutti. Speriamo non si ferma.
[b]WVP Teramo[/b]
Valerio Amoroso non ha fatto quello che ci si aspettava. Solo 8 punti in 29 minuti di gara, troppo poco per poter dare la spallata decisiva nel tentativo di recupero del terzo periodo. Chiude con un mortificante 3 di valutazione.
[b]WVP Roma[/b]
Crosariol…..-2 di valutazione. Troppo, troppo incostante, svogliato a tal punto che si siede in panca dopo appena 3 minuti dopo lo startin’ five. Zero punti in carniere. Deludente, come anche l’eversore di Siena, Gigi Datome, altro zero sbarrato nella casella punti, e pensare che doveva attaccare quota 1.000 in campionato.
Fabrizio Noto/FRED