Una scontata, l’altra meno. Una senza storia (fino ad ora), l’altra con colpi di scena, e siamo solo a gara 3. Così si sono presentate le due serie di semifinale di Conference nella parte Est del tabellone.
Cleveland – Boston 2-1
I Cavs partono forte in gara 1 e mettono subito in chiaro le cose: per poter anche solo sperare di superare il turno Boston dovrà vincerne almeno una alla Quicken Loans Arena, senza passi falsi poi sul parquet incrociato di casa. James domina con 35 punti, non dando l’impressione di risentire dell’infortunio al gomito subito nel finale della serie con i Bulls. All’ottimo bottino di punti aggiunge 7 rimbalzi ed altrettanti assist. Lo segue a ruota Mo Williams, incostante per tutto il primo turno, che realizza 20 punti ed è in campo sempre nelle fasi decisive dell’incontro (+23 di plus/minus per lui). La panchina dà il contributo tanto atteso da Coach Brown e con un +19 nei secondi 24 minuti Cleveland ha ragione dei Celtics.
Boston appare stanca, tira malissimo da 3 (4/16) e nonostante un Rondo da 27 punti e 12 assist deve cedere al predominio di Cleveland che vince 101-93.
Tutti i motivi che in estate portarono Rasheed Wallace alla corte di Ainge e Rivers vengono finalmente svelati nel primo tempo di gara 2. Uno ‘Sheed immarcabile da 17 punti e 3/4 da dietro l’arco aiuta i Celtics a violare il campo avversario, vincendo 104-86 una gara 2 mai realmente in bilico. Rondo conferma i suoi straordinari playoffs eguagliando il record di franchigia con 19 assist (e 13 punti), mentre Pierce, Allen e Garnett mettono a referto rispettivamente 14, 22 e 18 punti. Anche Perkins torna a farsi sentire sotto le plance con una prova da 10 punti (5/6 al tiro) mettendo in notevole difficoltà i pari-ruolo in maglia bianca.
I Cavs infatti non hanno abbastanza dai propri lunghi, a parte Hickson (13 punti in 19 minuti), e solo ad inizio gara sono capaci di portarsi in vantaggio, per poi trovarsi ad inseguire per tutta la partita. LeBron James chiude con 24 punti, ma col suo 0/4 da tre contribuisce ad un complessivo 19% che condanna i suoi.
L’inerzia, alla vigilia di gara 3, sembra tutta dalla parte dei Celtics. Due gare consecutive al TD Garden sono una ghiotta occasione per portarsi sul 3-1, e avere poi tre match-balls da giocarsi. Non sono ovviamente della stessa idea i Cavs. Scesi a Boston con intenzioni bellicose i ragazzi di Mike Brown piazzano un parziale di 36-17 nei primi 12 minuti, che diventa un 65-43 all’intervallo lungo. Troppo anche per Boston che concede ben 15 rimbalzi in più agli avversari e ai 38 punti di James riesce a replicare solo e a fatica con i 19 di Garnett.
Male Ray Allen (7 punti) e Pierce (11, con 4/15 dal campo), Boston subisce la più pesante sconfitta casalinga della sua storia nei playoffs (95-124 il finale) e ora dovrà vincere obbligatoriamente gara 4, domenica pomeriggio, per non cominciare a pensare fin da subito alle vacanze estive.
Orlando – Atlanta 2-0
114-71 è l’imbarazzante (per gli Hawks) punteggio finale di gara 1. Orlando si è riposata e non ha smarrito la vena, mentre Atlanta sembra davvero debilitata dalla maratona contro i Bucks del primo turno.
In realtà i “Falchi” sembrano reggere nel primo quarto, grazie anche ai troppi errori dei padroni di casa e chiudono sotto di soli 2 punti. Ma Howard nel secondo periodo inizia il suo lavoro sotto canestro (chiuderà con 21 punti, 12 rimbalzi e 5 stoppate) dominando letteralmente i lunghi di Atlanta, tra i quali un Horford davvero sotto tono (4 punti, 1/7 al tiro).
Gli Haws sparacchiano col 15% dalla lunga distanza (Johnson 0/4, Bibby 0/2) e Orlando scappa, chiudendo ogni strada possibile verso il proprio canestro e concedendo agli ospiti solo 10 e 11 punti, rispettivamente, nel 2° e 3° quarto. Molto bene Vince Carter (20 punti, 6 rimbalzi) e la panchina dei Magic che sovrasta in punti quella di Atlanta con un 41-33 frutto – sulla sponda Hawks – del lungo “garbage time” di fine incontro (Pachulia 12).
Gara 2 deve dare delle risposte, e darle subito, se Atlanta vuole continuare a coltivare qualche speranza, almeno di allungare la serie, in vista delle gare in Georgia. Così sembra dopo il primo tempo: gli Hawks sono vivi e sicuramente non quelli della prima partita.
Johnson e Crawford stavolta colpiscono dalla distanza (6/11 il totale di squadra) e Horford regge l’urto con 24 punti e 10 rimbalzi. Atlanta si ritrova addirittura in vantaggio, 57-49, dopo 24 minuti. Ma i Magic, sornioni, sembrano giocare col topo, aspettano e stanno in partita, e nel 3° periodo esplodono. Howard ne mette 29 con 17 rimbalzi, Carter 24, ma sono soprattutto le prestazioni di Lewis e del sesto uomo Pietrus (13 punti in un amen per il francese) a consentire il sorpasso. Howard va negli spogliatoi per un colpo al naso (tornerà dopo poco) e Atlanta rimette avanti la testa. Siamo sul finire del 3° periodo e deve pensarci Jameer Nelson con uno dei suoi ormai consueti tiri allo scadere a garantire il +1 ai Magic. Gli Hawks appaiono frastornati, il loro attacco si blocca di colpo, non riuscendo così a mantenere un vantaggio costante e Orlando li punisce, soprattutto con un ottimo Carter e con Lewis che dalla distanza sigilla il 112-98 finale.
Andrea Pontremoli