[b]Regal Barcellona – Olimpiacos 86-68[/b]
Parigi – E’ finita da pochi secondi ed il piccolo, giovane Rubio viene issato sulle spalle del miglior Fran Vasquez visto in stagione in Eurolega e via la retina di Parigi Bercy, scalpo meritatissimo per una squadra forte, molto forte, troppo forte per questo Olimpiacos.
Lacrime dignitosissime di gioia di Xavi Pascual, e piange di felicità anche Gianluigi Basile, a 35 anni suonati festeggia la prima F4 vinta della sua grandissima carriera e mai come poche volte questa finale non è mai stata in discussione.
Forte, fortissimo Barcellona: peso, centimetri, panchina lunga, esperienza, talento, tutto per abbattere letteralmente qualunque avversario.
Lo avevamo anticipato nella preview, o vince ora o non vince più questa corazzata del parquet costruita per vincere, anzi, per stroncare ogni forma di resistenza possibile con un lavoro lento ma inesorabile nel macinare tutti coloro che hanno osato porsi al loro cospetto.
Quattro parziali vinti su quattro; 50% da 3 e 48% da 2; una presenza ed una lucidità nella gestione di coach Xavi Pascual quasi lisergica, ferina, senza sbagliare mai un cambio, una mossa, un dettaglio.
E dopo sette anni si ritorna a vincere la “Copa maledeta”, dopo l’esaltante e liberatoria vittoria ottenuta in casa contro la Benetton Treviso ma questa sera non c’era il palazzo amico a fare da cornice, c’erano cinquemila delusi tifosi greci a fare da contraltare agli avversari.
MVP Sua Maestà Juan Carlos Navarro, 21 punti alla fine ma anche 5 rimbalzi e 3 assist ma come non citare l’ottima prona di Pete Mickeal e di Fran Vasquez con le sue stoppate letali dei primi due quarti della gara ?
Ed applausi anche a Victor Sada, con un Rubio troppo alle prese con qualcosa da dover dimostrare a chi lo ha già incoronato come regnante in terra di Spagna, ha preso le redini della partita guidando con lucidità e freddezza i suoi compagni nel momento difficile della [i]remontada[/i] provata dagli ellenici.
La gara non è stata quasi mai messa in discussione, forse all’inizio del terzo quarto dicevamo un Olimpiacos più deciso in difesa stava cercando di ricucire lo strappo profondo generato dal +13 al primo intervallo ma la saggezza e la capacità di gestire al meglio palloni scottanti hanno reso impossibile l’impresa agli ellenici che da quel momento, 52-47 al 25°, avrebbero subito un parziale di 19-5 al 35°, parziale che stroncava un Olimpiacos incapace di reagire con veemenza alla superiorità dei catalani.
Quasi tutti di loro han deluso: Teodosic, arrivato a questa finale con squilli di tromba e spentosi minuto dopo minuto, nervoso ed incapace di reagire. Il lituano Kleisa, la mitraglia della squadra, annichilito dal muro difensivo eretto da Vasquez, Ndong e Lorbek. Anche Papaloukas ha deluso, impacciato, poco lucido come non mai. Inguardabili quasi Penn e Beverly, meglio da di poco Childress che ha cercato di darsi da fare ma sempre con molta confusione e poco costrutto.
Forse le scorie del super-stress subito contro il Partizan ha lasciato delle scorie insospettate nei muscoli e nella testa dei biancorossi ma la resa è stata quasi immediata.
Sin dalle prime battute infatti il Barça ha fatto capire che i greci avrebbero dovuto tirare fuori questa sera una prestazione da tramandare ai posteri.
Primo fittizio vantaggio con Kleiza per gli ellenici (0-3), poi pareggio sul 5-5 al 2° e via alla fuga per la vittoria da parte di Ndong e Mickeal, 9-6 al 4° eppoi tripla, la prima, di Juan Carlos Navarro, 12-8 al 5°.
Il Barça difende molto bene, l’Olimpiacos batte in testa con Teodosic che cerca di ordinare attacchi sensati arginando un pò l’onda d’urto catalana ricucendo lo strappo, 14-13 al 6° e Ricky Rubio soffre, anzi, lo soffre maledettamente quando deve piegare le gambe.
Ma il Barcellona va, eccome, se Ricky difende male attacca però meglio, tripla sua e Mickeal e vantaggio che si dilata, 20-13 al 7°.
Giannakis rotea la panca, cerca alchimie nuove ma Fran Vasquez, entrato per il secondo fallo di Ndong, è un muro insormontabile per i biancorossi: terza stoppata e subito due liberi a bersaglio, 22-13, +9 e massimo vantaggio all’ottavo. Schortanidis arranca, Mavrokefalidis pure, Childress sbaglia in entrata quasi tutto quanto si possa sbagliare e Fran Vasquez colleziona la quarta stoppata, contropiede e Barcellona a +11, 24-13 al 9°.
Ma Childress decide che è troppo, tripla, acqua nel deserto per gli smarriti tifosi ellenici sugli spalti di Parigi Bercy.
Xavi Pascual ora butta Basile e Sada che chiude con il suo atletismo il primo intervallo sul 28-19: ottimo Barcellona in attacco, quasi perfetto in difesa, spettacolo assoluto di testa e di cuore. Dall’altra parte poche idee e ben confuse, mani fredde e testa vuota.
Secondo quarto, Giannakis parta con la zona e……Al terzo tiro il Baso va di tripla, dopo ben tre rimbalzi offensivi: è chiaro, l’Olimpiacos non difende o se difende lo fa molto male, questa Barça se trova fiducia ammazza chiunque !
Al 2° +12 per il Barcellona, 31-19, e se Fran Vasquez ha dominato con la sua maglia a striscie, Giannakis decide che è l’ora di Bourousis e l’impatto c’è: sua la tripla che ridà colore al pallore ellenico, 31-22. Ma i greci soffrono in attacco mentre il Barcellona è in controllo totale, forse Rubio gigioneggia troppo ma è lo spirito giusto.
Torna ad uomo l’Olimpiacos, ora difende meglio ed i catalani di Pascual tira adesso troppo e male dalla lunga distanza ma è anche Rubio che sta andando a sprazzi, entra per lui Victor Sada che innesca subito Vasquez, +11 di nuovo al 14° (35-24).
Entra anche Vujcic, segna da sotto e finalmente anche Papaloukas s’iscrive a referto, 35-28. Ma Navarro ha deciso che sarà la sua serata, altra tripla, 38-28 al 15° e stoppone di Vasquez (e sono cinque!). Barcellona sul velluto, tripla anche di Lorbek (poco sino ad ora da lui), 41-30 al 17° e subito dopo Rubio ancora, 43-30 e greci smarriti, frustrati per la piega dell’incontro.
E Pascual passa a zona, Papaloukas si va vedere da par suo ma si chiude con il Barcellona in totale controllo, 47-34 all’intervallo lungo.
Terzo tempo e finalmente l’Olimpiacos si desta: Giannakis gioca la carta Beverly che s’incolla su Rubio che irrita con qualche giochinpo di troppo, mini-parziale di 0-4 e 47-40 al 22°.
Adesso l’inerzia è loro, la parte biancorossa festeggia come solo lei sa fare.
Il Barça sembra essere restato negli spogliatoi, fuori Rubio e di nuovo Sada che pazientemente si rimette a tessere la tela del ragno e Mickeal scuote i suoi, 49-40 al 23° ma Vasquez si carica del terzo fallo. Ecco, adesso c’è partita, il blaugrana han perso le misure e la difesa greca si fa adesso pressante.
Ma non ci si chiama Juan Carlos Navarro a caso, tripla ammazza-rimonta, 52-42 anche se dall’altra parte Childress s’inventa anche lui un tiro buono dai 6,25 ed Olimpiacos a soli -7, 52-45. E da questo canestro, da questo istante il razzo atomico blaugrana parte e non si ferma più.
Prima Sada, poi Ndong e siamo di nuovo a +13, 60-47 al 27° e Navarro ancora, 62-48, sono già 17 punti per lui ora.
Segna anche Morris da 3, quello che se non vinceva questa sera avrebbe avuto la brutta fama dello jettatore perfetto essendo alla terza finale di fila ma avendo perso le precedenti due con la maglia “sbagliata” del Maccabi prima e del CSKA l’anno scorso !?!? E questi son segni del destino, si chiude sul 64-50.
Il quarto finale dura pochissimo: tripla di Rubio, +16 con il massimo vantaggio ed Olimpiacos che si smorza, si spegne come una candela, nervi tesi e troppe proteste verso l’arbitro.
Solo Kleiza cerca di resistere ma non c’è niente da fare, il Barcellona amministra quasi in scioltezza e la vittoria è sua, meritata, netta, incontestabile.
Cala così il sipario sull’Eurolega edizione 2010.
Ha vinto la più forte, la più meritevole, la più quadrata, la più decisa.
Prima di lasciarci per questa stagione, un pensiero “amaro”: chissà quando rivedremo un team italiano sul tetto d’Europa…
[b]Regal Barcellona – Olimpiacos 86-68[/b]
[b]Parziali[/b]
(28-19; 19-17; 17-14;22-18)
[b]Progressione[/b]
(28-19; 47-34; 64-50; 86-68)
[url=http://live.euroleague.net/games.aspx?ig=euro_188&st=20&dp=EBPC2FF6F2NB1B9SC11527813&z=1]Tabellini[/url]
Fabrizio Noto/FRED