Boston guida fin dall’inizio gara 1. Orlando sembra aver perso il ritmo gara dopo la lunga sosta, dovuta al 4-0 collezionato in entrambe le prime due serie, e fatica contro una difesa biancoverde tornata ai fasti del 2008. Rondo (8 punti e 8 assist in 45′ di gioco) non è contenibile e Ray Allen sfodera una delle sue famose serate al tiro (25+7 rimbalzi). Orlando non sa rispondere, nemmeno nella metà-campo offensiva: Lewis porta alla causa 6 miseri punti, e un complessivo 5/22 da 3 punti non permette ai Magic di stare in partita. Si cerca continuativamente Howard nel verniciato, ma Boston può opporgli alternativamente Perkins e soprattutto Wallace. Un Rasheed in grande spolvero quello che in gara 1 si presenta con la faccia e l’attitudine giusta: grande difesa e 13 punti in 20 minuti di utilizzo, colpendo soprattutto dagli angoli sugli scarichi dei compagni. Carter prova ad alimentare le speranze dei suoi (23 punti) supportato dal solo Jameer Nelson (20 punti ma 2/7 dall’arco), ma è la circolazione di palla, la proverbiale capacità dei Magic di trovare l’uomo libero sul perimetro a mancare, se è vero che Orlando chiuderà con soli 10 assist di squadra contro i 21 di Boston.
I padroni di casa hanno un sussulto a metà terzo quarto ma Pierce (22 punti, 9 rimbalzi, 5 assist) li respinge, prima con la tripla, poi col solito gioco dalla media e il tiro dal suo adorato “gomito” dell’area, magari dopo uno step-back. Orlando affonda ma nel finale di gara i Celtics tentano il suicidio: qualche palla persa di troppo e i Magic sentono l’odore dell’impresa, rimontando da -17 a -3, grazie soprattutto alla panchina (Jason Williams, Redick e Pietrus su tutti). Pierce riporta i suoi a +5 con 12.9 secondi da giocare, poi Carter, dopo aver realizzato il primo di 2 tiri liberi, sbaglia apposta il secondo (così è parso dai replay televisivi) e Nelson, non tagliato fuori da Ray Allen, appoggia al tabellone il tap-in del -2. “He got game” non vuole macchiare una gara quasi perfetta con questo errore, e pochi istanti dopo, sempre dalla lunetta, infila i liberi dell’ 88-92 finale.
Arriva gara 2 e sembra già che Orlando abbia le spalle al muro, e non può più sbagliare. La paura di un’altra sconfitta blocca i Magic, la serie che doveva essere lunga, se non lunghissima, appare sempre più ad appannaggio di Boston. Dove eravamo rimasti? Boston avanti fin dall’inizio, ed è così anche in questa seconda partita all’Amway Arena. Van Gundy fa martellare la palla dentro ad Howard (chiuderà con 30 punti), ma non sempre con buoni risultati. Perkins si oppone di fisico ma si carica di falli, così come Carter dalla parte opposta. I Magic cercano di rimanere a contatto, e nonostante un grande inizio di Paul Pierce, raggiungono prima la parità, poi sul finire del primo quarto mettono la testa avanti grazie alla tripla di Redick (16 punti). La gara è molto più intensa e frammentata rispetto alla prima partita della serie, e a poco più di 4 minuti dalla fine del primo tempo, col punteggio fermo sul 42-42, Howard stende Pierce (dopo che lo stesso tentativo era andato a vuoto da parte di Pietrus) e viene graziato con un flagrant foul di tipo uno, quando c’erano tutti i crismi per l’espulsione. Un taglio sulla fronte e una bella botta alla testa per The Captain and the truth che non si fa certo intimorire dalla fisicità di Orlando, anzi: segna più volte dalla lunetta (conquistando subito dopo l’azione incriminata altri due tiri liberi per un fallo davvero stupido di Pietrus), poi su uno scarico di Garnett mette la tripla. Il suo primo tempo dice 22 punti (saranno 28 alla fine) e molto di più. Dice di questi Celtics e del loro orgoglio, e di quanto sarà dura per i Magic estromettere Boston dalla corsa alle Finals.
Nel terzo quarto Vince Carter deve abbandonare momentaneamente il campo per un infortunio, dopo scivolata sul parquet, alla mano sinistra. I padroni di casa però non si fermano e provano in tutti i modi a rispondere a Boston, che non molla mai. Allen non ripete la serata al tiro vista in gara 1, ma ci pensano Rondo (25 e 8 assist per l’MVP di questi playoffs, Kobe e Nash permettendo) e i lunghi dei Celtics a guidare i biancoverdi alla seconda vittoria consecutiva in trasferta. Carter rientra e a 3’35” dalla fine segna in arresto e tiro il sorpasso: 89-88 Orlando. I Celtics rivivono per un attimo gli incubi della rimonta subita due sere prima nell’ultimo quarto, ma quello dei Magic sarà un altro losing effort. Prima Garnett rimette la testa avanti con un canestro in fade away, poi Pierce dalla lunetta dà il + 3 dopo aver subito un fallo molto dubbio. Tiri liberi anche per Carter (su fallo altrettanto sindacabile) a 31 secondi dalla fine, ma al contrario dell’uomo da Kansas, l’ex-Vincredible sbaglia entrambe le conclusioni e a nulla serve il vano tentativo da metà campo di Nelson (soli 9 punti con 4/12 al tiro) che finisce corto.
Sabato la carovana si trasferisce al TD Garden per la prima di due gare che potrebbero dare ai Celtics l’inaspettato sweep, o molto più probabilmente, rimettere i Magic almeno nella serie, se riusciranno a strappare una W sul parquet incrociato di Boston.
Andrea Pontremoli