Roma – E’ finita come l’anno scorso anzi, ad essere sinceri, peggio dell’anno scorso.
Era il 26 maggio 2009 infatti quando l’Angelico Biella delle meraviglie, contro ogni pronostico, sbancava il Palalottomatica in Gara 5 gettando nella più cupa rabbia e sbigottimento l’intero establishment virtussino, segno tangibile che la sconfitta era poco contemplata in quella situazione e, soprattutto, per mano di una degnissima formazione come appunto l’Angelico Biella costata però quasi un terzo rispetto al valore della Virtus Roma.
Quest’anno invece l’ormai ennesimo calice amaro è stato bevuto…..Oseremmo dire con maggior “entusiasmo”, considerando che già dopo le due gare perse nei PlayOffs a Caserta i più attenti scrutatori dell’ambiente capitolino avevano intuito che sì, forse si sarebbero potute vincere anche Gara 3 e Gara 4 in casa, ma dopo ? Era ipotizzabile pensare di battere Caserta nella splendida cornice di pubblico e d’emozioni del Palamaggiò in una eventuale Gara 5 quando non si era stati in grado di portare a casa almeno una delle due sfide precedenti ? Soprattutto quando in Gara 2 la Juve Caserta aveva dimostrato i suoi grandi pregi ma anche vistosi limiti difensivi e di rotazione (come del resto si sapeva), e non aver saputo tenere duro a 5 minuti dalla fine dopo aver ribaltato la partita dal -16 a +7 in proprio favore ?
Degna conclusione di una stagione ricca di alti e di bassi dunque, di contraddizioni stringenti, di entusiasmi mai accesi a causa delle frequenti, altalenanti prestazioni della squadra guidata nella prima fase stagione da Nando Gentile, erroneamente riconfermato alla fine della scorsa, balorda stagione, eppoi da Matteo Boniciolli, accorso al capezzale dell’ammalato e che ha quantomeno avuto il merito di aver fatto stropicciare gli occhi a tutta la Roma del basket, e non solo, per la stupenda prestazione casalinga contro la corazzata Montepaschi, sconfitta in territorio italico proprio dalla Virtus dopo quasi un anno e mezzo d’imbattibilità.
Alti e bassi dicevamo, peccato che vi siano però stati più i bassi che gli alti.
Fuoco alle polveri per la stagione 2009-2010 ai primissimi d’agosto in un clima carico di rivalsa, dopo le aspre parole contro arbitri ed arbitraggi sempre nell’immediato dopo Biella, allorquando il Presidente Toti annunciava in conferenza stampa l’addio a Dejan Bodiroga ed addirittura a Sani Becirovic (e non senza qualche pesante strascico polemico, ndr), la nomina a Piergiorgio Bottai come nuovo, unico General Manager, un taglio del 30% del budget ed una nuova linea tecnica improntata su giocatori italiani e stranieri/comunitari pieni di voglia di fare e d’entusiamo come il nuovo tricolore Andrea Crosariol (sarebbe poi arrivato a settembre anche Luca Vitali, transfugo da Milano, ndr), i confermati Angelo Gigli, Iacopo Giachetti, Gigi Datome e Capitan Andrea Tonolli ed i nuovi Ricky Minard, Andre Toure e Kennedy Winston; a completare il roster Ibby Jaaber ed Andre Hutson, in bilico Rodrigo De La Fuente. Confermato alla guida della squadra Nando Gentile.
“Punteremo sugli italiani e soprattutto su chi ha voglia di farsi valere, di dimostrare che se viene a Roma vale una città ed una squadra come la Virtus Roma, non solo in virtù dell’Eurolega che disputiamo oramai da anni in pianta stabile.”
E l’inizio non era stato cattivo nonostante Nando Gentile, nella conferenza stampa pre-partita all’esordio in campionato contro la neopromossa Vanoli Cremona avesse avvertito che “…L’anno scorso si vinceva con maggior scioltezza per l’enorme talento offensivo che avevamo, quest’anno sarà diverso e mi auguro che ci sia il pubblico a sostenerci perchè tutte le partite saranno molto più equilibrate..”
Splendida la partenza in Eurolega. Ben 3 vittorie su 3 partite con addirittura quella storica in casa del CSKA mentre in campionato qualche scricchiolio e qualche sconfitta di troppo (a Treviso ed in casa contro Avellino), con un interrogativo a capeggiare su tutti: ma Jaaber, nonostante viaggi a quasi 26 punti di media a partita, è un playmaker o no ? Chi è il leader di questa squadra ? Ed era proprio l’Eurolega a decretare la massima parabola ascendente con annessa incredibile sconfitta all’overtime, contro il Maccabi Tel Aviv in casa il 4 novembre nel quarto turno della stagione: da quel momento, la Lottomatica di Gentile tutta cuore, grinta e carattere, arruffona ma difficilmente doma si sfarinava progressivamente ma inesorabilmente sino a trasformarsi quasi in una ri-edizione moderna dell’Armata Brancaleone.
Quattro giorni dopo l’amara battuta d’arresto contro il Maccabi, in campionato Biella ribatteva a domicilio la Virtus, e sempre dopo un supplementare, in una sfida tecnicamente demenziale e quasi da anni ’50 (Bechi ordinava zona 2-3 per quasi 37 minuti sui 45 di gara con Gentile & Co. che non riuscivano minimamente a venirne a capo), e l’illusoria vittoria di Pesaro contro una Scavolini in piena crisi tecnica non placava i sospetti che oramai diventavano prove schiaccianti: questa Virtus Roma appariva a dir poco impacciata e scarsamente lucida in troppi dei suoi elementi per sembrar vera !
Seguiva una impressionante sfilza di sconfitte su entrambi i fronti (Lubjiana, Siena, Cantù in casa, Montegranaro in ordine più o meno sparso), con un ambiente che cominciava a prendersela primariamente con Nando Gentile, reo di aver avallato una campagna acquisti appariscente ma senza molta logica componendo così una squadra ricca di doppioni in zona 3 ma carente in fosforo e nel tiro da fuori, oltretutto con una scarsissima attitudine difensiva e poca personalità, ma anche la Dirigenza veniva messo sotto accusa, in primis il Presidente Toti ed il GM Bottai, aspetto inedito per l’Urbe.
Aria di svolta quindi e l’amaro epilogo alla vigilia della sfida interna contro Teramo: Nando Gentile rassegnava le dimissioni lasciando momentaneamente le redini al vice-Gennaro Di Carlo, il risultato sul campo era imbarazzante, una Banca Tercas Teramo che letteralmente “scherzava” al Palalottomatica contro una Virtus mentalmente ridotta ai minimi termini, 20 punti di scarto e via andare !??!
Ecco quindi accorrere Matteo Boniciolli il quale, alla vigilia di Natale, non faceva promesse ma faceva capire subito che un certo clima da ricreazione era finito, lavorando subito sodo e negando alla squadra le ferie di Natale.
Messo di fatto in quarantena Herve Toure, il più involuto degli acquisti estivi, l’arrivo del coach triestino dava come risultato immediato una corroborante vittoria in trasferta a Varese in campionato anticipata però da una sconfitta in Eurolega, in casa contro il Maroussi, che sanciva l’eliminazione di fatto dalle TOP16, evento che non capitava da diverse edizioni alla Capitale e che provocava non pochi mugugni.
Però l’aria era cambiata, irrorata dai nervi e dalla tensione positiva portata dal coach triestino, e quest’atmosfera positiva portava la Virtus a battere Milano all’inizio del nuovo anno in campionato ma poi, inaspettato, il crollo del Future Station contro le V Nere di Lino Lardo, altro ventello senza neanche combattere più di tanto. Boniciolli, affine al suo carattere e visibilmente contrariato per la pessima figura collezionata contro la sua ex-squadra, esplodeva ai microfoni di SKY: “…Da domani nessuno è sicuro di restare a Roma, tutti sono sul mercato, chi vuol andar via lo dica e sarà, nei limiti del consentito, accontentato !”.
E nemmeno la vittoria, all’ultima del girone d’andata contro Caserta, serviva a stemperare gli animi perchè la Virtus, già fuori dalle TOP16 di Eurolega, riusciva nell’impresa di non qualificarsi alle Final Eight di Coppa Italia.
“Questa squadra soffre l’aria fuori dalle mura amiche..”, sentenziava con la solita onestà intellettuale Matteo Boniciolli, “…E la crescita mentale in cui dobbiamo specializzarci sta nel controllo del gioco e della gara nei momenti topici, dettagli nei quali siamo carenti..” e contro una semi-disperata Cremona, a caccia di punti come l’ossigeno, va in scena in diretta SKY al Pala Radi nella prima del girone di ritorno la partita manifesto della Virtus Roma edizione 2009-2010. Dopo un primo tempo in equilibrio, terzo periodo d’intensità spaventosa e Roma a +22 al 32° (48-70). Da quel momento, con anche i cronisti SKY ormai alle prese con dettagli quasi imperscrutabili di una cronaca di gara divenuta inutile, Roma si ferma, Cremona rimonta ed impatta al 4o° sul 75-75 !!! Servirà un canestro di Luca Vitali a portare a casa una gara praticamente già vinta.
Debuttava a Cremona, arrivato da Belgrado sponda Stella Rossa (in profonda crisi finanziaria), il capitano della squadra, il promettente Tadjia Dragicevic che dopo il debutto interlocutorio di Cremona, dava letteralmente spettacolo contro Treviso nel quarto periodo assieme ai compagni stroncando la resistenza della Benetton dell’ex Repesa, con un parziale nel quarto di 40-20 !!
“..Sì, ci siamo ma dobbiamo ancora migliorare in personalità..”, dichiarava Boniciolli il quale intanto aveva dichiaratamente consegnato le redini della squadra al duo Giachetti – Vitali in regia promuovendo il primo a ruolo di playmaker titolare e usando un amletico Jaaber al ruolo di guardia guastatrice. Ma ecco puntuale la sconfitta esterna, stavolta ad Avellino, e contro un avversario che tutto sommato non si dannava l’anima poi più di tanto per portare a casa il risultato.
E così, altenanante, proseguiva il torneo della Lottomatica per inseguire un posto PlayOff neanche troppo sicuro, classifica in mano: vittoria in casa (Ferrara), sconfitta fuori (di nuovo Biella..), con Ricky Minard che lasciava l’Urbe subito dopo questa sconfitta e proprio nel suo momento migliore di forma per andare nel campionato russo.
“..Abbiamo tolto la coperta di Linus agli Italiani che ora devono e dovranno dare di più…”, arringava la stampa Matteo Boniciolli e la scossa sembrava avere effetto: ed allora buone vittorie di fila in casa, la prima contro una Scavolini Pesaro in crescita ma soprattutto la seconda contro i Campioni in carica di Siena, tra l’ovazioni di un pubblico festante e finalmente contento come da tempo non si vedeva. Percentuali incredibilmente positive (notevole il 59,7% da 3), ma soprattutto intensità e durezza, proprio le stesse armi che da tempo caratterizzano la Pianigiani’s Band.
Entusiasmo e sorrisi per tutta la settimana successiva….Prontamente spenti dall’ennesima, brutta sconfitta in trasferta, questa volta a Cantù, è la prova, per chi ne avesse avuto ancora bisogno, della fragilità mentale di un roster troppo labile nella mentalità e troppo fragile negli umori.
Seguono poi due vittorie di fila targate Giachetti-Winston, alla vigilia di Pasqua contro la Montegranaro dei miracoli di coach Frates al Palalottomatica e la tanto, agognata vittoria in trasferta in quel di Teramo.
Ma, tanto per non smentirsi e per la legge del contrappasso, la Virtus si lasciava sorprendere in casa il turno successivo a domicilio, questa volta da una mai doma Varese e di contro finiva la Regular Season stancamente, dopo la vittoria contro Milano ancora in trasferta (una Milano decisamente male in arnese…), il bis contro una rimaneggiatissima Virtus Bologna e la profetica sconfitta all’ultima giornata sempre a Caserta, con la certezza del settimo posto nella griglia dei PlayOffs, della licenza di Eurolega confermata ma con partite interlocutorie ed alla ricerca del mantenimento del settimo posto nella griglia, proprio per evitare quella parte del tabellone con Siena testa di serie.
Intanto alla viglia della sfida contro la Canadian Solar arrivavano prima Darius Washington, con lo scopo di rinforzare il reparto guardie-play e subito dopo anche Josh Heytvelt, quest’ultimo per tamponare la potenziale “falla” dettata dall’infortunio di Andre Hutson, out a causa di una fastidiosissima periartrite ma senza che il loro apporto abbia potuto lasciare risultati efficaci o tangibile, anzi tutt’altro malgrado una sola, discreta prestazione del solo Washington in Gara 2 dei PlayOffs a Caserta.
Nella seconda puntata analizzeremo più dettagliatamente i perchè di quest’annata balorda e verificheremo se trattasi di un episodio isolato o di una perniciosa attitudine ormai conclamata.
Continua.1
Fabrizio Noto/FRED