Esiste una sostanziale differenza tra il piazzare una sorpresa e meritare in tutta una serie. In una gara “secca” ovviamente la prima ipotesi è più probabile, non in una serie al meglio delle 7 partite, specie se stiamo parlando della serie finale che incoronerà i prossimi Campioni NBA.
Per ora i Boston Celtics, per quella che è stata la loro annata, per quelle che sono le reali potenzialità di squadra aggiornate al Giugno 2010, sembrano aver fatto “solo” una bella sorpresa (a se stessi e ai propri fans) vincendo gara 2 in California. Gara 3 lo conferma. Non una partita bellissima, in senso assoluto, non altalenante come la precedente quella giocata questa notte a Boston, ma che ha decretato di certo un verdetto: le gare bruttine che una volta andavano ai biancoverdi, ora le vincono i losangeleni.
Dopo un inizio col botto di Garnett e Rondo che inganna gli spettatori, i Lakers mettono la testa avanti, per poi non voltarsi più indietro. Bryant (29 punti con 29 tiri) mette in difficoltà la difesa avversaria e attaccando il canestro rimedia a percentuali da 3 non eccezionali (1/7). Il tiro da fuori non è punto di forza per nessuna delle due squadre, in realtà, se è vero che anche sulla sponda opposta a parte Pierce (3/4, per 15 punti totali e forse un po’ tardivi) la percentuale dice 22.2%, leggermente meglio del 13.3% dei gialloviola. E’ una gara basata sul gioco interno, sui rimbalzi offensivi (11-8 Lakers), sulle difese che sanno chiudersi per poi in modo diverso tentare di effettuare il close-out sui tiratori: Boston sa che questa non è la specialità della casa per L.A., ma anche grazie alla pessima prova di Ray Allen (2 punti, frutto di 2 tiri liberi e un complessivo 0/13 dal campo) che certamente non replica nemmeno da lontano l’ultima prestazione allo Staples Center di due giorni prima, i padroni di casa faticano a riprendere i Lakers, che nel primo tempo scappano via fino al 40-52 dell’intervallo.
Ai Celtics in un certo senso va dato il merito, comunque, di non mollare mai, e grazie ai propri panchinari il rientro dagli spogliatoi sembra poter regalare una rimonta ai propri tifosi. Big Baby Davis con 12 punti è sicuramente il migliore dei suoi, insieme ad un Garnett tornato finalmente sui livelli del 2008: per il prodotto di Ferragut Academy alla fine ci saranno 25 punti (11/16 dal campo) in mezzora di gioco. Boston recupera 6 punti, e sembra poter contenere i lunghi gialloviola (Gasol 13 punti, Bynum 9) e quando tutti sono pronti a difendere su Kobe Bryant, certi della sua “sfuriata” finale, ci pensa il veteranissimo Derek Fisher (16 punti col 50% dal campo) a respingere gli assalti dei Celtics. The Fish fa tutto quel che serve per far vincere la propria squadra: difesa, penetrazioni, chiude il contropiede (steso letteralmente da 3 Celtics!), forse manca all’appello solo il suo celeberrimo tiro da fuori in situazioni di spot-up (massì, prima o poi sapevo che avrei usato anche io questa definizione cara ai telecronisti Sky), ma proprio per questo – merito suo! – trova le alternative forse inaspettate ma, alla fine, certamente vincenti. Boston non sa piazzare la zampata decisiva, arriva sempre a -2, anche -1, un passettino dal passare in testa, probabilmente in modo immeritato, ma le sue stars (Garnett a parte) questa volta non rispondono presente.
Los Angeles sigilla la vittoria, va sul 2-1 riprendendosi il vantaggio del fattore campo, e ora costringe i Celtics a vincere entrambe le prossime due gare al TD Garden (gara 4 nella notte tra giovedì e venerdì alle ore 3:00 in Italia) per poi, comunque, dover chiudere il discorso con un’altra vittoria allo Staples Center. Sembra un’impresa impossibile, probabilmente lo è, ed i Lakers dopo la batosta casalinga tornano ora a rivestire i panni dei favoriti, come d’altra parte pronosticato da tutti ad inizio serie.
Andrea Pontremoli