Roma – Il Ragno è quindi arrivato, finalmente.
Ma nemmeno il tempo di gioire, di cominciare a preparare i bagagli e partire per il consueto ritiro in Folgaria dal 5 settembre che arriva in tarda serata di ieri, martedì 31 agosto, la “tegola” Gigli. Nel comunicato ufficiale (riportato anche in altro articolo in home, ndr), si parla di lesione al “….legamento scafolunato del polso destro…”, tempi previsti per rivederlo in campo dopo l’intervento almeno due mesi, compresa la fase di rieducazione fisioterapica.
Certo, il campionato e l’Euoleague non iniziano domani ed è quindi ipotizzabile che Angelo Gigli perda tre o quattro turni di campionato ed un paio nella massima competizione europea al massimo, ma il punto è che mai come quest’anno la Virtus Roma, che doveva partire a spron battuto per riscattare la più brutta stagione della gestione Toti mai disputata prima, avrebbe sinceramente evitato di cominciare in questo modo e quanto accaduto non è decisamente un buon viatico.
Resta comunque quello a disposizione di Boniciolli un roster tutt’altro che scarno.
Partiti non senza qualche rimpianto Jaaber, Hutson e De La Fuente, seguiti poi anche da Winston e Dragicevic, oltre alle conferme italiche reduci dalle qualificazioni europee con poche luci ed ancora tante ombre, soprattutto se si parla di ombre riferite ai vari Crosariol, Datome e Vitali, ci sono le conferme dei nuovi arrivati prima dei PlayOffs dell’anno scorso, Heytvelt e Washington; il centro francese Alì Traorè, che sta disputando un buon mondiale in Turchia; il tricolore Iannilli ed i nuovi innesti Drajdra Drenovac e Charles Smith oltre ad Hervè Toure che resta a disposizione del coach ma, sembrerebbe ancora, senza reali chances di vedere il parquet (anche se l’infortunio di Gigli potrebbe a questo punto concedergli un’ultima, disperata chance, ndr).
Basterà per competere contro Siena, Milano, Bologna e la solita, immancabile outsider di turno in campionato e per riprendere un posto alle TOP16 in Eurolega ?
Proviamo perciò a fare un piccolo gioco, classificando cioè il roster in punti fermi e punti interrogativi anche se ci rendiamo conto che i secondi sovrastano nettamente i primi.
Partiamo da Iacopo Giachetti, confermatosi playmaker in ascesa a livello nazionale. Resta un caposaldo della nuova Virtus malgrado le voci, neanche poco frequenti sino a fine luglio scorso, che lo vedevano a Milano per vestire il rosso Olimpia. L’avvento di Boniciolli sulla panchina giallorossa lo ha decisamente trasformato donandogli fiducia e convinzione nei propri mezzi che non sono pochi, ora però dovrà provare a trovare continuità di prestazione e miglioramenti decisi in fase difensiva.
Idem per Angelo Gigli che ha, dati ufficiali della Lega in mano, fatto molto meglio rispetto all’anno scorso alla voce percentuali da 2 e da 3, ormai è un caposaldo dello startin’ five giallorosso. L’infortunio dovrebbe tenerlo lontano, come scritto sopra, almeno due mesi a partire da oggi perciò la stagione per lui non è a rischio, è solo rimandato il suo debutto dopo le fatiche azzurre.
Alì Traorè ci permettiamo di segnalarlo come una certezza nonostante la giovane età. Forte fisicamente, potente ma con anche una buona tecnica, potrà veramente apportare quella concretezza che sotto canestro quest’anno è venuta meno alla Virtus nonostante non difettassero, almeno sulla carta, chili e centimetri ma, soprattutto, permetterà un gioco perimetrale più sereno perchè con lui in campo le difese avversarie dovranno preoccuparsi di contenerlo all’atto in cui riceverà palla.
Infine, abbiamo Charles Smith. Il giocatore non si discute: classe, esperienza, tutto quello cioè che è mancata alla Virtus raminga dell’anno scorso che procedeva a strappi ed incapace di leggere costruttivamente le fasi della partita. Il Ragno porta guadagno, recita un simpatico proverbio romanesco, ed è evidente che Charles Smith sia un’altro mattone sul quale erigere l’edificio Virtus della prossima stagione. Giocatore integro fisicamente, preoccupa semmai il fatto che abbia 34 anni e che Roma dovrà cercare di non farlo andare in riserva avanzata d’energia troppo presto.
Punti interrogativi, molti e per differenti motivi.
Cominciamo dal nucleo italiano.
Andrea Crosariol deve dimostrare che la fiducia in lui riposta (quadriennale firmato l’anno scorso), dalla dirigenza virtussina sia degna dello sforzo intrapreso. La stagione scorsa è stata deludente, percentuali in ribasso rispetto alla stagione 2008-09 e la sensazione che sia troppo cangiante di umore, situazione che lo condiziona e non poco. Dovrà anche migliorare tecnicamente palla in mano: poca propensione alla conclusione personale, il che facilita di gran lunga il lavoro difensivo su di lui da parte degli avversari. Molto meglio quando deve passare la sfera ed in fase difensiva, forte dei suoi 211 centimetri che dovrà però condire di maggiore vis agonistica.
Luca Vitali è sulla falsariga di Andrea Crosariol ma con la differenza che il play bolognese forse di grinta ce ne mette anche troppa a scapito della lucidità. Però la stoffa c’è e si vede ma quest’anno dovrà far vedere che riesce a gestire la squadra come deve fare un playmaker degno di tale nome, abbandonare il tanto amato tiro da tre e provare qualche penetrazione di più come faceva sino a due stagioni fa a Montegranaro.
Gigi Datome rischia invece di affibiarsi definitivamente l’etichetta d’eterna promessa del nostro basket. Frenato troppo spesso da incidenti ed infortunii vari, non può più rimandare ad altri e migliori tempi la sua esplosione definitiva. Dopo la sontuosa prova in campionato contro Siena nel girone di ritorno nella brillante vittoria virtussina al Pala Lottomatica null’altro da segnalare per lui, troppo poco per un giocatore delle sue potenzialità.
Fronte scuola americana, Darius Washington forse non sarebbe tanto da considerarsi un punto interrogativo, se non fosse che nello scorcio finale della stagione nella quale ha giocato con la Virtus anche lui è naufragato nel grigiore generale, eccezion fatta per Gara 2 a Caserta dove ha fatto intravedere positive attitudini e discrete propensioni difensive. Dovrà sostituire nei cuori dei tifosi giallorossi Ibby Jaaber ed ha tutto per poterlo fare.
Josh Heytvelt invece ha fatto un pò storcere il naso nello stesso frangente in cui si è visto all’opera Darius Washington l’anno scorso. Troppo legnoso, statico ed a disagio al cospetto dei lunghi della Juve Caserta. E’ vero che il tempo per ambientarsi deve essere dato a tutti ma definirlo un punto saldo del roster oggi è azzardato affermarlo.
Infine restano il neo-arrivato Andrea Iannilli, tutto da scoprire a questi livelli (anche se Boniciolli ne ha parlato in questi giorni in termini di adeguato sostegno agli allenamenti), il Capitano, il Sempiterno Alessandro Tonolli sul quale non si può esprimere un parere negativo o positivo se non fosse che forse, Capitan Tonolli, nella scorsa stagione, avrebbe potuto dare di più e che quest’anno, giocoforza, avrà meno spazio a disposizione per sè ed infine il giovane serbo Drenovac, voluto anch’egli da Boscia Tanjevic anche se in prova per 30 giorni, di cui si dice un gran bene ma come al solito un “bene” da verificare in questo pre-campionato come quello italiano ricco di incognite e più sfidante del campionato austriaco dal quale proviene quest’ultimo.
Tanjevic dicevamo…Già, assieme a Matteo Boniciolli, il Grande Boscia amplifica chiudendo automaticamente le certezze della Virtus ed a lui ed al già citato coach s’aggrappano molte delle speranze giallorosse per rilanciarsi a buoni livelli, per dimenticare la bruttissima passata stagione.
Fabrizio Noto/FRED