Finisce 73-72 la partita tra Serbia e Croazia dopo 40 minuti di vantaggi alternati.
Parte bene la Croazia che finisce il primo quarto sopra 27-19, grazie al buon gioco in contropiede e alle giocate delle ali Bogdanovic (classe ’89, prospetto molto interessante) e Tomas; la Serbia resta in partita grazie allo strapotere dei suoi due centri in mezzo all’area e chiude il secondo quarto sotto di 2 soli punti: è bello, in un basket in cui i lunghi sono diventati sempre più dei tiratori da 3, vedere una squadra nella quale i propri centri segnano esclusivamente nell’area pitturata e complimenti a coach Ivkovic per aver sempre tenuto nel quintetto uno dei suoi “pivottoni”.
Si affrontano due filosofie diverse: da una parte la Croazia vive delle giocate dei pochi singoli (su tutti Popovic e Loncar) che toccano il campo, dall’altra la Serbia fa gran uso delle rotazioni e resta sempre lucidamente sulla partita.
La partita fatica a prendere un padrone, ma decide comunque che non le importa nulla del nome e della fama dei protagonisti: steccano infatti Teodosic da una parte e Tomic e Ukic dall’altra; il serbo (non mi spiegherò mai come abbia fatto ad essere stato nominato mvp della passata eurolega) non entra mai in partita, mentre l’asse play-pivot croato risente della poca esperienza del giovane talento del Real e dell’assoluta mancanza di playmaking dell’ex Toronto Raptors (giocare pick’n’roll ed entrare sempre non significa far giocare la squadra!).
L’ultimo minuto è molto tirato e a 15 secondi dalla fine il punteggio dice 70-69 Serbia.
Rimessa dal fondo per la Serbia fatta da Teodosic appena rientrato per giostrare l’azione offensiva e palla che finisce direttamente nelle mani croate che subiscono fallo e tornano in lunetta con Popovic che fa 1/2: parità. La tecnica non serve più, conta solo stare con la testa su ogni istante che rimane.
Timeout Serbia che grazie a un semplice blocco a metà campo segna 2 facili punti, ma sulla rimessa che ne segue commette un ingenuo fallo che rimanda in lunetta il solito Popovic che pareggia con un 2/2.
Tutto da rifare di nuovo, ma Kus (entrato solo pochi minuti nell’ultimo quarto) frana addosso a Rasic che si stava avventando in un improbabile terzo tempo a 1 secondo dalla fine: dalla lunetta segna il primo tiro libero e sbaglia di proposito il secondo, non lasciando più tempo agli avversari per ribattere.
La partita è stata giusta: ha concesso ad entrambi la possibilità di vittoria, ma alla fine l’ha guadagnata la squadra che è riuscita ad arrivare veramente lucida fino all’ultimo secondo.