Cremona si approcciava al trofeo Lombardia di Desio con una sola sconfitta nelle precedenti partite di prestagione, patita peraltro contro Siena. Battute tutte le altre, e se tra le avversarie figuravano squadre di caratura inferiore, vedi Banvit ed Udine, è anche vero che si erano affrontate alcune delle prossime avversarie in campionato, come Sassari e Roma. Il credo di Mahoric era parso chiaro fin dalla prima palla a due amichevole, anzi, fin dalla campagna acquisti: difesa fino alla morte, a far canestro ci si penserà in un secondo momento. Non a caso i settantuno punti segnati da Roma rimangono tutt’ora la peggior prova difensiva.
In palla fin da subito il terzetto di lunghi tutto slavo, con il neocapitano Milic a fare da cicerone a Perkovic e Sekulic, mentre più in difficoltà erano parsi Drozdov e Foster, di fatto i due a cui si chiederà più leadership e contributo offensivo, posto che Rowland si è già visto ridurre notevolmente le iniziative personali per scelta dell’allenatore sloveno.
Tutto questo prima dell’impegno probabilmente più significativo dell’intera preseason cremonese: appunto il torneo a Desio, contro avversarie credibili, preparate e sicuramente più motivate che in una qualsiasi altra amichevole.
La sconfitta in semifinale contro Trinchieri – vera bestia nera della Vanoli da quando non siede più sulla panchina biancoblu – e la sua Cantù ha rappresentato, senza alcun dubbio, il punto più basso fino ad ora della squadra di Mahoric, offrendo una prestazione offensiva ben oltre l’orrido. Meglio è andata il giorno dopo con Varese, peraltro priva di diversi elementi chiave, battuta di misura al termine di un match tutt’altro che esaltante.
Pure nelle difficoltà, convince sempre la difesa, fisica, attenta, aggressiva, esperta, è l’altra metacampo a lasciare piuttosto perplessi. Che questo sia un roster mediamente poco talentuoso lo si sa fin da Luglio, costruito puntando su esperienza, qualità morali e fisiche, preoccupa più che altro l’assenza di giocatori in grado di costruirsi un tiro dal nulla, in grado di prendersi un tiro decisivo o di rompere gli schemi nei momenti di difficoltà. E se è sacrosanto quello che Mahoric ripete spesso, ovvero “le partite si vincono dalla difesa”, è altrettanto vero che nella pallacanestro bisogna anche saperla mettere dentro. Questa sarà una squadra che lotterà su ogni pallone, che aggredirà gli avversari fin dal primo pallone e che venderà cara la pelle anche contro avversarie sulla carta impossibili, la speranza è che una maggior freschezza fisica e mentale, che raggiungeranno necessariamente con l’inizio del campionato, li porti ad avere più energie anche per la fase offensiva.
Paolo Sinelli