E’ la division più “storica” e vincente della lega.
Storica perchè conta tra le proprie file le franchigie fondatrici (Knicks e Celtics) e l’unica squadra canadese del lotto (non dimentichiamo che Naismith è nativo di Almonte, Ontario).
Vincente in quanto la presenza dei verdi di Boston la rendono quella con il maggior numero di anelli alla quale contribuiscono Knicks e 76ers (nell’attuale e precedenti incarnazioni: Syracuse Nationals e Philadelphia Warriors). Ecco storica, vincente e -quest’anno- quanto mai enigmatica: che comandino ancora quelli del Massachusetts è più che scontato, ma tutte le altre? Che pesci sono? Quali ambizioni hanno? Vediamo…
BOSTON CELTICS
Come detto comandano il gruppo senza patemi e l’organico che si presenta ai nastri di partenza risulta essere perfino imbarazzante. Un quintetto di acquisizioni che potrebbe essere benissimo autonomo in questa lega: Delonte West, Won Wafer, Semih Erden, Jermaine e Shaquille O’Neal. L’altro quintetto (quello titolare) è probabilmente all’ultima corsa all’oro ma stavolta i margini di riposo all’interno della stagione per i vari Garnett ed Allen – spaventoso in contumacia di quest’ultimo un backcourt difensivo Rondo/West – che arriveranno carichi e riposati per rimandare il sogno di Lebron e vendicare gara 7 dello scorso giugno, il tutto magari con il fattore campo a favore. Una sola domanda a Danny Ainge: ma per una squadra arrivata ad un pelo dal titolo non ne avremo aggiunti un pò troppi?
NEW JERSEY NETS
La luce in fondo al tunnel c’è. Carmelo o meno è sorto il sole sul New Jersey, non fosse altro che per la scelta dell’allenatore. Il generale Avery Johnson altro non è infatti che l’unica scelta credibile (Byron Scott aveva già dato) per minimizzare il periodo di ricostruzione dei futuri “padroni di Broadway”. Favors viene dipinto come una variazione genetica migliorata di Duncan, ma non sarà pronto prima di due anni a prendere in mano le chiavi della franchigia. Nel frattempo Murphy in ala forte sembra essere un buon complemento al centrone Brook Lopez mentre in guardia ed in ala Morrow e Outlaw non sono un upside significativo; meglio far spiccare il volo a Terrence Williams: qualcosa in più di un buon atleta. Di sicuro miglioreranno il record della passata stagione, difficilmente raggiungeranno i playoffs.
NEW YORK KNICKS
L’importanza e l’insostenibile leggerezza di essere i New York Knickerbockers. Ambiente con aspettative alte che anche quando vengono sfiorate (vedi 1994 o 1999 partendo dall’ultimo seed disponibile per la post-stagione) vengono giù critiche feroci a non finire. Bene: metteteci l’allenatore con il sistema di gioco più spettacolare che non ha mai vinto il titolo, il lungo più esplosivo dell’NBA (che all’ultimo controllo non sembrava essere in sintonia con il coach di cui sopra) sulla quale molti fanno pendere l’interrogativo dell’assenza – per la prima volta in carriera – di un certo canadese dai capelli ribelli accanto. Oh, mica è finita: aggiungete l’europeo più forte e tosto mentalmente che c’è (dopo Nowitzki e Ginobili) e che rischia di fare le valigie per far posto ad un certo Carmelo. Condite il tutto con una serie di interrogativi insanabili sul cast di supporto tipo che roba è Anthony Randolph? o fin dove arriviamo con Felton? La distanza che intercorre tra un primo turno di playoffs e una delusione immensa sta ad un tiro di moneta.
PHILADELPHIA 76ERS
I tempi del “dottore” o, senza allontanarci così tanto, di Allen Iverson faticano a trovare spazio nella memoria. Non sembra esserci una strategia definita a monte delle operazioni che hanno caratterizzato la off-season della franchigia della Pennsylvania. Per dirla tutta non c’era nemmeno molto spazio di manovra: Brand ha un mostro di contratto che fa paura a tutti, mentre per Iguodala le contropartite vociferate non lasciavano pensare ad un sostanziale miglioramento. Ad aggravare il tutto c’è l’equivoco di Jrue Holiday che macina numeri importanti senza che nessuno se lo aspetti, mentre Lou Williams non arriva mai ad esplodere definitivamente (e lui si che lo aspetterebbero!).
Anche la scelta dell’allenatore (il buon vecchio Collins) sembra essere espressione di una navigazione a vista in attesa di tempi migliori…o di Evan Turner!
TORONTO RAPTORS
Sebbene anche per i draghi canadesi non ci sia nell’oroscopo la partecipazione ai playoffs, non si può non vedere con simpatia il progetto-Colangelo: portare una franchia completamente targata FIBA nella lega…i vari Jarret Jack e Amir Johnson non dormono sonni tranquilli. Scherzi a parte, siamo al cospetto di una situazione tecnica particolare per il nostro.Andrea Bargnani Gli occhi puntati addosso non sempre vanno insieme al personaggio, ma di sicuro per crescere ancora servono responsabilità aggiuntive e la palla in mano quando scotta: le spalle sono abbastanza larghe da accettare la sfida. Di sicuro la pressione che c’è sul romano come leader non va a riflettersi sul team che è palesemente inferiore alle contendenti ma attenzione: questi qua, a luci spente, sviluppando un concetto di squadra senza “prime donne” possono fare più di quanto si possa pensare, nonchè mettere solide basi per il futuro.
Luigi Pergamo