I Thunder iniziano la loro caccia alla postseason, sperando magari in un accoppiamento più fortunato dello scorso anno, dal Ford Center. Il roster è nelle sue parti essenziali lo stesso, magari un po’ corto, ma pieno di qualità. Davanti i Bulls, che dovranno fare a meno in questa prima parte di stagione dell’acquisto più importante della loro estate, l’ex Jazz Carlos Boozer. Una partita con singole sfide emozionanti, a partire da quella delle panchine: il miglior allenatore della scorsa stagione, Scott Brooks, contro un esordiente, almeno da head coach come Tom Thibodeau; passando al campo i duelli Westbrook-Rose e Deng-Durant promettono emozioni e le concederanno abbondantemente.
Passiamo alla partita giocata: difficile aspettarsi miracoli tattici durante la stagione regolare, figuriamoci alla prima; le difese sono per larghissima parte molto soft, ma l’atletismo delle due squadre (vedi le tantissime stoppate) e il talento dei singoli rende il match comunque gradevole.
Chicago inizia bene, con due azioni di fila in cui si vede il pick&roll Rose-Deng, con l’inglese che grazie a due letture intelligenti (un pop ed una rollata) porta a casa 4 punti in fila. Curioso notare come questo gioco a due non si rivedrà più durante il match: soprattutto nei momenti finali avrebbe potuto essere un’alternativa. Deng lavora tanto bene offensivamente sui blocchi, quanto male difensivamente, passa dietro e Durant mette una bomba con metri di spazio che manda su tutte le furie l’ex assistente di Doc Rivers.
A proposito di KD sembra doveroso spendere due parole sul suo primo tempo, dove i numeri sono i soliti ma, oltre ad una costante crescita nella lettura del gioco, la cosa che più impressiona è la varietà di modi che ha l’ex-Sonics di fare canestro: solo nei primi 15 minuti confeziona un’entrata di sinistro, un eccellente gioco sui blocchi, altra entrata di sinistro con “movimento Vanterpool” annesso, e se sei un 2.08 non dovrebbe esserti consentito, concluso da schiacciata, e anche un canestro dal post alto che ricorda molto un tedesco che gioca in questa lega…poi ogni tanto ci mette anche voglia di difendere e si mangia CJ Watson. Impressionante, non a caso il 55% dei GM NBA alla domanda “Se dovessi fondare una franchigia ora su chi punteresti?” ha risposto proprio Durant.
Tornando alla partita: nel primo tempo (e poi anche per il resto della partita sarà così) l’attacco di Chicago apparte troppo dipendente da Rose, il quale è deputato a creare sempre qualcosa dai blocchi che Gibson e Noah portano con troppa frequenza. La difesa di OKC si adegua e riesce a sporcare molti palloni generando contropiedi facili; la transizione difensiva dei Bulls è ancora a ritmi di preseason e Thibodeau si vede costretto a chiamare timeout per fermare l’emorragia. I primi due quarti si concludono sul più 5 Thunder.
Dall’intervallo escono dei Bulls più motivati, alzano il volume della radio difensiva, mentre la squadra di Scott Brooks appare quasi svogliata all’inizio del terzo quarto. I padroni di casa lapidano il vantaggio del primo tempo e vanno sotto di 4 sul 73-69. La fatidica goccia che fa traboccare il vaso e costringe Brooks a chiamare timeout, dopo una serie di punti concessi su seconde chanches, è il contropiede eseguito da Gibson e Noah, ossia il 4 ed il 5 della squadra avversaria…inaccettabile per il miglior coach della stagione 2009/2010 che nella sospensione parla appunto di come tutti e 5 si debba correre, andare a rimbalzo e difendere insieme, senza risparmiarsi. Le parole arrivano, e Durant in persona si rende protagonista di due rubate in un minuto, la partita si riporta sui binari dell’equilibrio e gli ultimi 12 minuti iniziano sul punteggio di perfetta parità: 82-82. Nell’ultimo quarto la squadra di casa continua a stringere viti difensive, il che gli permette di correre molto in contropiede, arma senza dubbio più efficace della giovane banda di Brooks. Maynor dalla panchina gestisce al meglio i minuti di riposo concessi a Westbrook e la partita scivola piano piano sui binari dei Thunder, con Chicago evidentemente in confusione nei minuti finali, in cui ancora una volta si affida troppo a Rose dal palleggio senza creare alcuna situazione offensiva. Il parziale dell’ultimo quarto è 24-13 per OKC che porta a casa la prima vittoria stagionale.
Analizzando la partita vediamo come le due squadre siano comunque entrambe competitive: i Thunder nonostante il roster magari non lunghissimo hanno qualità ed energia da vendere. I ricambi sono pochi appunto, ma giusti: Harden, Ibaka, che ha avuto un grande impatto nel secondo quarto, e Maynor possono reggere per diversi minuti un campo NBA, Cook venuto per tirare fa 0/4 alla prima uscita, ma avrà modo di rifarsi.
Dall’altra parte i Bulls aspettano con ansia Boozer, che può dare un po’ di respiro a Rose apparso stanco negli ultimi minuti: trascinare da solo un attacco per 48 minuti a partita diciamo che non è facile, tanto per usare un eufemismo. Con l’ex Jazz ci saranno più alternative offensive e con il tempo la difesa dovrebbe crescere esponenzialmente, visto anche chi c’è seduto in panchina.
Gianluca Frontani