Se questo articolo esce tra gli ultimi un motivo ci sarà: già è difficile metabolizzare una sconfitta, figuriamoci cinque consecutive con l’ultima ad opera chi dalla panchina teramana è stato esonerato qualche tempo fa a metà campionato con un discreto 8V-18P, pagando colpe non sue. Se nelle occasioni precedenti si diceva che non era il caso di fasciarsi la testa perché il campionato è ancora lungo, oggi si può dire che il rischio di arrivare 0-7 è più che realistico visto che i prossimi due incontri saranno Treviso fuori e Siena in casa.
Parlare della partita? Non ha molto senso, perché Teramo si è lasciata abbattere dalle seconde linee di Pesaro che ha dovuto rinunciare a Collins dopo appena tre minuti di gioco a causa di un problema agli adduttori. Ed era già priva di Cusin e Cinciarini anch’essi fermi per problemi. A Teramo mancava Polonara (che ha giocato lo stesso sette minuti facendo intravedere belle cose) e non c’era Shaw in panchina, forse a fare degli accertamenti. Dopo un primo quarto in buon equilibrio e una seconda frazione in cui Teramo era riuscita a mettere il naso avanti, nel secondo tempo sono venute a galla tutte le lacune dei biancorossi padroni di casa che non sono riusciti a frenare né Allmond né Hacket, autore di un partita strepitosa, mentre il solo Fletcher cercava di diminuire il divario tra le due squadre. Esordio di Davis estremamente interlocutorio, ma forse il vero giocatore lo vedremo dopo Siena, mentre Hall dopo un primo tempo incoraggiante seppur senza canestri, ha smarrito la via insieme a tutti i compagni di squadra. Deludente fino all’ennesima potenza il giovane Rullo mentre ci è piaciuta la grinta, la caparbietà e l’umiltà del giovanissimo Traini che ha fatto vedere cose davvero interessanti.
In ogni caso, una volta arrivata sul +12 Pesaro ha controllato agevolmente l’incontro senza mai dover forzare per arrivare a bersaglio. Adesso oltre al tanto e duro lavoro da fare per ricucire i cocci di uno spogliatoio che ci sembra più incrinato che mai, si aspetta che la società prenda decisioni sia livello tecnico sulla sorte dei giocatori, ormai tutti in discussione tranne Polonara, sia a livello tattico perché la posizione di coach Capobianco comincia ad essere meno intoccabile di prima. Forse non ci sarà tanto talento nel Teramo Basket di quest’anno, ma a livello di fondamentali sono tutti giocatori preparati e collaudati ed è necessario che si intervenga anche per donare quella serenità e quella umiltà che invece avevano caratterizzato l’anno del terzo posto in regular season. In ogni caso il precedente peggiore fu con Pancotto che ebbe un inizio di 1V-7P ma con un girone di ritorno fenomenale. Quell’anno a farne le spese fu Rick Hughes, quest’anno dopo Ahearn toccherà con molto probabilità all’incostante Hall.
MVP: Pesaro, chi altri? Hanno trovato nella difficoltà linfa vitale per infilare una vittoria importantissima.
WVP: Tolto Polonara che praticamente non ha giocato per una distorsione, tutta la Teramo Basket è da rivedere con estrema urgenza. Di questo passo la LegaDue è più vicina di quanto non sembri.
Sala Stampa:
Coach Dalmonte: credo sia inutile commentare la partita e le statistiche. Ho un gruppo fantastico ed è giusto che stavolta lasci la parola ai miei collaboratori. Nelle difficoltà abbiamo trovato la forza di reagire e tutti hanno portato il loro buon mattone alla nostra causa. Scusatemi se non mi dilungo ma prediligo far parlare chi oggi lo merita più di me
Assistant Coach Badioli: ringrazio coach Dalmonte che mi dà l’opportunità di parlare. I ragazzi sono stati fantastici e abbiamo sopperito con bravura all’ennesima tegola dell’infortunio di Collins che abbiamo preferito non rischiare per evitare uno stop più lungo di quello che ci aspettiamo. È una vittoria importantissima, dove abbiamo saputo sfruttare il nervosismo del nostro avversario. Abbiamo lavorato con grande attenzione e abbiamo fatto scelte azzeccate.
Coach Capobianco: sono dispiaciuto e amareggiato. Abbiamo avuto paura di tutto e di tutti. E la paura che dobbiamo combattere in questo momento in cui non ci riescono neanche le cose più semplici. Durante la settimana lavoriamo duramente e poi in campo non riusciamo a produrre quanto di buono abbiamo fatto durante la settimana. O quantomeno non lo riusciamo a fare per tutti e quaranta i minuti in cui siamo in campo. Conosco solo una parola, lavoro, ed è con il duro lavoro che rimetteremo a posto il campionato di questa squadra. Capobianco è lo stesso di due anni fa e di anno scorso e non è certo cambiato. Perciò come non era il caso di esaltarsi prima, non è il caso di abbattersi adesso.
Mirko Pierpaolo Papirii