VERONA – Settima sconfitta stagionale per la Tezenis, ma stavolta si tratta di una beffa amara che giunge quando l’impresa contro la capolista sembra ad un passo. Un facile, troppo dato il momento, appoggio a canestro per il 75-74 di Donte Mathis a 2 secondi dalla fine regala infatti a Udine la settima vittoria consecutiva e ferma sul più bello la rimonta gialloblù, rovinando il ritorno al PalaOlimpia di Marcelletti.
Il coach le prova tutte per dare una scossa alla squadra fin dalla palla a due: rotazioni rimescolate con Gueye in quintetto ed Abrams da play, bocciatura per il duo Rombaldoni-Mariani che anche a causa dell’arrivo di Porta non vedrà nemmeno il campo, per il resto i soliti Trepagnier Renzi e Waleskowski. Udine invece è incerottata: Lee assente, Harrison in quintetto ma non al meglio, in panchina il solo Prandin in grado di dare un contributo. I gialloblù sembrano volerne approfittare e come spesso accade in questa stagione partono aggressivi, con Abrams che funziona bene come distributore di gioco ma è ancora troppo timido nel prendersi iniziative personali. Udine prende ben presto le misure, trova canestri fortunati e protagonisti inaspettati come Prandin e sembra voler allungare, ma subisce un Renzi strepitoso (già 12 punti e 9 rimbalzi all’intervallo), e chiude il primo tempo avanti solo 39-35. Verona perde troppi palloni banali e concede troppi rimbalzi offensivi agli avversari e si trova in svantaggio nonostante tiri con un incredibile 75% da due: non è mai un buon segnale, ed infatti gli ospiti nel terzo periodo stringono un paio di viti in difesa e si portano prima a +11 con JJ Williams e poi a +12 giusto in chiusura di quarto con una tripla allo scadere. Sembra finita, invece i gialloblù trascinati da un pubblico meraviglioso trovano la forza di recuperare: Porta si toglie di dosso la ruggine e si ricorda di quando giocava con Scola e Ginobili e saliva sul podio olimpico, caricandosi la squadra sulle spalle e facendo trovare canestri facili a quasi tutti. Gueye, galvanizzato dai tanti minuti concessigli dal suo grande estimatore Marcelletti, fa l’americano sopperendo all’assenza degli altri due, il PalaOlimpia diventa una bolgia e quando prima Renzi con un canestro e fallo a 30 secondi dalla fine poi Abrams con due liberi, dopo il canestro avversario, portano sul +1 la Tezenis sembra ormai fatta. Non sarà così, c’è spazio per la beffa finale già raccontata e per vedere l’ennesimo avversario uscire esultante dal campo. Verona può solo recriminare sui troppi rimbalzi offensivi concessi, addirittura 19, con il solo Renzi che sembra in grado di battagliare alla pari con i lunghi avversari. Waleskowski gioca una partita pessima ed è in panchina quando si decide il tutto, Trepagnier si segnala solo per iniziative sbagliate mentre Abrams gioca a nascondino: non bastano così la grinta di Gueye e la regia di Porta.
Garelli nelle dichiarazioni del dopopartita pone l’accento soprattutto sulla bravura a rimbalzo dei suoi giocatori e sulle molte seconde opportunità così ottenute, tanto che alla fine i tiri presi da Udine saranno 68 contro 46 di Verona. Esprime soddisfazione per la fluidità mostrata in attacco, soprattutto durante il terzo quarto, anche se poi la squadra si è rilassata troppo e incantata contro la zona avversaria. Un elogio soprattutto per Prandin, che mostra coraggio nel tirare e nel prendersi iniziative personali, molto importanti date le rotazioni ridotte di stasera. Ammette una certa fortuna avuta nel finale e nei momenti chiave, buona sorte però che la sua squadra ha cercato e meritato lottando con grinta ed attenzione su ogni pallone.
Anche Marcelletti è concorde nel considerare i troppi rimbalzi offensivi concessi agli avversari la causa principale del risultato finale, mostrandosi però fiducioso nel poter lavorare su questo dettaglio. Ritiene la prova della squadra onesta e complessivamente positiva, elogiando la grinta nel rimontare e il buon assetto del quarto periodo. Si prende tutte le responsabilità per il timeout non chiamato nell’ultima azione dopo il canestro di Udine, scelta dovuta alla confusione e ai pochi secondi rimasti, e motiva l’esclusione di Mariani e Rombaldoni con la volontà di non fare confusione utilizzando troppi play. La partita troppo controllata di Abrams non è stata invece una sua scelta, dato che il giocatore è stato da lui più volte invitato a prendersi più tiri e più azioni per sé, tanto da averlo pure rimesso nel finale per giocare il possesso decisivo.
Renzi ringrazia il pubblico per il grande sostegno ed è soddisfatto per la prova della squadra dal punto di vista difensivo, pur essendo troppo presto per poter parlare di tendenza positiva. Poi parla anche lui di rimbalzi, chiedendo più aggressività alla squadra da questo punto di vista.
Lorenzo Peretti