ROMA – Vittoria, non c’era alternativa per la Lottomatica Virtus Roma questa sera e la vittoria è arrivata.
Liberatoria, appagante, taumaturgica quasi contro un avversario di tutto rispetto che ha fatto vedere che battere di seguito Real Madrid eppoi Malaga non era stato dovuto al caso.
Ma se battere queste due corazzate del basket continentale avrà certamente conferito allo Spirou Charleroi convinzione nei propri mezzi, ulteriore e proporzionale soddisfazione deve questa sera avere per se questa Virtus Roma che, alle prese con un’evidente crisi tecnica e d’identità, è stata molto vicina dal cadere rovinosamente prima di scuotersi, risollevarsi e vincere in modo netto, proprio come un ciclista che alza le mani dal manubrio a pochi metri dal traguardo finale dopo però aver sudato le proverbiali sette camicie nel contenere o resistere agli attacchi avversari ed averli ripresi in cima alla salita più dura.
La Virtus Roma doveva scrollarsi di dosso la scimmia della sconfitta contro Cremona, peggio di una doccia scozzese, e per far questo doveva fare appello a tutte le risorse nervose possibili ed immagginabili. Ed infatti la gara era partita molto bene per Roma dal lato del campo “sotto accusa” in queste prime uscite della stagione, in attacco cioè dove al 7° si trovava 20-13 con lo Charleroi che manovrava bene la palla ma che spesso falliva la conclusione. Ma Giovanni Bozzo, coach dello Charleroi, dopo il time-out obbligato, ingarbugliava bene le carte in campo e svuotava la panchina come il collega Boniciolli mandando in tilt la difesa dell’Urbe. Riddick (al posto di un poco eccellente Daniel Santiago, 2 falli per lui), Mallet e Greene riagganciavano il punteggio in un amen e non si fermavano, chiudevano sul 22-24 con la Lottomatica che segnava solo dalla lunetta con Vitali nei 3 minuti finali.
Sguardi bassi per la Lottomatica, qualcosa non andava. Secondo quarto ed Alì Traore impattava all’11°, 26-26 ma in difesa Roma soffriva le giocate di Gomis e di Mallet, rapidissime ed incisive quelle del play francese ex-Malaga. Lo Charleroi creava problemi perchè i ragazzi di Bozzo si cercavano e si trovavano spesso in attacco mandando a vuoto i raddoppi avversari. Heytvelt rimetteva il punteggio in parità, 30-30 al 16° ma Greene con una tripla rimetteva le cose a posto. A rimbalzo Roma era più presente (all’intervallo lungo saranno 19 contro 12), ma in attacco adesso si faceva fatica e lo Charleroi ne approfittava. Si vedeva anche Crosariol ma lo Spirou volava al +8, massimo vantaggio, grazie ad un antisportivo molto generoso fischiato a Smith, prova incolore sino a quel momento. Boniciolli non ci stava, chiama time-out e la faccia dei suoi cambiava, proprio Smith ringhiava di più del solito compiendo il 3° fallo prima della fine, si chiudeva con la Virtus in rimonta ma sempre sotto, 41-45.
Terzo periodo e difese allegre, ne approfittava la Lottomatica che prendeva ritmo e convinzione in attacco. Erano Traore e Washington quelli che fatturavano con Smith che finalmente cancellava l’imbarazzante zero dalla casella punti all’attivo, grazie a loro Roma rimetteva il naso avanti anche grazie ad una fallosissima difesa belga, al 24° già 5 falli al passivo, 58-54 al 16°. E regalava una bella tripla, 61-56 compiendo però poi il quarto fallo. Lo imitava Dasic subito dopo aver sfruttato un raccapricciante 0/2 dalla linea della carità da Riddick, 64-56 al 17°. Ma lo Spirou reagiva e, complice qualche nuova forzatura in attacco della Virtus, rientrava sino al 64-61 al 28°. E non finiva quì, complice una clamorosa doppia svista arbitrale, si chiudeva in parità sul 66-66 con Gomis protagonista con un canestro buono più fallo molto dubbio su una bella difesa di Djedovic.
Ultimo periodo e due contropiedi di Washington contro Gomis riportavano l’Urbe a +5 al 32°, 71-66 e davano la stura al Washington’s show. Roma mordeva e parecchio in difesa piegando le gambe in modo imperioso, lo Spirou perdeva sicurezza ed i collegamenti tra reparti s’inceppavano, uno Spirou molto meno spavaldo doveva subire un parziale al 35° di 15-2 che la faceva traballare vistosamente: protagonisti per la Lottomatica Heytvelt ed il solito Djedovic. Ma non è giusto glorificare solo chi bucava la retina, la Virtus difendeva bene e sporcava tutte le linee di passaggio con Crosariol, con Datome, con lo stesso Washington e Smith che, notizia delle notizia, usciva per cinque falli ! Traore addirittura segnava al 37° il canestro del +17, 88-71, incredibile ma vero. Bozzo non si dava pace ma la partita era finita, 95-83 e Roma al 90% passava alle TOP 16 dopo un anno di purgatorio.
Cosa dire ? Un’altalena continua questa Virtus. Molta incostanza, molti alti e bassi ma lo si poteva prevedere. Una cosa è però certa: fisicamente la squadra sta bene, uscire così imperiosamente nel quarto periodo lo dimostra. Bisogna limare certi difetti che, a nostro avviso, solo un playmaker vero, autentico, potrà regalare a questo roster. L’infortunio di Giachetti che starà fuori tra i 4 ed i 5 mesi ha aperto uno spiraglio in questa direzione, vediamo cosa accadrà ma la sensazione netta è che questa squadra con un playmaker di buon livello possa stabilizzare prestazioni e slanci, andando verso una linea continua definitivamente stabile.
Due dati, infine, da sottolineare: sole 11 palle perse contro le 14 di media in Eurolega e le 19 in campionato, mentre ci sarà ancora da lavorare ai rimbalzi perchè lo Charleroi, certamente non un modello di roster fisico, riesce ad arpionare complessivamente 35 rimbalzi contro i 30 della Lottomatica Virtus Roma. C’è da lavorare ancora in difesa sotto questo profilo, poco ma sicuro.
Intanto si ritorna nelle TOP 16, primo obiettivo raggiunto.
Sala Stampa
Bozzo
Abbiamo giocato un buon primo tempo ma con soli 4 punti di vantaggio all’intervallo e ce ne dovevano essere almeno 10: troppi falli in attacco per noi, troppe distrazioni poi, il terzo fallo di Mallet ci ha condizionato parecchio. Nel secondo tempo poi abbiamo perso le distanze, una gara si vince sui canestri facili, sulle cose semplici e non è diventata più partita da metà campo, loro sono stati bravi nello stringere la difesa e siamo andati sotto con 21 palle perse. Roma forse ha giocato la miglior gara dell’anno, forse, ma mentalmente hanno superato i loro problemi e noi li abbiamo agevolati. Tutto qui, non ci sono alchimie particolari da spiegare. Abbiamo iniziato il quarto finale con due errori da sotto, poi due contropiedi di Washington ci hanno ucciso.
Il primo tempo non siamo andati affatto male, anzi, quando abbiamo fatto girare bene la palla siamo andati bene.
Sono arrabbiato, non abbiamo per niente fatto la nostra miglior partita ma Roma ha avuto i suoi meriti. Non molliamo, sia chiaro, possiamo vincere le prossime 3 partite perchè Roma potrebbe perderle tutte e 3.
Boniciolli
Voglio solo dire che abbiamo raggiunto un primo obiettivo di quelli che avevamo “puntato”. Questa vittoria ci aiuta molto, abbiamo ancora parecchio da migliorare ma questo su e giù di rendimento non può essere sempre vista come energia negativa. All’inizio siamo andati male, troppi uno contro uno persi, sguardi preoccupati. Poi nel secondo tempo ci siamo sciolti, abbiamo lavorato duro e ci siamo anche ricordati che raggiungere le TOP 16 è come una medaglia da mettere al petto. Abbiamo quindi liberato l’energia, abbiamo stretto la difesa, benissimo i lunghi che hanno dato un grandissimo contributo e questo testimonia quanto dicevo nei giorni scorsi, cioè che ci vuole tempo per vedere questa squadra esprimersi e questa sera lo avete visto. Avete visto il ragazzino, Nihad Djedovic, come ha stretto in difesa ma è solo un esempio, mi son piaciuti tutti. Ma non dimentichiamoci che domenica arriva Varese con un grande allenatore, e dovremo convertire l’energia positiva e batterla. Dobbiamo vincere per inseguire il secondo obbiettivo che sono le F8 ma lasciatemi dire che il pubblico questa sera ci ha aiutato molto e lo ringrazio per non aver dato peso ad alcuni nostri banali errori. Quindi un grazie di cuore veramente a tutti coloro che ci hanno incitato. Inoltre non posso rimproverare nulla a questi ragazzi, si allenano sempre duramente ma non posso non osservare questa discontinuità di rendimento, ieri 65 punti alla Vanoli oggi 95 allo Charleroi. Forse il testimonial della squadra è Washington che sale e scende nel rendimento, lo avete visto, ed i ragazzi mi han detto che vogliono vincere con questa maglia per questa società dopo la sconfitta di domenica. Io ho fiducia, li vedo bene e non avremmo giocato benissimo il secondo tempo se non stessimo bene fisicamente. Ma adesso stiamo cauti, al 99,9% ci siamo qualificati. Allora penso che noi forse siamo più presenti nelle gare e nelle competizioni più complesse che non in quelle forse meno complesse. Il clima è buono, sono moltissimi giovani, non dimentichiamolo, ed è normale avere questi up and down. Smith….Ragazzi, se passiamo il turno non dimenticate il suo canestro di Bamberg, importantissimo.
Traore benissimo oggi, lo ribadisco, è difficile abituarsi al nostro basket e lui doveva capire che lui non è una stella qui da noi, non lo conosce nessuno e forse siamo sulla strada giusta. Sì, cinque rimbalzi in meno rispetto a loro, significa che dobbiamo avere più cattiveria, più decisione ed in questo certamente dobbiamo crescere, il miglior rimbalzista al mondo era Dennis Rodman, solo 196 centimetri e questa la dice tutta.
Lottomatica Virtus Roma – Spirou Charleroi 95-83
Parziali: (22-24; 19-21; 25-21; 29-17)
Progressione: (22-24; 41-45; 66-66; 95-83)
Tabellini http://www.euroleague.net/main/results/showgame?gamecode=77
MVP
Darius Washington fa le pentole ed anche i coperchi. Tiene a galla Roma nel punteggio sino al terzo periodo, poi esplode rubando due palloni importantissimi ad inizio quarto quarto e spezza la resistenza dello Spirou. Va vicinissimo alla tripla doppia, 31 di valutazione, 27 punti all’attivo e, nonostante tutto, ancora qualche difettuccio da limare, pensate un pò….Mensione anche per Nihad Djedovic e Alì Traore. Sul fronte belga bene Joseph Gomis, 19 punti, l’ultimo ad arrendersi.
WVP
Vlade Dasic non era al meglio, perciò il suo -1 di valutazione ci sta tutto ma francamente ci aspettavamo di più da Daniel Santiago, oramai un campione al tramonto.
Fabrizio Noto/FRED