MADRID – E venne un’altra sconfitta per la Lottomatica Virtus Roma, questa volta in Eurolega ed anche questa molto simile alle altre subite nella massima manifestazione continentale.
Procediamo per gradi.
Come accennato nella preview di ieri, non ci si aspettava dalla Virtus di battere lo squadrone Blanco in casa propria, ma perlomeno d’assistere ad una gara gagliarda, maschia, decisa, a rimarcare magari la rabbia per la pessima stagione fin quì disegnata. Ed invece ecco la solita gara fatta di errori in ogni lato del campo, sia in difesa che in attacco. Ma la cosa più sconcertante è stata quella d’assistere ad una gara piena d’incertezze, paure, svogliatezza anche con una prestazione che non era francamente caratterizzata dalla frenetica voglia di vincere a tutti i costi, ed in questo molto del suo lo ha messo inopinatemente anche il Real Madrid.
Già, perchè a compartecipare al brutto spettacolo messo in scena questa sera c’era anche un Real decisamente sotto tono e maldestro più del lecito il quale, ad un certo punto, non riusciva a mettere la palla nella retina da nessuna parte del campo.
E la Virtus, invece di approfittare della pessima serata al tiro degli avversari, iniziava con una discreta difesa sui lunghi del Real contenendo bene Reyes e Tomic sotto le plancie ma, una volta entrata in possesso del cuoio, dava la stura al solito rosario di palle perse fin da subito: 3 in appena 4 minuti di gioco, se ne vedranno poi per tutto il proseguio della partita in tutti i modi e per tutti i gusti dell’orrorifico accostato al basket.
Lentamente la Virtus quindi, indicando scarsissima personalità nei suoi principali interpreti orfani di Charlie Smith (per lui gonfiore alla caviglia, fermo ai box), invece di gasarsi nel vedere l’avversario in difficoltà, si spegneva progressivamente sull’entrate a casaccio di un troppo confusionario Washington, sui tentativi di Djedovic da fuori e da sotto (terrificante il -11 di valutazione per il giovane bosniaco in tutta la gara: 0/4 da, 0/4 da 3 !!), ma soprattutto si assestava su di un ritmo blando, troppo blando alla luce anche dei pochi rimbalzi presi in difesa nel primo quarto: il Real faceva quasi man bassa di rimbalzi sotto il canestro romano denotando maggiore grinta, voglia di vincere e convinzione nei propri mezzi.
Ed a causa di questo andamento si pensi solo che Ettore Messina, proprio alla luce dell’aria soporifera quasi del match, panchinava spesso Sergio Rodriguez perchè le sue frenetiche accellerazioni, le sue brucianti azioni offensive che all’andata avevano dato fuoco alla gara del Palalottomatica e portata la stessa verso il Real, non servivano affatto. Ci pensava infatti Roma a tenere bassi i ritmi in un modo quasi indolente, quasi a non volere svegliare il cane dormiente, con un Prigioni di nuovo in auge ma decisamente un pallido ricordo dell’ottimo palymaker che fu, alle prese con una condizione fisica inoltre da ritrovare al 100% ed un buon Sergio Llull a gestire i possessi.
Comunque il primo quarto si chiudeva sul 14-11 per i padroni di casa, speranze di regalare una bella soddisfazione e la matematica promozione alle Top 16 non così lontane per la Lottomatica specia al cospetto di un Real svagato.
Però anche il secondo periodo si adagiava sui ritmi e sui temi del primo. Roma non reagiva, sbandava ancora e la cosa più sconcertante era la totale assenza di idee in attacco. Carenza di leadership e di idee che anche Luca Vitali faceva fatica a lenire. Molti errori a tutti il livelli: di passaggio della palla, di lettura della mossa migliore da fare in attacco, dell’aiuto mai troppo forte sull’uomo battuto. E nonostante la pessima, insolita mira da fuori dei cecchini in maglia bianca (0/8 dalla lunga all’intervallo lungo), con una Virtus che faceva leggermente meno peggio da 3 (1/10, a segno il solo Gigi Datome, che sarà poi l’MVP dei suoi), si restava in partita ma mettendo a referto al suono della sirena lunga la miseria di 22 punti contro i 30 dei padroni di casa.
Uno spettacolo decisamente povero ma soprattutto una Roma già quasi ripiegata su se stessa, graziata dalla scarsa mira balistica di un Real Madrid in crisi di precisione con dati impietosi: 11 palle perse (per amor di patria glissiamo su alcune di queste, decisamente comiche se non imbarazzanti a certi livelli e su questi palcoscenici, ndr), solo 50% ai liberi (5/10), e ben 14 rimbalzi offensivi concessi ai madridisti ove svettava un monumentale D’Or Fischer, autore alla fine di ben 6 stoppate e 9 rimbalzi.
E nel terzo periodo, puntuale, arrivava la grandine.
L’allungo dei ragazzi di Messina era micidiale quanto però facile, irrisorio, senza quasi resistenza, timbrato da Llull, Reyes e Tomic. In un amen al 22° il punteggio recitava 41-25 allorquando Matteo Boniciolli si vedeva costretto a chiamare il time-out . Facce tese, sconsolate, sguardi persi nel vuoto e peggio di ogni cosa, al rientro in campo assenza quasi totale di reazione. L’ultimo ad arrendersi era Gigi Datome assieme ad un volitivo Alì Traore, piccolo break a favore dell’Urbe per un 0-9 di parziale timbrato anche Luca Vitali. Ma era il classico fuoco di paglia perchè Jorge Garbajosa, in una splendida azione disegnata da Messina durante l’ultimo time-out del periodo, stampava la terza tripla consecutiva nell’assoluta, imbarazzante libertà d’esecuzione, 54-39 per il Real.
Il quarto periodo, come purtroppo già visto a Malaga quest’anno, era puro garbage time con anche il debutto in Eurolega per Andrea Iannilli.
Cos’altro aggiungere a quanto visto questa sera ?
E’ difficile, veramente difficile sostenere che questa squadra possa essere “guarita” da qualcosa che non si capisce bene cosa sia. E’ un problema forse di uomini ?
Ad esempio, prendiamo Nihad Djedovic. Domenica contro Varese un mostruoso 40 di valutazione con 27 punti finali, oggi solo 1 punto per un totale di -11 di valutazione. Va bene, parliamo di un diamante grezzo dal quale limare alcune impurità, ma cosa dire allora di un Crosariol irriconoscibile ed a tratti irritante come l’anno scorso e dopo aver fatto vedere più di qualcosa di buon in questo inizio di stagione ? La crisi è palese in regia, in fase di possesso ma sta diventando anche cronica ormai ad esempio a rimbalzo, non si faccia caso al dato finale che sostanzialmente pareggia tra le due squadre (40 per il Real, 38 per Roma), perchè il Real riusciva a prendere la sfera in attacco in certe fasi cruciali dei primi due quarti come e quando voleva, godendo alla fine di quasi 2 o 3 possessi ad ogni singola azione ed indirizzando la gara a proprio piacimento, con la sicurezza di chi sa che può osare quando vuole.
La situazione è delicata ora più che mai anche perchè abbiamo avuto la sensazione che il buon Boniciolli stesse gestendo il tutto senza venire a capo di nulla, costretto ad esempio a schierare per larghi tratti dell’ultimo periodo il volenteroso ma inadeguato Andrea Iannilli a queste vette d’eccellenza.
Ci fermiamo quì, la notte deve passare ma deve passare anche lo stato d’impasse in cui sembra essere caduta la Lottomatica perchè domenica si va a Teramo per una sfida, udite udite, per non retrocedere in Lega Due anche se virtualmente. Dando per scontato che tutti possono sbagliare sarebbe però il caso di cominciare a porsi delle marzulliane domande e darsi anche delle risposte se questi sono gli spettacoli tecnici che si propongono in Eurolega, un Eurolega tra l’altro che non conviene proprio disputare se, ripetiamo, si mettono in scena simili “prodotti”.
Ci pensi il Presidente Toti a capire cosa desidera fare, è un invito accorato quanto fermo perchè questa stagione rischia di essere ancora più deludente della recente pessima già passata. E faccia capire bene se Boscia Tanjevic, con il quale flirtava amorevolmente quest’estate, sia già da rimuovere dai trofei da esporre in Viale Tiziano come gli altri grandi nomi passati eppoi scappati da Roma o se, come molti credono, sia foriero di ulteriore stima e fiducia con un rilancio del settore tecnico.
Intanto, letteralmente, buona notte e buona fortuna !
Real Madrid – Lottomatica Virtus Roma 72-50
Parziali (14-11; 16-11; 24-17; 18-10)
Progressione (14-11; 30-22; 54-39; 72-50)
Tabellini http://www.euroleague.net/main/results/showgame?gamecode=89
MVP
Le cifre direbbero Sergio Llull con i suoi 14 punti all’attivo ed il 14 di valutazione ma noi preferiamo citare D’Or Fischer, mostruoso per l’intimidazione che ha saputo generare ai poveri Washington, Traore, Dasic e Iannilli giunti tra le sue fauci. Per Roma si salvano Gigi Datome ed Alì Traore con 11 di valutazione. I meno peggio, sarebbe meglio dire.
WVP
Tutti quelli in maglia Giallorossa con una menzione per Djdevoci, terrificante -11 di valutazione.
Fabrizio Noto/FRED