Soliti Lakers, solita Regular Season. Arduo trovare molti altri commenti alla gara della nottata, giocata a ritmi blandissimi da entrambi i team e risolta solo nel finale grazie a Derrick Rose, lampo (in tutti i sensi) a ciel sereno. Tipico match da RS insomma, in più di un momento somigliante al primo allenamento post-natalizio, appesantito da panettoni e cotechino: il problema (e soprattutto il nervoso che la cosa scatena quando si arriva alla quinta ora collassati sul banco) è che siamo solo all’11 e di panettoni per ora, se ne vedono solo alla TV…
Cercando di stare sveglio insomma la partita inizia con un rapido parziale di 16-4 a favore degli ospiti, fuoco di paglia però perchè i Bulls ricuciono il gap in una decina di minuti tornando sotto di sole 4 lunghezze alla pausa lunga, grazie al contributo offensivo e non di Deng, Korver e ovviamente del gioiellino #1, unstoppable una volta attivatosi. Nel secondo tempo finalmente le due squadre cominciano a segnare con un po’ più di continuità con Kobe a fare la voce grossa da una parte, mentre dall’altra si fanno notare Boozer e Noah, sfruttando la stanchezza e relativa pochezza, del settore lunghi losangeleno, troppo corto per reggere solido il pitturato; LA tiene comunque il passo non sprofondando, ma senza nemmeno dare grandi segnali di vita (58-66 a fine 3°). Il quarto periodo così è per una buona metà un assolo Bulls, finchè un 11-2 lacustre, aperto dal ventesimo punto di Gasol e chiuso con la bomba di Fisher dall’angolino sinistro, sembra riaprire le speranze dei campioni in carica, che avari di emozioni riescono finalmente a distogliermi da un inutile studio notturno filosofico su Galileo per rimontare invece in regia, cuffia alle orecchie e felpone giallo compagno del “two-peat” ben stretto. Nell’azione successiva però, un perfetto blocco alto di Noah schianta il povero play-gialloviola, Gasol non esce ad aiutare e Rose in fade-away s’inventa un jumper pesantissimo che di fatto chiude ogni conto, perchè dall’altra parte c’è poco tempo, zero idee e nessun altro eroe come contro i Clippers mercoledì. Finisce 84-88 e l’amarezza e i commenti non possono che fioccare (come qui la neve settimana scorsa) a palate.
Per i Bulls si tratta della quarta vittoria di fila, di cui tre (LA compresa) contro squadre di ottimo livello come Rockets e Thunder: con un record di 13-8 Chicago è sesta nella Eastern Conference, ma visto il calendario fin qui affrontato e la pesante assenza di Boozer fino ad una settimana fa, si conferma un’ottima squadra, costruita sì in funzione di Rose, serio candidato fin da ora al titolo di MVP stagionale, affiancato però da elementi “gregari” di tutto rispetto, che anche solo nel caso del match di ieri hanno dimostrato carattere, seppur trovando di fronte una difesa svogliata e facile da infilare. La difesa già di alto livello di Thibodeau invece, come al solito, è sempre pura sinfonia anche in una pallacanestro spettacolare come l’NBA: Kobe isolato, Kobe messo fuori ritmo e Kobe innervosito, queste le basi, il resto lo fanno da soli gli avversari, il resto lo vedremo con buona probabilità ai PO. I complimenti vanno comunque fatti a questi Bulls, le due triple di Rose che hanno dato il là al parziale decisivo nel quarto periodo sono sembrate studiate a tavolino: palla a Boozer, difesa che collassa, palla fuori per la tripla con spazio dell’1; buon affiatamento poi tra lo stesso Boozer e Noah (19 punti e 20 rebs in due), minuti di qualità dalla panchina per Brewer e Korver, ritrovatosi dopo un breve periodo a cacciar farfalle. Bene infine anche Deng e il già citato Rose. I Bulls insomma, li riscopro dopo tanto tempo, ed è lecito attendersi nuovi sviluppi da un team a cui basterebbe far entrare nella zucca di Boozer due o tre cosette per trovarsi a guardare dal basso tante contenders…la strada è lunga, ma le premesse appaiono davvero buone.
I Lakers invece si trovano quarti nella classifica assoluta, statistica che se vista con sguardo disinteressato può anche apparire un signor risultato, ma se poi apriamo la pagina delle classifiche su nba.com non si può non notare il preoccupante 6-5 in trasferta: LA che ogni tanto impazzisce o comunque gioca male, ci ha abituato anche gli scorsi anni, ma dopo le 4 sconfitte filate, evento più unico che raro, anche questo tour ad Est rischia di diventare una lunga avventura, visti pure i tre back2back, con la fatica che andrà colmata al più presto inventandosi qualcosa perchè, inutile dirlo, Rose stanotte ha fatto vedere i fantasmi ai ragazzi di coach Jackson. La situazione attuale vede i big dal minutaggio altissimo, la panca latita e alcuni protagonisti mancano all’appello, in primis Bynum, che come sempre si fa attendere: per Phil niente di diverso sotto al sole “That’s not a professional response to this game”, per Kobe, non in un grande momento di accordo col ferro (9/23 solo ieri) “They did a good job on defense” che però, letta in chiave diversa, diventerebbe “un pessimo lavoro offensivo” e vista la difficoltà solo a prendere gli 80 nelle ultime due questa sarebbe anche una giusta considerazione. Ma siamo solo a Dicembre e a mente fredda alla fine di preoccupante c’è ancora troppo poco: si attende una rotazione completa [off topic] anche all’Inter magari [/off topic], perchè con questo promettente Lamar dalla panchina il livello della 2nd unit si alzerà di certo, mentre Drew permetterà di dare maggior intimidazione nei primi e terzi quarti e soprattutto qualche meritato minuto di riposo a Pau; le 7L vanno insomma viste anche nell’ambito di un campionato equilibratissimo…oltre il fatto che i veri Lakers, come sempre, si accendono ad aprile. Dicevo sopra it’s just Regular Season… [boxscore]
Michele Di Terlizzi