Una delle due doveva interrompere la propria striscia positiva, ed una doveva continuare a stupire, ad esprimere bel gioco, a sognare. E’ toccato a Pesaro portarla a casa, in una partita vinta più che meritatamente, distruggendo tutte le certezze che la squadra di Mahoric aveva costruito fino a quel momento. L’ennesimo capolavoro di Dalmonte, che ha dovuto convivere con infortuni di ogni tipo, senza che inficiassero minimamente sui risultati.
La partita si è trascinata sui binari dell’equilibrio per tutta la gara, con la prima metà in cui erano i padroni di casa a tenere costantemente la testa avanti, seppur di poche lunghezze. Ma Milic non è il solito Milic, Sekulic fa una fatica matta a concludere e Rowland fa rumore, segna, ma fa anche una discreta quantità di sciocchezze. E’ il preludio alla rimonta ed al sorpasso pesarese, che con Hackett ed un Cusin incredibilmente letale dalla lunetta, si concretizza nell’ultimo quarto. Distacco che si amplifica quando Cremona cerca di limitare il distacco con la lotteria dei tiri liberi, dimenticandosi che gli altri sono praticamente perfetti – un solo errore, a partita finita – e che loro sono i peggiori di tutta la Serie A nel fondamentale.
Dalmonte ha stravinto il duello con Mahoric, uno che in questi mesi si era già guadagnato credito illimitato dai suoi colleghi, per la sapienza tattica nel costruire le partite. I lunghi vanoliani, devastanti in altre partite – l’ultima in ordine cronologico con Caserta – si sono trovati chiuse tutte le strade per andare a canestro con semplicità, merito anche delle lunghissime leve pesaresi, in grado di schierare contemporaneamente due giocatori di almeno due metri e dieci, con Cusin e Aleksandrov. Il faro Milic ha litigato con il canestro, Perkovic non si è praticamente visto, e Sekulic è stato costretto a cercare soluzioni dall’arco, non esattamente la sua specialità. Di contro gli esterni, Collins e Hackett su tutti, sono riusciti a mettere adeguata pressione su Rowland e compagnia, forzando palle perse che hanno portato, specialmente nel momento clou della gara, a punti facili in contropiede o transizione. Nella seconda metà di gara Pesaro segna la bellezza di cinquantadue punti, equamente divisi tra terzo e quarto quarto. Un’enormità in assoluto, ancora di più se si pensa a che difesa riesca a sfoggiare di solito Cremona, specialmente davanti al proprio pubblico.
Infine menzione per il figlio di Rudy, che ha dominato ogni zona del campo, segnando in entrata o dalla distanza, recuperando un’infinità di palloni e smazzando assist. In una squadra in cui gli extracomunitari non rendono secondo quanto previsto – Diaz e Almond solo a sprazzi – è l’italiano a far “l’americano”, e di quelli piuttosto forti.
Sala stampa
Mahoric
Abbiamo perso una gara molto importante, in campo non eravamo quelli giusti, abbiamo perso la concentrazione, nonostante tutto eravamo in grado di vincere questa partita, perchè tutto sommato a cinque minuti dalla fine avevamo due punti di distacco da Pesaro, ma abbiamo continuato ad essere poco concentrati, specialmente in attacco dove non abbiamo dimostrato quella cattiveria e la voglia di vincere che sarebbe stata necessaria per portarla a casa. Sono naturalmente insoddisfatto di come abbiamo giocato, mi aspetto una reazione repentina, tanto negli allenamenti quanto in partita, e mi aspetto che tutti i giocatori acquisiscano coscienza di questa partita, di cosa abbiamo sbagliato e di cosa dobbiamo fare per migliorare.
Dalmonte
Venire a Cremona, contro questa squadra, e segnare ottantasette punti significa essere stati presenti offensivamente. Però preferisco guardare la difesa, che ci ha tenuto in vita nei pochi momenti in cui in attacco eravamo meno lucidi. Del resto non abbiamo mai subito più di venti punti in un quarto. Nei primi venti minuti probabilmente eravamo troppo contratti, subendo la difesa aggressiva di Cremona, successivamente abbiamo gestito molto meglio i possessi, le poche palle perse in questo frangente credo lo dimostrino. Pur con una squadra ancora convalescente, nonostante fosse completa, abbiamo mandato quattro giocatori in doppia cifra ed uno a nove, che significa un gruppo presente, disposto a dare qualcosa sempre e comunque.
Vanoli Braga Cremona – Scavolini Siviglia Pesaro 74 – 87
Parziali: 19-16; 17-19; 20-26; 18-26.
Progressione: 19-16; 36-35; 56-61; 74-87.
Tabellino
MVP Impossibile uscire dal nome Daniel Hackett. Quello che ha fatto contro la Vanoli in realtà non è stato altro che ripetere le prestazioni delle settimane precedenti: ovvero dominare gli avversari. Davanti aveva Foster, uno dei difensori più fisici tra gli esterni, e capace di tenere sotto media chiunque gli si sia parato davanti. No problem, distrutto anche lui. Chapeau.
WVP Della Vanoli nessuno ha demeritato tanto da prendersi questo sgradito fardello. Ci sono state parecchie prestazioni scialbe, vedi per esempio il trittico di lunghi slavo (Milic, Sekulic, Perkovic), ma nessuna davvero disastrosa. E allora se lo prende Cusin. Che avrebbe fatto un partitone, dominando i suoi pariruolo come non ci sarebbe potuto aspettare. Ma lo spettacolo che ha dato a partita finita – urli e gestacci in direzione dei tifosi, gli stessi che un anno prima gli dedicavano ovazioni a non finire – è stato qualcosa di ben oltre il censurabile. Di fischi se ne è presi tanti, insulti anche e non tutti meritati, ma prima di arrivare a giustificare quello che ha fatto ce ne passa.