Pesaro – Il coach Dal Monte nel dopo partita in sala stampa l’ha definita una vittoria di energia, coraggio e fiducia, ma forse sarebbe più giusto che la vittoria della Scavolini Siviglia sulla Bennet venga accolta come la vittoria del cuore.
Un successo che, dopo quello che si è visto in campo, a fine partita è apparso quasi come un fenomeno inspiegabile frutto da un lato da un’encomiabile caparbietà da parte dei pesaresi ma dall’altro anche di evidenti demeriti da parte dei canturini che, per lunghi tratti, parevano poter disporre a proprio piacimento dell’andamento del match.
Se c’è stato un demerito particolare da parte degli uomini di Trinchieri, oltre alla quasi ridicola statistica dei rimbalzi, è stato quello di non aver saputo azzannare la Scavolini Siviglia quando, per lunghi tratti del primo tempo e per parte della ripresa, pareva brancolare nel buio dinanzi all’organizzazione avversaria.
Invece, nonostante i grossi problemi manifestati in regia anche in questa partita e nonostante una pericolosa involuzione offensiva, la Scavolini Siviglia è riuscita mantenersi in partita grazie alle iniziative estemporanee di Collins e Diaz, per poi buttarla sulla bagarre negli ultimi 15 minuti e strappare una vittoria tanto importante quanto rocambolesca.
Dal Monte parte lasciando in panchina Almond, ormai riconvertito nel ruolo di uomo di rotazione, mentre Lydeka, nonostante una caviglia malconcia è del match; Trinchieri deve fare a meno del lungodegente Markoishvili e lancia in quintetto per pochi minuti Urbutis.
La Bennett allunga subito sull’1-5 con Leunen, ma Pesaro impatta sul 7-7 in poco tempo con tutti i suoi punti firmati da un ispirato Cusin; la Scavolini Siviglia vive di iniziative isolate e fatica molto in attacco ma, nonostante tutto, riesce addirittura ad allungare sul 19-14 con Hackett, prima che una fiammata di Mazzarino e Tabu riporti Cantù sul -1 (23-22) a fine primo quarto.In apertura di seconda frazione Pesaro si impantana e segna solo dieci punti mentre la Bennet mette in mostra la sua ottima organizzazione offensiva e sembra poter prendere il largo. E’ questo con ogni probabilità il momento decisivo della partita perché se il campo evidenzia un’enorme differenza di valori e di qualità del gioco, gli ospiti non riescono ad approfittarne a sufficienza; dopo aver fatto accademia per lunghi tratti del secondo quarto, infatti, la Bennet riesce ad allungare decisamente solo nel finale, portandosi sul 33-40, ma il vantaggio è anche troppo risicato.
Al contrario la Scavolini Siviglia, in questa frazione, ha messo in mostra tutti i suoi attuali limiti: una pericolosa fatica a sciorinare un gioco offensivo decente, un Collins cha fatica tremendamente nel ruolo di costruttore di gioco ed un Almond che oramai svolge compiti di puro gregariato, privando la squadra di una delle punte di diamante designate.
Buon per Dal Monte che nella seconda parte di match si imponga prepotentemente Guillermo Diaz, finalmente capace di ergersi al ruolo di trascinatore dei suoi. In effetti l’andazzo in apertura di secondo tempo assume sinistramente le sembianze dei primi venti minuti, con Cantù a giocare quasi in surplace e Pesaro a rincorrere sempre affannosamente, ma mai perdendo contatto.
Così, nonostante una certa sofferenza a limitare Green e qualche difficoltà sui lunghi avversari, Pesaro si affida al portoricano e, con il quintetto da battaglia in cui Hackett e Flamini alzano l’intensità in difesa, cominciano a credere nella vittoria: in chiusura di tempo due tiri liberi di Traini consentono addirittura ai padroni di casa di riportarsi in vantaggio dopo tanto tempo (55-53).
L’ultimo quarto si trasforma quindi in una battaglia: la Bennet ha ormai peso il controllo sul match e, spinta anche da un pubblico nuovamente caldo, la Scavolini Siviglia capisce che può farcela.
Il primo parziale ospite di 6-0 è subito rintuzzato da una tripla di Traini e poi si viaggia sempre sui binari dell’equilibrio in un match in cui l’ardore dei padroni di casa sta prevalendo sull’ordine e la pulizia dei giochi degli ospiti.
Pesaro ha ben presto Collins con quattro falli e fuori per una botta rimediata al basso ventre ma, come si diceva, non è lui il protagonista del match bensì Diaz con le sue iniziative ardite; tuttavia alla fine il canestro decisivo sarà quello trovato con fortuna da Hackett in contropiede, con il quale i padroni di casa si portano sul 71-66 a meno di un minuto dal termine.
I cinquanta secondi che rimangono si rivelano però ancora appassionanti perché la Bennet non si arrende ma la Scavolini Siviglia riesce a rimanere glaciale dalla lunetta con Collins ed Hackett; l’ultima tripla segnata da Tabu sulla sirena servirà solo a fissare definitivamente il punteggio sul 76-75.
Spogliatoi
Dal Monte: nel valutare la nostra partita e la nostra prestazione dobbiamo sempre tenere presente la forza di Cantù e che la Bennet è una squadra solida che in ogni momento sa cosa fare con incredibile lucidità. Noi, dopo un brutto secondo quarto, siamo riusciti a ripulirci la testa e a trovare il coraggio per controbattere al buon gioco degli avversari; alla fine l’abbiamo vinta riuscendo a trovare nel corso della partita, e dopo tre sconfitte consecutive, l’energia, il coraggio e la fiducia per battere una squadra che era al secondo posto meritatamente e non in virtù di qualche strana coincidenza.
Trinchieri: è stata sprecata una grande occasione e se non abbiamo portato a casa la vittoria è perché siamo stati supponenti. Ovviamente non dimentico lo sforzo prodotto da Pesaro negli ultimi 15 minuti ma non possiamo pensare di vincere fuori casa con solo 18 rimbalzi all’attivo. Sono le stranezze della vita: tre giorni fa abbiamo vinto contro Milano dominando a rimbalzo e oggi abbiamo pensato che avremmo potuto prendere i rimbalzi per grazia ricevuta. Noi, finché abbiamo giocato, siamo riusciti a mettere in grossa difficoltà la Scavolini Siviglia poi, quando loro hanno alzato l’intensità, ci siamo un po’ persi e la partita e diventata una battaglia decisa in loro favore da alcune pennellate di Diaz degne di Picasso.
Scavolini Siviglia Pesaro – Bennet Cantù 76-75
Parziali (23-22; 10-18; 22-13; 21-22)
Progressione 23-22; 33-40; 55-53
Mvp Se la Scavolini Siviglia ha portato a casa questa vittoria gran parte del merito va a Diaz che, a partire dal secondo tempo, ha interrotto la pericolosa inerzia negativa che stava prendendo il match dei suoi con quello che gli riesce meglio, ovvero rompere i giochi avversari con le sue iniziative fuori dagli schemi. D’altra parte era stato preso anche per questo e, con la prestazione di oggi, si può dire che a Pesaro si è cominciato a vedere il vero Diaz.
Wvp Difficile trovare un peggiore in campo nella buona prestazione corale della Bennet e così, visti anche i pochi minuti in campo di Almond, la palma del peggiore va ad Aleksandrov, la cui presenza nel match è stata a dir poco impalpabile.
Giulio Pasolini