PESARO – Il quattordicesimo turno si apre con l’anticipo mattutino tra Scavolini Siviglia ed Air Avellino, in cui gli irpini dominano la partita dall’inizio alla fine e portano meritatamente a casa un match chiave nella serrata lotta per l’accesso alla Final Eight di Coppa Italia.
Dopo meno di 72 ore le squadre vengono richiamate sul parquet ed in meno di tre giorni l’Adriatic Arena riapre i battenti, visto il doppio impegno casalingo che il calendario riserva alla Scavolini Siviglia: se giovedì i padroni di casa erano riusciti quasi miracolosamente a portare a casa il match contro Cantù, sopperendo ad una generica scarsa vena offensiva con un cuore ed una tenacia rimarchevoli, questa volta l’impresa non riesce contro i biancoverdi di Vitucci, più attenti dei brianzoli a rintuzzare ogni tentativo di rimonta avversario ed a mantenere la necessaria lucidità anche nella bagarre finale.
Il momento chiave si ha probabilmente nel corso del settimo minuto del secondo quarto. Dopo un avvio intermittente, in cui erano stati anche sul -10, i padroni di casa riescono a terminare la propria rimonta impattando sul 39 pari; in quel momento un prontissimo Vitucci chiama time out e sfodera l’arma della difesa a zona che frutta un parziale di 10-2 con il quale ricaccia i biancorossi negli spogliatoi completamente frastornati.
Di lì in poi Avellino condurrà il match in maniera più o meno agevole ma comunque sempre contro una Scavolini mai capace di dare continuità ai propri tentativi di rimonta e, come diceva la Gialappa’s, con poche idee ma confuse.
L’Air al contrario ha mostrato di non risentire affatto dei problemi societari alle proprie spalle ed ha messo in campo un gioco semplice, lucido e brioso che è stato più che sufficiente per avere la meglio su una Scavolini con i consueti problemi offensivi ma, questa volta, anche con una pericolosa tendenza anche a rilassarsi in difesa.
Dopo il match contro la Bennet ancora una volta il pubblico di casa ha dovuto amaramente constatare la differente qualità del gioco messa in mostra dagli avversari rispetto a quella dei propri beniamini: se giovedì il risultato aveva fatto passare in secondo piano tutti gli attuali problemi dei padroni di casa, questa volta i numeri sono stati troppo impietosi per poter pensare di giungere ad una nuova vittoria: quando si tira con il 55% ai liberi, con il 18% da tre e si prendono 33 rimbalzi contro 45, pensare di avere la meglio francamente pare un’utopia.
In avvio di match regna l’equilibrio e si assiste ad un inizio sfolgorante di Diaz che, con 7 punti consecutivi, lascia presagire una nuova grande prestazione come quella contro Cantù; così non sarà perché Dal Monte inspiegabilmente lo richiama ben presto in panchina ed il portoricano uscirà dal match per rientraci forse troppo tardi.
L’Air parte molto soft in difesa ma coach Vitucci chiama time out dopo nemmeno 4 minuti e riesce a dare una sistemata alla sua squadra; così al ritorno in campo la sua squadra subisce meno in difesa e comincia a funzionare come un orologio, orchestrata dal fischiatissimo ex di turno Green (tremenda vendetta sarà la sua), e trascinata dalla fisicità di Thomas che, non appena si trova di fronte Almond, comincia a trovare dei punti facili.
Il primo quarto termina così sul 20-25 ed anche l’avvio della seconda frazione non comincia sotto i migliori auspici per i padroni di casa; infatti in apertura l’Air raggiunge il +10 (20-30), con una tripla di Lauwers ma poi Dal Monte manda in campo d’urgenza Flamini e, con l’innesto della preziosissima ala, la difesa dei padroni di casa cambia magicamente registro e la Scavolini Siviglia riesca a rimontare fino al time out di cui già si è parlato sopra.
Con il senno del poi si può dire che si è trattato di un fuoco di paglia perché nel terzo quarto gli ospiti raggiungono il massimo vantaggio sul +13 dopo appena due minuti (41-54), costringendo Dal Monte a chiamare subito time out; tuttavia le cose non cambiano perché Pesaro paga il dazio di un attacco asfittico che segna solo dieci punti in un quarto e, nonostante il solito caparbio Hackett ci provi in tutti i modi a scuotere i suoi, Avellino va all’ultimo riposo ancora sul +11, grazie soprattutto al dominio fisico di Thomas, Troutman e Szewczyk.
Nell’ultima frazione non può mancare l’ultimo tentativo di rimonta della Scavolini Siviglia ed in effetti così sarà.
Prima Thomas si fa fischiare uno stupidissimo fallo tecnico che scalda l’ambiente e poi, quando mancano ancora 6 minuti al termine, commette il suo quarto fallo consentendo ad Hackett di concludere un gioco da tre punti: l’atmosfera sugli spalti si fa subito infuocata e già si pensa di poter ripetere l’impresa effettuata contro Cantù.
Tuttavia Vitiuci è lesto a chiamare time out ed a far riordinare le idee ai suoi: subito due iniziative da sotto di Szewczyk e Troutman placano gli ardori avversari e poi, quando si risveglia finalmente Diaz che riporta i suoi sul -4 (65-69), è Green a prendere in mano la situazione ed a gestire al meglio i susseguenti possessi offensivi.
Al contrario la Scavolini Siviglia si impantana e non riesce più a segnare se non con qualche iniziativa del portoricano. A tre minuti dalla fine Dal Monte chiama time out sul 67-74: ci sarebbero ancora i margini per una disperata rimonta, anche perchè l’Air ha Thomas, Dean e Troutman con 4 falli, ma questa volta la bagarre finale non serve a nulla perché oramai in attacco si è spenta la luce ed uno stanchissimo Collins (solo 2 punti nel secondo tempo per lui), non riesce a mettersi in evidenza neppure con le sue iniziative personali.
Gli ultimi due minuti sono di pura accademia e consentono agli encomiabili tifosi avellinesi giunti fino a Pesaro di festeggiare in anticipo e di inneggiare a Marques Green: quel Green ricoperto di contumelie fino all’ultimo dal pubblico di casa ma che farebbe molto comodo a questa squadra per darle un po’ di vigore in attacco.
Spogliatoi
Dal Monte: è stata una partita in cui Avellino ci ha battuto a livello di fisicità ed atletismo, essendo una squadra superiore a noi sotto questi due profili. Noi dovevamo compensare questo gap con una maggiore attenzione ed una maggiore energia, ma così non è accaduto e tutto ciò ha fatto sì che la Air prevalesse fin da subito alla voce rimbalzi offensivi influenzando notevolmente la partita. Inoltre noi nei primi venti minuti difensivamente abbiamo commesso numerosi errori assolutamente da evitare, il che ha consentito ad Avellino di acquisire coraggio ed incanalare subito la partita sui giusti binari. Nel tentativo di rimonta da parte nostra c’è stato un grande sforzo ma poi un paio di episodi negativi hanno invertito il nostro trend positivo e ci hanno tagliato le gambe.
Viticci: sono chiaramente soddisfatto sia del risultato sia di come l’abbiamo ottenuto, ovvero con una prova difensiva molto buona. Quando è sopraggiunta un po’ di stanchezza nel secondo tempo, con Pesaro che era arrivata fino a -4, abbiamo reagito molto solidamente soprattutto da un punto di vista mentale. E’ stata una vittoria doppiamente importante perché ci consente di giocarci le nostre chance per l’accesso alla Coppa Italia, un obiettivo a cui fino a poco tempo fa non pensavamo neppure. Marques Green era molto motivato, non tanto perché giocava contro la sua ex squadra, ma più che altro pensando all’importanza della partita in sé: è stato importante soprattutto nel finale quando con la sua lucidità siamo riusciti a portare a casa la partita.
Scavolini Siviglia Pesaro – Air Avellino 69-80
Parziali (20-25; 21-24; 10-13; 18-18)
Progressione 20-25; 41-49; 51-62
Tabellini
http://195.56.77.210/game/64261.html
MVP: Avellino gioca praticamente solo con il quintetto titolare, in cui è difficile trovare il migliore in campo; alla fine forse si preferire il polacco Szewccyk, che ha consentito ai suoi di dominare sotto canestro con una prestazione individuale fatta di 15 punti, 13 rimbalzi e 4 stoppate.
WVP: per la seconda partita il serbo Aleksandrov lascia il proprio gabellino immacolato, proprio quando la Scavolini Siviglia avrebbe tremendamente bisogno dei suoi punti e delle sue triple; questa volta Dal Monte gli concede 14 minuti in cui offre praticamente il nulla, prima di venire sostituito definitivamente da un ben più concreto Flamini.
Giulio Pasolini