Los Angeles Lakers (30-12)
Non fosse stato per la sconfitta di stanotte avremmo definito il momento losangelino con le parole “back to W” grazie ad una striscia positiva che è durata ben sette gare prima di schiantarsi allo Staples Center nel derby contro i cugini Clippers, una match perso perchè sprecato del tutto in un finale di gara da suicidio, culminato con le quattro espulsioni finali. LA ha portato a casa fin qui 30 partite grazie all’indiscutibile talento di cui questo gruppo è dotato, che è veramente troppo per poter andar male, ma ciò che appare piuttosto chiaro è che siamo di fronte ad una squadra non certo in forma, una squadra che reduce da 20 giorni di riscatto ha di fatto incontrato pressoché squadracce lontane dal poter essere considerate contenders. Il rendimento di Kobe e Gasol è basso, in calo, specialmente il secondo, che in tutte le sconfitte (vedere ieri sera) è particolarmente irritante; Bryant ha sì ritrovato un feeling decente con il canestro, ma è chiamato già dal back to back di stanotte tra le mura amiche a dimostrare questa ripresa anche con team del calibro dei Thunder. Gli Spurs ormai sono agli occhi di tutti irraggiungibili, ci sarà un calo, ma mai getteranno al vento il vantaggio accumulato perché è una squadra con troppa esperienza sulle spalle: l’obiettivo, sperando in un Bynum indistruttibile, nel rapido rientro di Barnes (si parla comunque di Marzo), nel proseguo delle ottime prestazioni di Lamar e perchè no nell’aggiunta nel gruppo anche di Ratliff, resta dunque il preservare la seconda piazza ad ovest e contemporaneamente chiudere la RS con un record migliore dei Celtics che nonostante tutto mettono ancora più paura di tutti in una serie Playoffs, anche di S.Antonio…serve però chiudere in fretta con le troppe partite buttate via. Pelandroni.
Phoenix Suns (17-21)
“Stoudemire we miss you” e per quanto in un modo o nell’altro a Phoenix bisognerà accettare l’assenza di Amar’e, più passano i giorni e più non si può far altro che rimpiangere l’odierno centro di NY, dall’altro capo degli USA. Le difficoltà affrontate dai Suns fin dal primo giorno di RS hanno spinto il neo GM Bubby a prendere provvedimenti per ristabilire ordine nel gruppo, dando di fatto a Nash un motivo per rimanere il più possibile nel team, anche se nemmeno la dirigenza biasimerebbe un suo addio all’Arizona per lasciargli finalmente vincere un titolo al termine di un’onorevole carriera cestistica e perchè no incassare il più possibile in vista di una rifondazione completa del roster a fine stagione che appare sempre più necessaria. Così da Orlando sono arrivati Carter, Gortat e Pietrus chiamati a salvare il salvabile e provare a rimediare al tentennante record tutt’ora sotto il 50% delle W: i Suns avevano bisogno di centimetri a canestro e li trovano con Marcin Gortat, Pietrus è perfetto per il rapido gioco dei soli e Vincredible, non dovesse convincere, sarebbe facilmente tagliabile, visto anche il contratto non certo di basso costo; c’è poi anche una prima scelta al draft che parlando di rifondazione serve sempre come il pane. Ad un mese di distanza da quella serata di Dicembre però gli effetti sperati restano ad oggi puramente teorici, basti pensare che le due recenti vittorie filate sono le prime dopo qualcosa come più di un mese di mera discontinuità, le sole note positive arrivano da Lopez che sembra essersi ripreso dopo un inizio di stagione deludente e il neo centro polacco che con Nash ha trovato un buon feeling; brillante, ma è inutile dirlo, il play canadese. I PO sono un miraggio, vedremo a Febbraio cos’altro si muoverà…traballanti
Golden State Warriors (16-23)
Lontani, ma non così tanto dalla corsa per un posto ai Playoffs i Warriors stentano ancora a trovare un vero equilibrio che ormai, a praticamente metà stagione, è confermato se non altro non dipendesse puramente dal pazzo Don Nelson. La vittoria maturata con i Clippers venerdì scorso dimostra come nonostante tutto il quintetto ha buone potenzialità tra l’esplosività di Monta Ellis, sostituito però dall’ottimo difensore Dorell Wright vista la sfuriata di Kobe pochi giorni prima nel solo quarto periodo, l’indiscutibile presenza di Lee sotto canestro e la disponibilità di due esterni quali Curry e Radmanovic pronti (ma per carità non paragoniamoli) a punire dall’arco sugli scarichi. Con un calendario non semplice Golden State ha comunque la possibilità di giocare in casa 15 delle prossime 20 gare, secondo Ellis “La prossima settimana e mezza dirà molto sulla nostra stagione. Perdere anche solo due match nella Western, corrisponde ad almeno cinque sconfitte” per coach Smart “Bisogna sfruttare ogni singola possibilità che ci viene offerta, solo così possiamo costruire davvero le nostre speranze di postseason”. Mancano dei veri backup è vero, ma non fidarsi è sempre meglio…instabili
Los Angeles Clippers (14-25)
Quando due anni fa l’avevo preso per il mio Fanta sapevo che quella era la mossa giusta, poi l’infortunio ed ora il ritorno, più in forma che mai, ma soprattutto con una fame di canestri che ha fatto tremare tifosi, avversari e canestri. L’esplosività di Blake Griffin è pazzesca, la sua presenza nel pitturato è sicurezza per i Clippers, ma il ragazzone sa anche correre e raramente se la prende con comodo non appena il campo si apre lasciando ampie possibilità di schiacciata che quasi sempre possiamo ammirare nella Top 10 della giornata: la facilità nell’accumulare doppie doppie (26 consecutive dopo stanotte) è quanto di più pazzesco per un ragazzo così giovane che si permette già di umiliare Gasol, perno di un gruppo in grande rispolvero forte di 9W nelle ultime 13 gare, quattro delle quali ottenute contro team in piena corsa Playoffs, tra cui Miami e Lakers. Merita due parole però anche l’esplosione di Eric Gordon, in piena corsa per il titolo di giocatore più migliorato dell’anno, nonostante le sue performance siano sempre oscurate dal letale duo Davis-Griffin che con lo spettacolo ha finalmente rianimato la meno fortunata parte di LA che ora può tornare a parlare di basket giocato per tutta la stagione. Potenzialmente parlando il gruppo fa molta paura e se solo non avessero iniziato la stagione con un record di 5-21 a quest’ora sarebbe probabilmente tra le prime 8 a ovest e, mentre pian piano il gap si ricuce, si parla già di una possibile trade Kaman per un’ala piccola di alto livello che se dovesse andare a segno darebbe ai Clips un’upgrade incredibile, perché in ruolo di 3 Foye non è neanche paragonabile ad un ipotetico Gerald Wallace o un Tayshaun Prince…risorti (?)
Sacramento Kings (9-29)
Fanalino di coda dell’intera Lega, i Kings raramente possono sorridere in una stagione già bella che conclusa. L’asse Evans-Cousins è comunque un ottimo punto di partenza per un team che avrà bisogno ancora di puntare molto sul mercato estivo sperando magari in una lottery amica. La squadra è giovane, inesperta in tantissimi settori, con una panca non omogenea fatta di giovanissimi ed ex-giocatori: il minutaggio dei primi cinque è dunque elevatissimo e i cali fisici del secondo tempo sono un problema non indifferente, basti pensare nell’ultima uscita a Detroit il solo Thompson che segna 20 punti nei primi due quarti per poi inspiegabilmente (i Pistons difendono malino) crollare e segnarne 2 soli nei successivi 24 minuti. Una piccola nota a favore deriva dalla possibile inchiesta sul match giocatosi contro i Wizards settimana scorsa che potrebbe regalare la doppia cifra di W ai Kings: l’accusa mossa contro il tavolo è quella di aver fatto proseguire il cronometro qualche secondo di troppo nel finale, proprio mentre la squadra californiana rimontava sui padroni di casa…ultimi
Michele Di Terlizzi