ROMA – Ricomincia l’Eurolega e la Virtus Roma deve cimentarsi subito in casa contro una delle rivelazioni del girone eliminatorio, l’Olimpia Lubjiana che ha eliminato nel proprio girone squadre sulla carta più attrezzate, del tipo Armani Jeans Milano (doppia vittoria per gli sloveni), ed addirittura il CSKA di Mosca contribuendo in gran parte, seppur indirettamente, anche all’esonero di Dule Vujosevic come Head Coach ed oramai ex-allenatore dei moscoviti ma anche e soprattutto del neo-coach romano, Saso Filipovski, suo secondo in questi mesi d’inizio stagione nella capitale russa. E, ironia della sorte, il neo-coach virtussino è nativo proprio di Lubjiana dove non solo ha giocato da ragazzino a basket ma soprattutto dove ha cominciato a masticare basket, non solo come sostenitore dei biancoverdi sloveni bensì come allenatore nel 2003 anno in cui è stato nominato Allenatore dell’Anno in Slovenia. Con l’Olimpia ha vinto inoltre per due volte consecutive la Supercoppa Slovena, il campionato e una volta la Coppa di Slovenia.
Ma, come ribadito anche e principalmente da lui nel dopo-partita contro il Montepaschi, i sentimentalismi non albergano nel mondo professionistico e la gara di giovedì sera al Palalottomatica ha solo un obiettivo per lui, la vittoria e nient’altro. Aggiungeremmo anche una vittoria convincente perchè questa Virtus consegnatagli da Claudio Toti in primis ma virtualmente da Boscia Tanjevic deve ritrovare quel bandolo della matassa smarrita circa un mese fa, dopo quel mini-ciclo di vittorie sia in campionato che in Eurolega dove, seppur senza brillare eccessivamente, si poteva affermare che la travagliata fase di assestamento fosse un ricordo.
Così non era ed eccoci quì, nuovo coach a Roma (il terzo in 3 anni), nuovo giro di valzer e tifoseria sempre più stupita ma, è bene sottolinearlo, comunque presente e calorosa anche durante il match di domenica sera perso contro la Montepaschi degli Alieni, durante il quale non ha mai fatto mancare il proprio incoraggiamento, dettaglio che al giovane coach non è per nulla sfuggito, ringraziando quantomeno la positiva accoglienza ricevuta nonostante la sua Lottomatica non abbia incantato senza però deporre le armi.
Ecco, proprio su questa voglia di riscatto dovrà far leva Filipovski per ricostruire un rapporto incrinatosi tra società e roster, perchè appare abbastanza chiaro che il gruppo dei giocatori sembra spaccato e che bisogna ricostruire un feelin’ perdutosi nella gestione Boniciolli. Occorre ricostruire un’identità di gioco, una fisionomia e delle gerarchie ben precise e contro la Montepaschi qualcosa si è già visto e mettere da parte il vorticoso roteare di attori tra panca e campo voluto dal precedente coach. Responsabilizzare maggiormente il nucleo tricolore con Andrea Crosariol che deve capire, veramente, cosa vuol fare da grande perchè deve dare continuità alle sue prestazioni e decidersi a diventare un punto di forza, non più un punto interrogativo.
Forse Lubjiana non era certo il miglior avversario per continuare il percorso iniziato dignitosamente contro Siena ma da qualche parte, Mens Sana a parte, si doveva pur proseguire se si desidera salire sul palcoscenico europeo. L’impianto di gioco di Jure Zdovc poggia sulle solidissime basi dell’ex di turno (l’ennesimo….), Vlado Ilievski e sul duo americano Pinkney e Gregory che stanno fornendo delle prestazioni sempre molto positive, senza tralasciare i centimetri di Shermadini e Jagodnik, a lavorare duro sotto i vetri ed Ozbolt che se comincia ad entrare in ritmo da fuori può veramente fare male come Markota, del resto. Squadra capace inoltre di vincere anche dopo essere stata sotto di 16 punti, che non molla mai.
Sarà dunque una sfida già decisiva per nutrire chances di passaggio del turno sperando di sgambettare Barça o Maccabi che se la vedranno nell’altra partita del girone F, ma è chiaro che non è peccato se si scrive che probabilmente sulle sponde del Tevere si pensa forse di più all’impegno di campionato a Brindisi che sancirà concretamente a che livello sarà il lavoro di Filipovski.
Si scenderà infine in campo alle ore 21, per mere esigenze televisive.
Fabrizio Noto/FRED