Il Martin Luther King day spalma le partite NBA su tutto il giorno, ma il piatto forte arriva nella notte italiana al TD Banknorth Garden di Boston sulle parole di una delle celebri frasi dell’attivista:
“La vera misura di un uomo non si vede nei suoi momenti di comodità e convenienza, bensì tutte quelle volte in cui affronta le controversie e le sfide.”
Le metamorfosi: come può cambiare un singolo giocatore a seconda del contesto in cui si trova? Risponde amabilmente Hidayet Turkoglu che, dopo la fenomenale stagione passata con i Magic, aveva mostrato un elettrocardiogramma pericolosamente piatto in Arizona. Con una rivisitazione della “sign and trade”, il turco torna in Florida dove, è risaputo, il clima è migliore, c’è la spiaggia e anche le donne non si fanno disprezzare.
Ma le metamorfosi dell’ex Efes Pilsen si notano anche nelle singole partite. Contro i Celtics, dopo un primo tempo pressochè inguardabile, è arrivata una ripresa assolutamente incredibile. Triple cruciali, pick and roll giocati da palleggiatore e assists esiziali per la sparatoria di Richardson dal perimetro. Nel terzo quarto arriva addirittura il gesto che non ti aspetti. Garnett sta esagerando con l’intensità, il trash talking e i contatti viziosi a gioco fermo, ma alla prima occasione il turco restituisce il favore. KG riceve in post basso, vira, va per il tiro, ma subisce fallo. In pieno stile “The revolution”, Turkoglu arriva in aiuto a gioco ampiamente fermo, facendo scendere il passaggio a livello. Scuse immediate di lesa maestà per salvare le apparenze con il proprietario di casa, ma grandi attributi per mandare quel messaggio.
Assicurazione sulla vita: preferireste affidare la vostra vita ad un dottore della mala-sanità italiana, oppure ad un jump shot di Ray Allen?
Sarò blasfemo, ma probabilmente le percentuali di rimanere in vita con Ray, lo spalding e un canestro sono troppo alte per non provarci. Mamma Flo è sempre in prima fila, con la maglia del figlio e agghindata come fosse al ballo delle debuttanti. Oltre ad una somiglianza imbarazzante, ha pensato di fornire alla prole una capacità di tiro che non trova paragoni al mondo, non a caso è a 28 triple dall’essere il miglior realizzatore da dietro l’arco della storia del gioco.
Rondo è in punta e monitora le uscite dai blocchi mentre Allen sfrutta anche la prima fila del TD Banknorth per creare separazione dal suo difensore. Primo blocco sul suo lato che gli fa guadagnare qualche centimetro, mentre sul lato debole c’è un gigante nero con il numero #5 sul petto, pronto a punire fisicamente il suo avversario. Allen passa sotto il blocco aprendosi in angolo alla massima velocità, mentre Richardson prova la furbata di saltare davanti e rubare il passaggio. Mal gliene incoglie. Allen con l’inerzia del corpo completamente opposta al canestro, sistema piedi, spalle e braccia per far partire un tiro che fruscia solo il nylon. Tornando in difesa la mamma è in visibilio, mentre lui fa notare l’ennesima tripla indicando che Reggie Miller è ormai ad un passo.
La calma è la virtù dei forti: Allen imperversa nell’attacco dei Celtics, Garnett tocca qualsiasi cosa si muova sul campo e Davis balla con le scarpe d’occasione sulla linea di fondo dei Magic.
104 pari a 38″ dal termine, tutto è apparecchiato per il finale in volata. Solito schema dei Celtics che, in punta, giocano il pick and roll di Pierce con Allen. Cambio quasi obbligatorio e Richardson va sul #34, mentre Turkoglu su Ray. Partenza in palleggio di “Captain and the truth”, cambio di direzione dietro la schiena, step back e Richardson che stacca i piedi da terra troppo presto. Classica finta ad una velocità “Bodiroghesca” e palla per aria. Credetemi, mi son girato quando è partito il tiro, sapevo già che sarebbe stato un “and-one”. +3 Celtics e partita definitivamente incanalata da un campione che era stato letteralmente a guardare per tutto il quarto periodo.
Laugh therapy: “Sorridi che la vita ti sorride” è lo stile di Dwight Howard che, nonostante la massima tensione di un match, ha sempre un viso allegro, quasi spensierato. Mentre Garnett esagera con le provocazioni e i colpi proibiti, Howard gioca una partita incredibile nel pitturato.
Stan Van Gundy ha capito che l’assetto migliore per i suoi Magic vede Howard come unica boa, con quattro esterni pericolosi dal perimetro. Pick and roll centrale tra Nelson e Howard, mandato chiaramente sul lato dai Celtics. Nessuno sbocco ed allora taglio flash in punta di Turkoglu che riceve. Nel frattempo Howard taglia e si impossessa dell’area. Turkoglu in un millisecondo fa da sponda, Howard riceve, vira e segna due punti in semigancio mancino sulla testa di un attonito Davis. Se riceve in area Superman è illegale, ma la quantità sterminata di soluzioni costruite appositamente per lui da coach Van Gundy è tanto mirabile, quanto proficua.
Due squadre allenate, formate da campioni e soprattutto con la voglia di vincere delle grandi occasioni: solo l’NBA sa regalarti queste emozioni in una pigra e nebbiosa serata di freddo.
2 Comments
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FRED
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