Come al solito la Southwest offre al panorama cestistico a stelle e strisce un novero di partecipanti di assoluto rispetto, basti pensare che la squadra attualmente all’ultimo posto (gli Houston Rockets) detiene un record di 22 vinte e 27 perse (per intenderci… con lo 0.449 ad est si occuperebbe il settimo posto, in piena corsa playoffs): diamo quindi uno sguardo più approfondito sullo stato di salute delle varie contendenti.
SAN ANTONIO SPURS: i vecchietti terribili ancora una volta rinviano l’appuntamento con il viale del tramonto e sfoderano una prima parte di stagione senza eguali nella lega: miglior record, unica squadra con un numero di sconfitte ancora in singola cifra, con un numero così alto di vittorie (40) e un andamento martellante sia in casa (25-2 il record con una striscia aperta di 18W consecutive) che lontano dall’Alamo (15-5).
Rispetto agli altri anni però ci sono stati profondi cambiamenti che hanno rinnovato il giocattolo creato da quella vecchia volpe di coach Popovich: la filosofia della difesa come punto di forza è stata, per ora, accantonata… ecco quindi un ritmo di gioco più veloce, la coppia Ginobili – Parker che ha preso in mano la regia della squadra (mentre Duncan viene utilizzato come ancora di salvezza solo in casi eccezionali), Jefferson che non è più un elemento estraneo al gioco, la promozione nello starting five di un Blair molto migliorato, una panchina formata da giovani in grado di apportare un solido contributo (Hill, Neal)…
Per le considerazioni sulla corsa al titolo c’è ancora tempo, quello che è certo è che la regular season sorride ai nero-argento che possono gestire un buon margine sulle rivali di Conference, soprattutto in vista dell’esilio forzato che li attende; eh già si entra in febbraio signori, arriva il San Antonio Stock Show & Rodeo e su questo avvenimento non si scherza: per due settimane nel Texas c’è spazio solo per i cowboys, per la palla a spicchi rivolgersi altrove… è il momento del “Rodeo Road Trip”: 9 gare esterne consecutive in casa di Portland, L.A. Lakers, Sacramento, Detroit, Toronto, Philadelphia, Washington, New Jersey e Chicago.
DALLAS MAVS: la prima parte della stagione aveva fatto pensare ad un testa a testa con gli Spurs per il predominio nella division: l’innesto di Chandler aveva dato alla truppa di Carlisle quella presenza difensiva in grado di garantire equilibrio e vittorie.
Invece gli infortuni di Butler prima (fuori per tutta la stagione) e del tedesco successivamente sono stati due pesanti colpi alle ambizioni dei Mavs; in particolare il periodo senza Dirk è stato disastroso per Dallas, e anche dopo il suo rientro la squadra ha fatto fatica a ritrovare l’alchimia precedente incappando in un periodo di black-out da cui, solo ora, sembra essere in grado di uscire (4 vittorie consecutive e un record di 31-15). Sicuramente il miglioramento progressivo delle condizioni fisiche di Nowitzki avrà un impatto positivo sul numero di vittorie (nelle ultime dieci gare il record è di 5-5), ma l’assenza di Butler potrebbe essere decisiva in negativo per il cammino verso il titolo.
NEW ORLEANS HORNETS: dopo un avvio brillante (11-1 nelle prime 12 partite) gli Hornets sembravano poter essere in grado di fare il passo decisivo per entrare definitivamente nell’elite della Western Conference; l’ipotesi veniva lentamente ridimensionata dal periodo di appannamento, coinciso con le voci di cessione della franchigia unite a quelle sul futuro di Paul, che aveva causato la perdita di posizioni nel ranking di division e di conference. Oggi quel periodo difficile sembra superato e gli Hornets sono una delle squadre più calde della lega capaci di costruire una striscia di 10 partite vinte in fila, salvo registrare due sconfitte consecutive nelle ultime due gare giocate lontano dalle mura amiche (19-5 il record casalingo).
Grazie alle dieci vittorie consecutive gli Hornets si sono riportati in scia alle inseguitrici di San Antonio e puntano a rimanere in quelle posizioni fino alla fine della stagione regolare.
MEMPHIS GRIZZLIES: pur non avendo un roster di particolare livello i Grizzlies si trovano attualmente in piena lotta per l’ottavo posto dell’Ovest, grazie soprattutto ad un Gay in grado fin qui di garantire una produzione offensiva di 20 punti a partita, nonchè un paio di canestri decisivi sulla sirena (vedi vittorie con Miami e Toronto) e ad un protagonista silenzioso, Zach Randolph che, senza essere particolarmente spettacolare, sta mettendo insieme numeri importanti (si parla di 20 punti e 13 rimbalzi di media…). Nonostante queste note positive, c’è un grosso punto interrogativo che resta ancora in attesa di una risposta: OJ Mayo.
Il ragazzo ha subito un notevole involuzione che gli è costata lo starting five (ora parte come 6° uomo), una forte diminuzione dei minuti sul parquet (siamo passati dai 38 della scorsa stagione ai 28 della stagione attuale). Dal punto di vista statistico questa è la peggiore stagione dal suo ingresso nella lega pro (da 17 punti di media a 12 punti di media) e soprattutto risulta raramente decisivo per la sua squadra. A peggiorare ulteriormente il momento no del ventiduenne c’è il fatto che Mayo sta scontando la squalifica di 10 gare arrivata a seguito di una positività al test anti-doping: nel suo sangue sono state infatti trovate tracce di steroidi. A questo punto appare evidente che la dirigenza dovrà fare una profonda riflessione sul futuro di questo giocatore, una riflessione che potrebbe essere un ago della bilancia importante per il futuro della franchigia stessa.
HOUSTON ROCKETS: difficile fare valutazioni su una franchigia che si è ritrovata a dover passare dal sogno di poter essere una contender per il titolo con la potenziale coppia TMC-Yao ad una dura realtà fatta di infortuni a catena: dato ormai più verso il ritiro che altro il cinesone, parcheggiata la schiena di cristallo del buon T-Mac a Detroit, Houston ha cercato di ricostruire una squadra senza stelle ma con un gruppo di solidi giocatori.
La principale bocca da fuoco è Kevin Martin con circa 23 punti ad allacciata di scarpe, ma il giocatore più influente sulle sorti dei Rockets è argentino e di nome fa Luis Scola.
La strada per i playoffs non è ancora compromessa ma sia gli ultimi risultati (5 vinte e 5 perse nelle ultime 10) sia il livello della concorrenza per l’ottavo posto ad Ovest fanno pendere per un finale di stagione davanti al televisore.
Clemente Savy